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giovedì 22 settembre 2011

Il dottorato industriale

Nel passato, il corso di dottorato aveva un unico sbocco lavorativo: la carriera accademica. Una carriera spesso piena di precariato, e recentemente anche piena di sbarramenti.

Recentemente si è cominciato a parlare, a livello europeo, di dottorati "industriali". Sono naturalmente borse di dottorato che hanno generalmente un senso nell'ambito delle scienze applicate, come ingegneria. Io ho sempre pensato che l'Ingegneria Informatica o Scienze dell'Informazione siano campi perfetti per fare un dottorato di tipo industriale.

Lo sbocco tipico di un dottorato industriale è lavorare in un centro di ricerca privato. La borsa può essere finanziata con fondi pubblici (statali, o europei), oppure in parte con fondi privati (accordi con aziende). Nel secondo caso, tipicamente, l'azienda sceglie un argomento di riferimento e mette a disposizione una borsa. Il dottorato fa ricerca all'università come tutti gli altri: studia lo stato dell'arte, crea prototipi o fa esperimenti, pubblica. Tipicamente, ogni 6 mesi o ogni anno si fa rapporto all'azienda. Spesso al termine del dottorato la persona viene assunta.

Nella maggior parte dei casi la borsa è pubblica e completamente slegata da aziende. Ma spesso durante il dottorato riescono a farsi un curriculum "pratico" molto buono, talmente buono che poi le aziende li prendono lo stesso, e spesso pagandoli molto di più di un laureato.

Tutto questo per dire che il dottorato industriale ha molto senso, secondo me, soprattutto dal momento in cui la laurea non ti garantisce più un trattamento economico superiore alla media, o addirittura non ti garantisce un lavoro.

Tutta sta premessa per dire che un mio dottorando (che sta per discutere la sua tesi) è stato appena assunto alla Cytrix. Tra l'altro, il suo dream job: lavorerà su Linux, Xen, Virtualizzazione, e potrà farlo comodamente da casa sua, in Italia.

Uno dei precedenti dottorandi invece alla IBM TJ Watson. A pensarci bene, dei nostri studenti negli ultimi 10 anni, sono molto pochi quelli hanno continuato con il percorso di ricerca "accademica".

Certo, purtroppo molti sono finiti all'estero. Beh, a dire la verità, un po' più di molti (e anche Cytrix non è certo italiana). Ma stavolta non potete dare la colpa al sistema universitario italiano: non è colpa nostra se la ricerca privata in Italia quasi non esiste.

Giovani Ricercatori

Il mio collega Marko ha da poco vinto un concorso da Ricercatore a Tempo Indeterminato, uno degli ultimi concorsi con i soldi stanziati dal ministro Mussi (sic!). Quando ha visto le condizioni economiche, il blocco degli scatti e della "conferma", gli è preso un po' lo sconforto.

Ma poi si è ripreso. Ed ha organizzato un gruppo di protesta. Ecco il blog di riferimento del gruppo.  Se volete sapere qualcosa sulle loro rivendicazioni (più meritocrazia, un trattamento economico da paese civile, etc.) andate a leggere. Io vi anticipo un pezzetto. 
[...] Potrebbe andare peggio? Certamente. Infatti, a causa dei recenti blocchi salariali imposti dal governo come misura di contenimento della spesa pubblica, la situazione dei neo-ricercatori in Italia promette di peggiorare ulteriormente.
Oltre 1700 neo-Ricercatori sperimenteranno una riduzione dello stipendio atteso di 300 euro netti al mese (pari al 25% dello stipendio) a causa della mancata applicazione della legge Moratti del 2005 che prevede un adeguamento del salario al termine del primo anno di servizio. Complessivamente il contributo richiesto dal Governo Italiano ad un neo-Ricercatore Universitario per il triennio 2011-2014 si aggira sui 12.000 euro! In pratica, si chiede al Ricercatore di lavorare gratis per quasi un anno.
Oltre ad essere miope, questa politica è oggettivamente ingiusta. Se paragonato al “contributo di solidarietà” previsto dalla manovra per i contribuenti che dichiarano al fisco oltre 300.000 euro l’anno, i neo-Ricercatori italiani si troveranno a pagare, per la crisi, quanto chi dichiara oltre mezzo milione di Euro annui, pur percependo uno stipendio di meno di un ventesimo (25.000 Euro lordi).

giovedì 1 settembre 2011

Un altro italiano in Francia

Marco Delmastro ha vinto un concorso al CNRS: ecco un altra eccellenza italiana che va in Francia (anche se praticamente ci stava ormai da tempo). Ormai la Francia non ha neppure più bisogno di formare buoni ricercatori: ci pensa l'Italia a prepararli per bene e a mandarglieli in regalo. Nell'ormai lontano 2007 Marco Cirelli e colleghi scrivevano questa lettera al ministro Mussi, paventando un sistema italiano della ricerca ormai quasi al collasso: dei posti messi a conorso al CNRS, ben 35% erano stati vinti da Italiani, e la percentuale è rimasta più o meno la stessa negli anni a seguire.
E a me sembra che il sistema universitario italiano sia ormai avviato verso la definitiva autodistruzione: non credo che ci riprenderemo facilmente da anni e anni di sfacelo.

sabato 30 luglio 2011

Vendite precipitose

Preso da Quintarelli, copio e incollo:
Il 29 Luglio 2011, lavoratori e l’RSU dopo aver preso contatto con le Istituzioni locali (Regione, Provincia e Comune) chiedono con forza che il CDA di Telecom Italia del 4 agosto non deliberi la vendita di Loquendo alla concorrente americana Nuance.
“Tale vendita”, sostengono i lavoratori e l’RSU, “determinerebbe, nel breve-medio termine la distruzione di Loquendo, delle sue tecnologie, del suo know how e, infine, la scomparsa dei posti di lavoro e quindi di una realtà industriale Italiana e Piemontese ad alto contenuto di innovazione a causa della totale sovrapposizione del portafoglio prodotti, dell’enorme disparità di dimensioni delle due aziende, della politica aggressiva di Nuance nei confronti dei concorrenti”.
“L'intenzione di vendere  Loquendo è diventata pubblica da pochissimo tempo: riteniamo pertanto che non si sia dato spazio affinchè potessero esprimersi altri interessi, anche Italiani, dettati da logiche imprenditoriali e non solo finanziarie e di depotenziamento della concorrenza. Chiediamo quindi che sia concesso il tempo necessario affinché possano essere presentate e valutate proposte imprenditoriali alternative, magari anche piu’ profittevoli per l’azionista, al fine di scegliere quella che fornisca maggiori garanzie per il mantenimento del ruolo di Loquendo nel mercato delle tecnologie vocali e nel mondo della ricerca”.
Le istituzioni territoriali hanno dimostrato un reale interesse e lavorato sinergicamente per cercare alternative che potrebbero concretizzarsi in offerte concrete a Telecom Italia se solo la vendita non fosse perfezionata ora con Nuance.
I lavoratori concludono “Crediamo di meritarci, anche in virtù del fatto di essere un’azienda sana e con un bilancio in attivo, l'opportunità di continuare a crescere e di non essere venduti precipitosamente a Nuance per ragioni di bilancio del breve termine, senza una completa ricerca di soluzioni alternative in grado di garantire un reale sviluppo della nostra azienda”.

mercoledì 29 giugno 2011

Come dovrebbe essere un Journal

Ho buttato giù di corsa alcune idee su come dovrebbe essere una rivista scientifica, su algoland (in inglese). Chi è interessato all'argomento venga a commentare di là, per piacere (che mi interessa davvero il vostro parere).

mercoledì 1 giugno 2011

Reminder

Al Ministro Gelmini:

Gentile Ministro, le volevo ricordare che poco più di un anno fa scadeva la deadline per presentare proposte di progetto PRIN. Dovevano essere valutate in breve tempo, ma ad oggi non se ne sa ancora niente. Nessuna notizia. Silenzio assoluto. Ve ne siete scordati? Forse sarebbe il caso di inaugurare la politica del nodo al fazzoletto.

mercoledì 18 maggio 2011

Il mio tempo

Da un po' di tempo sono sotto stress, e il mio tempo libero si sta restringendo sempre di più fino quasi a scomparire. Quest'anno mi sono preparato quasi da zero un intero corso da 12 crediti (90 ore), e mi è costato tanto tempo e tanta fatica, e parte di questa fatica è visibile qui e qui: 32 file da 30 slides ciascuno in media, fate un conto voi, e poi gli esercizi e i progettini.

I ragazzi mi hanno detto che è piaciuto tanto, e meno male dopo tutta questa fatica, e speriamo continuerà a piacergli anche dopo l'esame! Poi ho anche tenuto un corso da 6 crediti (50 ore) alla Facoltà di Ingegneria, e faccio sempre l'assistente per il corso di Sistemi Operativi. Ho quasi finito le lezioni per quest'anno (ancora una settimana), e quindi sono in dirittura d'arrivo. E poi c'è anche da fare ricerca, fae le revisioni, organizzare conferenze e pubblicare ogni tanto! Quindi, sì, sono un po' stressato.
 
Non so quanto riuscirò a scrivere sui miei blog nel prossimo futuro, sicuramente non riuscirò a mantenere il ritmo di una volta. Intanto, per non perdere l'abitudine, sono tornato a scrivere per Research Blogging: ecco il mio pezzo di oggi. Abbiate pazienza!

venerdì 6 maggio 2011

Buone notizie per gli assegnisti di ricerca

Con colpevole ritardo segnalo che è uscito il decreto del ministero che fissa gli importi minimi per gli assegni di ricerca. Eccolo.

giovedì 5 maggio 2011

Grazie Thomas

Il nostro amico Thomas Gleixner ce l'ha con gli accademici (eccetto un certo gruppetto a Pisa...)
Looking beyond the current code, Gleixner outlined two potential future features. The first is non-priority-based scheduling, which is needed to solve certain kinds of problems, but brings with it a whole new set of problems. Even though priorities are not used, there are still "priority-inversion-like problems" that will have to be solved with mechanisms similar to priority inheritance. Academics have proved that such schedulers can work on uni-processor systems, but have just now started to "understand that there is this thing called SMP". Though there is a group in Pisa, Italy (working on deadline scheduling) that Gleixner specifically excluded from his complaints about academic researchers.

mercoledì 30 marzo 2011

Zero per cento

Stasera sono piuttosto stanco, avrei evitato di scrivere qui. Ma mi serve come sfogo, scusatemi.

Premessa (lunga ma necessaria)

Qualche tempo fa alcuni amici europei mi avevano chiesto di partecipare a una proposta di progetto, questa.

Funziona così:
  • Alcuni partner si mettono insieme a scrivere un progetto di ricerca coordinato. Devono essere di almeno 3 paesi diversi.
  • I partner dicono che vogliono fare e come; descrivono i risultati attesi, spiegano i vantaggi della tecnologia che sarà sviluppata, l'impatto che questa avrà presumibilmente sulla tecnologia del futuro.
  • Questa call riguarda principalmente progetti industriali, quindi le aziende di tutte le dimensioni sono fortemente invitate a partecipare. Ma anche le università e i centri di ricerca pubblica sono invitati a partecipare, perchè si tratta di trasferimento tecnologico e tecnologia applicata
  • Il settore di riferimento riguarda i sistemi informatici embedded
  • Il meccanismo di finanziamento è il seguente: nella descrizione della proposta i partner fanno un budget preventivo di spesa; se il progetto viene accettato, i partner vengono co-finanziati secondo una certa percentuale che dipende da tante cose.
E qui viene il bello. Questa tipologia di progetti ha un meccanismo di finanziamento quantomeno discutibile: il 16,7% del costo totale viene finanziato dalla comunità europea attraverso il consorzio pubblico/privato ARTEMIS. Il restante finanziamento viene erogato dai singoli stati membri, secondo le regole degli stati.

Per fare un esempio: se una azienda francese, una tedesca e una università italiana fanno una proposta di progetto e viene accettata, l'azienda francese viene finanziata dal ministero della ricerca francese secondo le regole francesi; l'azienda tedesca dal ministero tedesco secondo le regole tedesche, e l'università italiana dal ministero italiano con le regole italiane.
(E già qui vi sento che vi scatta qualcosa nel cervello, un segnale di pericolo che vi dice: "ah, ah, finirà male"). 

Si capisce quindi da queste piccole cose come l'unione europea sia in realtà sottoposta a forze centrifughe che la destineranno presto al fallimento totale. Altro che il sogno dei padri fondatori: i sogni si fermano sempre davanti alla porta dei burocrati.

Il finanziamento
Insomma, questo pomeriggio su sollecitazione del coordinatore (francese) apro la Guide for Applicants, per vedere come impostare il budget. "Per sapere la percentuale di finanziamento del tuo paese vai all'Annex 5", mi dice. Ok. 
La faccio breve:
Francia:

Germania:
Repubblica Ceca:
Italia:

Ovvero, siamo quasi i più bassi di tutti (a onor del vero gli Olandesi finanziano questi progetti allo stesso modo). Cioè, se spendo 100 in ricerca industriale applicata, lo stato italiano mi darà 36.3, la UE 16.7. E se dichiaro di fare ricerca di base, la percentuale invece si ferma al 16.7% della UE, perché il ministero ci mette lo 0%.

Cosa ci va nel costo? Sicuramente parte del mio stipendio (che tanto mi paga lo stato italiano, da qui il co-finanziamento). Il resto, saranno contratti e borse di studio a giovani ricercatori. In comparazione, la Germania finanzia le sue Università al 100% per fare ricerca di base; la Francia al 100% per fare ricerca applicata. Bel casino.

Sconforto

Insomma, quello 0% lì mi ha depresso. Perché, vedete, è vero che anche i francesi danno lo 0% per la ricerca di base in questi progetti. E anche gli olandesi finanziano come noi. Però, i francesi e gli olandesi hanno altri programmi nazionali di finanziamento alla ricerca di base più o meno ricchi. Per non parlare degli inglesi.

Un mio collega inglese mi ricorda sempre che un programma inglese finanzia il doppio di un equivalente programma UE e richiede la metà dello sforzo amministrativo e burocratico. E io gli rispondo sempre: "beati voi che avete programmi di ricerca nazionali. Perché da noi i programmi di ricerca semplicemente non esistono" (a meno di voler considerare programmi di ricerca il PRIN e il FIRB).

Non so ancora se completerò la proposta. Ci dormo su e domani mattina decido.


Finale

Dopo questa botta di sconforto, prima di tornare a casa dall'ufficio leggo un po' di notizie in giro e trovo questo.  E, giuro, mi veniva da urlare.
E' vero, Francesco: sono incredibilmente scarsi.

martedì 15 marzo 2011

Internet mette le ali

Questo l'hanno fatto al mio istituto.

Internet mette le ali, da Sant’Anna ed Ericsson primo sistema al mondo di trasmissione a 448 Gbit/s in apparato commerciale

I ricercatori dell’Istituto TeCIP, di Tecnologie della Comunicazione dell’Informazione e della Percezione, della Scuola Superiore Sant’Anna insieme ai ricercatori del Laboratorio Nazionale di Reti Fotoniche del CNIT (Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Telecomunicazioni) di Pisa hanno allestito, nell’ambito della collaborazione con il colosso per le telecomunicazioni Ericsson, il primo sistema di trasmissione coerente funzionante a 448 Gbit/s su doppia portante ottica inserito in un apparato commerciale di rete in fibra ottica.
La soluzione tecnologica consentirà di trasmettere in un secondo una quantità di dati alternativamente pari a 20 film in HD, 500 film in qualità standard, 22'500 collegamenti ADSL a 20 Mbit/s, 7 milioni di videochiamate o 100 milioni di telefonate standard.
Il risultato è stato presentato, con grande successo, durante la conferenza internazionale Mobile World Congress tenutosi a Barcellona tra il 14 e il 17 febbraio 2011.
Il contributo di grande innovazione apportato dai nostri ricercatori ha prodotto, negli ultimi anni, in questo settore un elevato numero di pubblicazioni scientifiche e brevetti internazionali. Questo importante traguardo da una parte rilancia la ricerca italiana in ambito internazionale, dall’altra fornisce un esempio concreto, e quindi un modello, di collaborazione pubblico-privata tra l’Università e una grande realtà industriale come Ericsson.

lunedì 7 marzo 2011

E' tutto vero

Vi segnalo questo articolo.

Cos'è la ricerca. Davvero.

E' tutto vero, o quasi.Credo che il collega abbia ragione: serve una riflessione.

mercoledì 23 febbraio 2011

Non possiamo permettercelo

Francesco Sylos Labini segnala un intervento di Guido Possa. Copioincollo:
Guido Possa (Milano, 15 gennaio 1937) è un politico italiano. Laureato in ingegneria meccanica nucleare presso il Politecnico di Milano, [...]”. Inizia così la voce su Wikipedia dedicata all’onorevole Possa, ora presidente della Commissione Cultura del Senato, che l’altro giorno alla trasmissione Tutta la città ne parla” su Radio3, ci spiegava il concetto che il suo amico Silvio B. ci aveva già illustrato con queste semplici parole: perché dovremmo pagare uno scienziato quando facciamo le migliori scarpe del mondo? Nelle parole di Possa: “Vi è in atto un processo di contenimento dello spesa pubblica in tutti i paesi del mondo dunque è necessario tagliare… Bisogna concepire la ricerca come un formidabile processo internazionale in cui il nostro apporto è di qualche percento… Noi siamo un paese che ha limiti e bisogna prendere atto di questi limiti. Non possiamo assolutamente più pensare di essere un paese di serie A in tanti settori perché le ricerche sono condotte con mezzi che non possiamo permetterci.”
Forse Possa parlava a titolo personale. Voglio sperarlo, ma in realtà le sensazioni e i dati dicono tutti che Francesco ha ragione. Possa è la gola profonda, egli dice quello che i rappresentanti del governo non hanno il coraggio di dire pubblicamente: cioè che l'obiettivo di questo governo è quella di contrarre sensibilmente le risorse per la ricerca, non per migliorare il settore (scusa ridicola), ma per affossarlo. Perché la ricerca non è considerata un asset strategico.
Non possiamo più pensare di essere un paese di serie A, non possiamo permettercelo.
Chissà a quali settori si riferiva? Nel frattempo, noi non possiamo bandire assegni di ricerca (ovvero borse di studio post laurea e post dottorato). Perché con le vecchie regole non è più possibile; e perché le nuove non sono ancora state varate.  I giovani che contavano di partecipare e vincere una di queste borse devono rassegnarsi e aspettare. Oppure andarsene.

Inoltre, adesso la priorità del governo è il processo breve. Quindi, che volete che vi dica? Cari colleghi non strutturati, cari studenti, scappate da questo paese finché potete, fatevi assumere all'estero, da gente che vi apprezza e vi paga bene.

mercoledì 5 gennaio 2011

Innovare la mobilità

Venerdì 14.00, alle 9.30, sarò invitato a un dibattito pubblico sulla mobilità sostenibile organizzato dal comune di Pisa. Se volete, potete venire a trovarmi e a sentire quello che ho da dire al nuovo centro espositivo di San Michele degli Scalzi (nella foto qui su).

Mi raccomando: se venite perché lo leggete qui, mi farebbe piacere se veniste a trovarmi dopo la presentazione, magari per fare quattro chiacchere!

martedì 4 gennaio 2011

Questa è mondiale

Da Blitz quotidiano:
Laurea in Ingegneria “falsa” inserita nel curriculum presentato per poi ottenere un incarico: l’ex senatore leghista Claudio Regis, 66 anni, divenuto vice commissario straordinario dell’Enea (l’Agenzia per l’energia e l’ambiente), è stato condannato dalla Corte dei Conti.
Dovrà pagare 73 mila euro per danno erariale. A questa somma potrebbe aggiungersene anche un’altra, 186 mila euro chiesti dall’Enea, parte civile in un procedimento penale per truffa e sostituzione di persona.
“Tutto nasce dopo una singolare sortita da parte del leghista che, da poco al vertice dell’Ente energia con un primo decreto del Consiglio dei ministri, polemizzò con il premio Nobel Carlo Rubbia, appena defenestrato dalla presidenza. Siamo a fine luglio 2005, in carica c’è il penultimo governo Berlusconi: lo scienziato bolla il cda dell’Enea come «il branco» in mano ai partiti, e viene messo alla porta. E Regis accusa: «Nessuno mette in discussione le competenze di Rubbia sulle particelle, ma quando parla di ingegneria è un sonoro incompetente»”, spiega Alessandro Fulloni sul Corriere della Sera.
(via Darwin).

NO COMMENT.

venerdì 24 dicembre 2010

Novità e auguri

Prima di farvi gli auguri di buone feste, volevo comunicarvi che il buon Peppe Liberti mi ha coinvolto nell'iniziativa Research Blogging, in italiano.

Research Blogging è un aggregatore di blog che commentano articoli scientifici già pubblicati o in procinto di pubblicazione. L'unico requisito è che i post riguardino articoli che siano stati sottoposti a peer review, e quindi che abbiano in qualche modo già passato un test di "affidabilità" da parte di esperti nel settore. Peppe Liberti,  Amedeo Balbi, and Moreno Colaiacovo sono gli editor della versione italiana del sito, che ha ufficialmente aperto proprio oggi. 

E quindi, oggi tra la preparazione della besciamella per le lasagne e quella della salsa per il vitel tonè, ho scritto questo post. E, a proposito: Research Blogging cerca altri volontari per contribuire al progetto. Quindi, se qualche volta scrivete di ricerca, specialmente in Informatica, andate a registrare il vostro blog!

E con questo è tutto per ora. Buon natale (qualunque cosa significhi per voi).

venerdì 3 dicembre 2010

E' andata

E' stato forse il talk tecnicamente più difficile della mia vita, perché è un lavoro complicato, ed è difficile farne un sommario "comprensibile" in soli 30 minuti. Alla fine è andata benino. Sanjoy, Jim, Steve e Alan mi hanno fatto i complimenti per la presentazione, sembravano entusiasti. Gli altri probabilmente me li sono persi per strada dopo 10 minuti.

Io invece non sono rimasto tanto contento di come sono andato: mi sono scordato di dire almeno 3 cose importanti per la fretta di terminare nei 30 minuti regolamentari, e in almeno un paio di casi mi sono dilungato un po' troppo. Va beh, se gli è piaciuto il lavoro, si leggeranno il paper (se volete dare un'occhiata, eccolo qui, e qui la mia presentazione).

Domani mattina lavoro per un paio d'ore e poi relax; sabato ripartirò per arrivare domenica (maltempo permettendo). E il jet lag mi stenderà di nuovo: non ho fatto in tempo ad abituarmi, che già tra poco mi toccherà riadattarmi. Inoltre, il jet lag che si ha andando verso est lo soffro in maniera particolare: ci metto il doppio ad abituarmi.

Se resterò sveglio fino a notte fonda, mi metterò a scrivere sul blog...

sabato 20 novembre 2010

Opporsi

Domani vado in Svezia, vicino Stoccolma. Lunedì devo fare l'opponent (il controrelatore, ovvero l'avvocato del diavolo) di un candidato PhD svedese (cioè, più o meno svedese: mi sa che è di nazionalità Giordana). In Svezia funziona così:

1) il candidato fa la sua presentazione di 30 minuti circa di fronte al committee.

2) Poi parla l'opponent per circa un'ora (*), durante il quale ci si aspetta che critichi il lavoro di tesi

3) Poi il candidato risponde ai rilievi dell'opponent,

4) e infine ci sono le domande dal committee.

In pratica dovrò fare la carogna bastarda e assetata di sangue (**). Di solito, quando devo distruggere qualcuno mi bastano 10 minuti, quindi stamattina sono qui che leggo e rileggo la tesi, cercando di capire come riempire tutto il tempo a mia disposizione! Qualche suggerimento? Mi metto a raccontare qualche barzelletta alla Berlusconi?

(*) La Svezia è l'unico paese al mondo dove il controrelatore fatica più del relatore. Mah.

(**) Ma poi alla fine sono sempre troppo buono, ed è per questo che è la seconda volta che mi chiamano a fare l'opponent.

sabato 30 ottobre 2010

Retromarcia

Vi avevo già detto che il bando FIRB aveva dei requisito un tantino restrittivi, e che le lamentele erano state piuttosto vibranti. Adesso, cambiano in corsa le regole per il FIRB, come annunciato dall'Ing. Massulli per le vie brevi, trovate il decreto qui:
a) Linea d'intervento 1: a dottori di ricerca italiani o comunitari, non  strutturati presso gli atenei italiani, statali o non statali, i consorzi interuniversitari, e gli enti pubblici di ricerca afferenti al MIUR, che non abbiano già compiuto il 33° anno di età alla data del 23 novembre 2010, e che, alla stessa data, abbiano conseguito il dottorato di ricerca  da almeno  2 anni;
b) Linea d'intervento 2: a dottori di ricerca italiani o comunitari, non  strutturati presso gli atenei italiani, statali o non statali, i consorzi interuniversitari, e gli enti pubblici di ricerca afferenti al MIUR,  che non abbiano già compiuto il 36° anno di età alla data del 23 novembre 2010, e che, alla stessa data, abbiano conseguito il dottorato di ricerca  da almeno  4 anni;
In pratica hanno allargato un pochino i requisiti: nella linea a) si passa da 32 a 33 anni; nella linea b) si passa da 6 anni dal dottorato, a 4 anni dal dottorato.
Per me l'idea di fondo di porre limiti è sempre sbagliata in linea teorica, ma capisco che ci sono problemi pratici e mi accontento. Inoltre, do atto all'Ing. Massulli di aver saputo ritornare sui suoi passi, cosa non scontata di questi tempi.

sabato 23 ottobre 2010

Fondi di ricerca

In un post precedente vi avevo detto del bando "Futuro in ricerca" del ministero, che ha dei requisito piuttosto stringenti, eufemisticamente parlando. Infatti, già nella pagina web si enunciano i requisiti per partecipare:
Riservati a dottori di ricerca italiani o comunitari, non strutturati, che non abbiano compiuto il 32° anno di età alla data di scadenza del bando e che, alla stessa data, abbiano conseguito il dottorato di ricerca da più di 2 anni e da meno di 6 anni
oppure
Riservati a dottori di ricerca italiani o comunitari, non strutturati, che non abbiano compiuto il 36° anno di età alla data di scadenza del bando e che, alla stessa data, abbiano conseguito il dottorato di ricerca da più di 6 anni e da meno di 10 anni
o infine:
Riservati a giovani docenti o ricercatori che non abbiano compiuto il 40° anno alla data di scadenza del bando, già strutturati presso gli atenei italiani, statali o non statali, e gli enti pubblici di ricerca afferenti al MIUR

Inoltre: per le prime due linee di intervento, è richiesto che il proponente abbia almeno 3 pubblicazioni ISI; per l'ultima linea invece no. Strano, vero?

In seguito alle numerose lamentele sui requisiti di accesso, mi è arrivata questa e-mail da parte della nostra segreteria:
abbiamo rivolto un quesito al responsabile del procedimento del Bando 2010 Firb Futuro in Ricerca sulla severità dei requisiti di accesso (limiti di età e di conseguimento dottorato) del bando stesso.
Il responsabile, Ing. Mauro Massulli, ha comunicato che il bando in argomento è teso a privilegiare solo talune categorie di giovani, tuttavia ha anche constatato che una certa fascia intermedia di giovani ricercatori rimane svantaggiata.
Conclude con queste parole che riporto in versione integrale: < Ciò non esclude che al bando attuale possano essere apportate modifiche tese ad attenuare la severità dei requisiti di accesso> ed inoltre aggiunge che con i prossimi bandi, coloro che oggi risultano esclusi, potranno direttamente presentare un progetto, oltre che partecipare a quelli presentati da altri.
Non so se le parole sono state riportate correttamente, ma l'ing. Massulli sembra adombrare un cambio in corsa dei requisiti, cosa che mi sembra sinceramente poco probabile. E poi dice che chi è rimasto fuori potrà partecipare ai progetti degli altri (ah ah).

Infine, ecco un estratto dell'e-mail di uno dei miei colleghi docenti:
In realta' qui non si tratta di privilegiare alcune categorie come dice il direttore Ing. Masulli, ma di un bando DISCRIMINATORIO in base all'eta'. Infatti la matematica e' semplice. Esempio Linea intervento 1 budget 10 milioni: Ammessi non strutturati fino a 32 con almeno 2 anni post-dottorato e 3 pubblicazioni; linea intervento 2 budget 20 milioni: ammessi non strutturati fino a 36anni con almeno 6 anni di post-dottorato 6 pubblicazioni; linea intervento 3 budget 20 milioni: ricercatori fino a 40 anni. Facendo due conti: 19 anni inizio percorso universitario + 5 anni laurea quinquennale + 3 anni dottorato + 6 anni post-doc = 33 anni, se tutto e' filato liscio, compresa la difesa del dottorato entro la magica data di scadenza del bando ovvero Novembre 2010. Evidentemente i giovani da 32+1 giorno a 33-34 anni NON possono partecipare. Chiedo ai colleghi giuristi se ci sono margini per mettere in discussione il bando stesso. L'altro aspetto "peculiare" è che per le linee di intervento 1 e 2 i criteri sono stringenti, ovvero almeno 3 o 6 pubblicazioni su riviste ISI mentre per i ricercatori scompaiono le richieste di pubblicazioni!

A mio avviso il fatto che l'Ing Masulli ammetta che "Ciò non esclude che al bando attuale possano essere apportate modifiche tese ad attenuare la severità dei requisiti" suggerisce che si siano accorti che il bando così com'è non va bene. Di conseguenza ritengo fondamentale che si eserciti una forte pressione, ad es. coinvolgendo la CRUI e/o sommergendo di e-mail la casella di Masulli. Ritengo inoltre che la cosa sia dovuta per i nostri giovani, alcuni dei quali gia' scottati dalla gestione avventurosa del bando Firb giovani precedente. Ho sentito da più voci uno scoramento e una voglia di "abbandonare" che mi ha molto preoccupato.
Naturalmente, la suddetta e-mail ha ricevuto il plauso di tutti noi. Se volete unirvi nella protesta, non avete che da farmelo sapere.