giovedì 14 ottobre 2010

Quer pasticciaccio brutto

Lo stato delle cose riguardo alla riforma dell'Università dovrebbe essere ormai noto, farò solo un breve riassunto:
  • La riforma è bloccata, ferma per un mese o forse molto di più, chi lo sa. L'avevano calendarizzata in parlamento per il oggi, ma è stata rinviata a data da destinarsi. Infatti per tenersi buoni i ricercatori, un emendamento della maggioranza prevedeva di "promuoverne" una certa percentuale a professore ordinario, ma hanno fatto presente che non c'era la copertura. E quindi per ora si aspetta che Tremonti trovi sta copertura, che lui dice probabilmente verso la fine dell'anno arriverà (seee).
  • Nel frattempo i ricercatori protestano: non scioperano, badate bene, semplicemente si rifiutano di tenere corsi; e poiché da contratto non è previsto che i ricercatori tengano corsi, tecnicamente non è affatto uno sciopero. Semplicemente, i ricercatori si rifiutano di fare una cosa che non è nel loro contratto. Il problema è che in molte facoltà i ricercatori sono essenziali; se non si presentano in consiglio, manca il numero legale, e quindi non si può approvare la programmazione didattica; e non facendo corsi, alcune facoltà non potrebbero comunque approvare alcuna programmazione didattica per alcune lauree. E il governo non può neanche protestare più di tanto. L'avete sentita la Gelmini in TV sull'Università? No? Certo, perché non ha niente da dire. 
  • Ma perché i ricercatori protestano, rifiutandosi di fare una cosa che fino ad ieri facevano senza tante menate? Semplice: nella riforma Gelmini, il ruolo del ricercatore andrà a esaurimento (cioé non saranno mai più banditi posti da ricercatore), e si faranno invece posti da ricercatori a tempo determinato, la cosidetta Tenure Track de noantri, di cui ho già parlato (male) qualche tempo fa. L'idea è che uno si fa un contratto 3+3, e poi se è bravo vince un concorso da professore associato, e tutti vissero felici e contenti. E se non è bravo: sarà esposto al pubblico ludibrio, probabilmente, perché dopo i 6 anni lo buttano fuori, e non è chiaro che fine farà.
  • Con questa riforma, i ricercatori a tempo indeterminato (TI) attuali hanno paura che ci si scordi di loro; che gli sia impedito di partecipare al concorso da professore associato; che diventino insomma dei paria (come in parte sono già adesso). Paura giustificata? Probabilmente, perché dalla legislazione italiana ci si può aspettare di tutto. Se non sbaglio, la prima soluzione prospettata fu che potessero anche loro concorrere ai posti da associato insieme a tutti gli altri. Ma loro non si fidano, e allora la maggioranza ha promesso, con un emendamento, una specie di mezza ope-legis mascherata: un tot di posti da professorie associato da qui al 2016 saranno riservati alla categoria "protetta" dei ricercatori TI. Ed è questo il punto che è senza copertura.
  • Per il sottoscritto, una qualunque quota di posti riservati è comunque troppo. Sempre ope legis è: e che un ministro che si riempe continuamente la bocca di meritocrazia e liberismo ammetta questp andazzo qui è ridicolo. Ma è una mia posizione personale, ci mancherebbe, magari sono io ad essere sbagliato. Solo che probabilmente la pensa così anche il ministro, che infatti si guarda bene di sbandierarla ai 4 venti: oggi il minzoliniano Tg1 parlava di reperire fondi (non si sa bene per cosa) e che Tremonti aveva già promesso di attivarsi. E se è vero che siamo praticamente sotto elezioni, è anche piuttosto chiaro perché si stanno muovendo in direzione contraria a quanto fatto fino ad adesso (cioè allargare i cordoni della borsa, invece di tagliare). Secondo me, i più penalizzati di tutti invece, come al solito, saranno i nuovi entrati, che cominceranno questo ignoto percorso verso la tenure track. Ma evito di ripetermi, non sono certo Paganini io.
  • Nel frattempo ho avuto modo di leggere meglio questa riforma epocale. Una vera schifezza, lasciatemelo dire. Il Rettore diventerà un piccolo reuccio, avrà tutto il potere nelle sue mani (come adesso, ma messo nero su bianco). Le baronie? Aumenteranno. Infatti, la quota da distribuire in modo "meritocratico" tra le università non è specificata, ma i numeri che sono girati sono ridicoli: si parla di andare dal 3% al 7%. E' totalmente ridicolo, non cambierà niente. Come si farà questa famosa valutazione è tutto da decidere, l'ANVUR non è mai partita, e il CIVR aveva detto di cominciare tutto entro settembre, ma scommetto pizza e birra che non se ne parlerà fino all'anno prossimo.
  • Nel frattempo, la follia dei nostri dirigenti non ha limiti: i concorsi sono diventati qualcosa di completamente insensato, basta leggersi il bando dei FIRB (futuro in ricerca) dedicato ai giovani. Beh, leggete questa:
    Riservati a dottori di ricerca italiani o comunitari, non strutturati, che non abbiano compiuto il 32° anno di età alla data di scadenza del bando e che, alla stessa data, abbiano conseguito il dottorato di ricerca da più di 2 anni e da meno di 6 anni.
    oppure
    Riservati a dottori di ricerca italiani o comunitari, non strutturati, che non abbiano compiuto il 36° anno di età alla data di scadenza del bando e che, alla stessa data, abbiano conseguito il dottorato di ricerca da più di 6 anni e da meno di 10 anni
    in pratica, devi azzeccare la finestra giusta, una lotteria. Abbiamo fatto il conto: fra 40 giovani ricercatori TD qui alla Scuola Sant'Anna, rientrano nel bando solo in 10. Infatti, hanno messo dei limiti di età per i quali, o ti sei laureato con una laura facile in 5 anni esatti e hai cominciato subito il dottorato, oppure se hai ritardato anche solo di due anni per una qualunque motivo non ci rientri. Ridicolo. Perché l'hanno fatto? Ma per ridurre la quantità di domande, ovvio. 
  • Comincia ad incrinarsi anche la solidità della conferenza dei rettori, che aveva dato la sua approvazione al testo di legge: e ci credo, con il potere che acquistano i rettori, falli anche protestare. Intanto però moltissimi rettori hanno cominciato a passare dalla parte dei docenti e dei ricercatori. Politecnico di Milano, Milano Bicocca, e anche Augello, il nuovo rettore di Pisa, ha promesso battaglia contro la riforma. 
Insomma, siamo in mezzo al guado: la situazione attuale è insostenibile, e la riforma futura fa schifo. Che bella prospettiva. 

2 commenti:

  1. Sintesi perfetta e inquietante. Condivido.

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  2. Precisazione sul FIRB giovani: anche avendo conseguito diploma/laurea/dottorato nel minimo tempo possibile (14+5+5+3=27anni), se uno ha la sfiga di avere 32 o 33 anni (come il sottoscritto) non rientrera' nei criteri! Infatti, al 32esimo anno di eta' si e' fuori dalla fascia 1, mentre per entrare alla fascia 2 occorrono altri 6 anni di anzianita', ovvero piu' di 33 anni...

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