In questo momento su Rai Storia fanno vedere la storia dello sbarco di Garibaldi a Marsala, le celebrazioni dell'11 maggio 2010, con la visita del presidente Napolitano, la battaglia di Calatafimi.
Questa la nostra storia, la nascita della nostra nazione, e la mia non è semplice, stupida, retorica. La nostra storia ha un significato profondo, dobbiamo rispettarla.
Diario poco personale e molto personalizzato delle mie idee e opinioni. Per ricordarmi di come ero.
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martedì 5 ottobre 2010
domenica 22 agosto 2010
Cronache dalla Sicilia
Sono ancora in vacanza a Marsala, ho acceso il portatile pochissimo nel tentativo di disintossicarmi, tentativo riuscito solo in parte.
Non ho acceso la TV, non ho comprato giornali. Che bello. Poi ieri ho avuto la cattiva idea di comprare il Giornale di Sicilia, che leggo solo quando vengo a Marsala. Dopo aver saltato a pié pari le notizie politiche nazionali, mi soffermo sulla cronaca locale. E mi convinco ancora di più che la Sicilia è ormai irrecuperabile. Giudicate voi queste due notizie:
Regione, via alla stabilizzazione di 5 mila precari.
Non ho niente contro questi precari. Però non sono sicuro che l'amministrazione regionale abbia bisogno di altri 5000 dipendenti a tempo indeterminato. Mi sembra poi iniquo che i precari della regione vengano assunti, quelli della scuola invece licenziati. Ma passiamo oltre: con tutti questo personale, TI e TD, l'amministrazione regionale sarà efficientissima, no? Sembra invece che il nuovo museo Garibaldino a Marsala dovrà aspettare ancora a lungo, e per colpa della regione.
Il museo era stato progettato e i lavori erano cominciati negli anni '80, venne perfino Craxi a posare la prima pietra. Ma poi venne fuori che non tutte le autorizzazioni erano state concesse, e i lavori vennero bloccati a tempo indeterminato. Da anni, una orribile struttura in cemento campeggia sul lungomare di Marsala, ad eterno ricordo di uno degli inutili progetti del sud, dello spreco di denaro delle amministrazioni meridionali.
L'anno scorso, al sindaco Renzo Carini viene in mente di riavviare le procedure per terminare la costruzione del museo. Quindi, raccoglie tutta la documentazione necessaria, e ad agosto 2009 manda tutto alla regione presso l'ufficio competente per l'approvazione. La sua speranza era di poter chiedere a Napolitano, in visita a Marsala nel 150 anniversario dello sbarco dei mille, di porre la prima pietra.
Speranza vana, poiché ad oggi l'incartamento è sempre fermo in regione. Sembra che non sia stato ancora nominato l'ufficiale rogatore che deve apporre le necessarie firme sulle autorizzazioni. Un anno fermi, e chissà quando si procederà a questa nomina. Efficienza incredibile, vero?
Bah, per ora la situazione generale sembra davvero irrimediabile.
Non ho acceso la TV, non ho comprato giornali. Che bello. Poi ieri ho avuto la cattiva idea di comprare il Giornale di Sicilia, che leggo solo quando vengo a Marsala. Dopo aver saltato a pié pari le notizie politiche nazionali, mi soffermo sulla cronaca locale. E mi convinco ancora di più che la Sicilia è ormai irrecuperabile. Giudicate voi queste due notizie:
Regione, via alla stabilizzazione di 5 mila precari.
E' stata pubblicata sulla Gazzetta ufficiale della Regione Siciliana di oggi la circolare che indica le procedure per l'assunzione a tempo indeterminato dei precari in servizio nell'amministrazione regionale. Interessati alla stabilizzazione sono circa 5 mila dipendenti che lavorano già negli uffici della Regione, la maggior parte dei quali dal 1988, prima come Lsu e dal 2002-2006 con un contratto a tempo determinato.
L'inquadramento riguarderà il personale delle categorie A e B, le uniche per le quali, al momento, la legislazione nazionale consenta la stabilizzazione. L'approvazione del processo di stabilizzazione, avviato dalla giunta regionale lo scorso 29 luglio, segue l'accordo con i sindacati che a fine giugno era stato firmato dall'assessore regionale per le Autonomie locali e la Funzione pubblica, Caterina Chinnici, dopo che, nell'ultima legge finanziaria, per la prima volta, era stata prevista la dotazione organica del comparto (2.600 per la categoria A e 2.800 per la B), presupposto fondamentale per una stabilizzazione certa e definitiva.
"La pubblicazione della circolare sulla Gazzetta ufficiale - spiega l'assessore Chinnici - è un risultato che dimostra la bontà del lavoro condotto in sinergia con l'assessorato al Bilancio e con i sindacati. E' la realizzazione di un obiettivo che si può definire senz'altro storico, perchè, se da un lato, la stabilizzazione consente di mettere ordine nella dotazione organica della Regione, dall'altro, finalmente, da' certezza al futuro delle famiglie di tanti lavoratori che, quotidianamente, contribuiscono all'efficienza della macchina amministrativa, oltre a rappresentare un passo avanti per l'affermazione della legalità".
Non ho niente contro questi precari. Però non sono sicuro che l'amministrazione regionale abbia bisogno di altri 5000 dipendenti a tempo indeterminato. Mi sembra poi iniquo che i precari della regione vengano assunti, quelli della scuola invece licenziati. Ma passiamo oltre: con tutti questo personale, TI e TD, l'amministrazione regionale sarà efficientissima, no? Sembra invece che il nuovo museo Garibaldino a Marsala dovrà aspettare ancora a lungo, e per colpa della regione.
Il museo era stato progettato e i lavori erano cominciati negli anni '80, venne perfino Craxi a posare la prima pietra. Ma poi venne fuori che non tutte le autorizzazioni erano state concesse, e i lavori vennero bloccati a tempo indeterminato. Da anni, una orribile struttura in cemento campeggia sul lungomare di Marsala, ad eterno ricordo di uno degli inutili progetti del sud, dello spreco di denaro delle amministrazioni meridionali.
L'anno scorso, al sindaco Renzo Carini viene in mente di riavviare le procedure per terminare la costruzione del museo. Quindi, raccoglie tutta la documentazione necessaria, e ad agosto 2009 manda tutto alla regione presso l'ufficio competente per l'approvazione. La sua speranza era di poter chiedere a Napolitano, in visita a Marsala nel 150 anniversario dello sbarco dei mille, di porre la prima pietra.
Speranza vana, poiché ad oggi l'incartamento è sempre fermo in regione. Sembra che non sia stato ancora nominato l'ufficiale rogatore che deve apporre le necessarie firme sulle autorizzazioni. Un anno fermi, e chissà quando si procederà a questa nomina. Efficienza incredibile, vero?
Bah, per ora la situazione generale sembra davvero irrimediabile.
lunedì 5 ottobre 2009
Era inevitabile
Scusatemi, dite pure che sono un mostro, vi autorizzo, ma non riesco ad essere totalmente solidale con i cittadini di Giampilieri. Mi dispiace tantissimo, davvero. Soprattutto per i bambini che hanno perso la vita in quel macello. Ma solidale con i messinesi, quello proprio no.
Il comandante dei vigili di Messina (credo), aveva chiesto 1.191 demolizioni di abitazioni (o parti di abitazione) abusive. Di cui 200 circa nel comune di Giampilieri. Di queste, nessuna è stata mai eseguita.
In Sicilia la politica ha un volto ben preciso: quello clientelare. Provate ad andare su una qualunque spiaggia della mia splendida isola: non potrete non notare decine, centinaia di costruzioni abusive, fino quasi alla battigia.
A Marsala, l'abusivismo è stato portato avanti in maniera scientifica. Negli anni '70, il benessere improvviso, dovuto soprattutto alla produzione vinicola, spinse i marsalesi a dotarsi della "casa di campagna". Chi si limitava a ristrutturare vecchie masserie, chi a costruire piccoli edifici sulle colline dietro la città. Ma la maggior parte si rivolsero allo splendido litorale sulla costa sud.
Il litorale era splendido, mi raccontava sempre mio padre (perché io non ebbi la fortuna di vederlo in tutto il suo splendore). Chilometri e chilometri (almeno 5!) di spiaggia finissima, un mare trasparente, da caraibi. La spiaggia era profonda anche fino ad un centinaio di metri, piena di dune e di vegetazione. Roba che, se sfruttata turisticamente, avrebbe reso Marsala un vero paese dei bengodi.
Ma i marsalesi, più contadini che gente di mare, non apprezzavano tutta questa sabbia: erano gli anni sessanta, si pensava solo a come guadagnare con il vino. La sabbia fu usata in parte per costruire le nuove case di Marsala; poi si decise di fare una strada litoranea che arrivasse fino a Mazara. La litoranea si mangiò un bel po' di sabbia. Il resto se la mangiarono le costruzioni che avevavo cominciato a spuntare come funghi alla velocità della luce. In pochi anni, il litorale fu completamente occupato. Quando dico completamente, dovete credermi sulla parola. E se non ci credete, guardate pure qua.
Visualizzazione ingrandita della mappa
Ci sono soltanto 3 lidi a Marsala, che si fanno spazio tra le case abusive. Ci sono perché c'erano anche prima dell'assalto (se no, buonanotte); e fino a qualche anno fa, non c'era altro passaggio verso il mare. I marsalesi, infatti, dopo aver costruito selvaggiamente le case, dotarono le strettissime viuzze che erano rimaste tra una casa e l'altra di pesanti cancelli, per evitare furti nei mesi invernali, e per impedire agli altri l'accesso alla spiaggia, che era di fatto diventata quasi privata.
Fatto sta che la situazione era diventata talmente insostenibile che il sindaco Lombardo, ormai più di 10 anni fa, decise di aprire di forza le stradine, numerarle e indicarle con dei cartelli, per permettere alla gente come me che non aveva avuto modo di partecipare all'assalto di godersi un po' di mare. Chissà come, molte di queste strade hanno resistito anche il dopo Lombardo, altre sono state irrimediabilmente richiuse.
Sulla regolarità di tali costruzioni, vi lascio immaginare. Niente scarichi fognari, ma pozzi neri; niente acquedotto, ma enormi taniche piazzate sui tetti, da riempire periodicamente di acqua. Progetti? Tse! Fatti dal muratore. Cemento? A caso, a seconda dei "calcoli" del muratore. Però subito luce e telefono, ci mancherebbe. La babele fu regolarmente condonata con diversi e ripetuti condoni, ora nazionali, ora regionali. I politici si spendevano sempre tutti a difesa del "diritto" dei proprietari ad avere una casa, dimenticando sempre di dire che in realtà si trattava di indecenti seconde case. E d'altronde, anche loro avevano le loro ville sul mare, ci mancherebbe. Tutti parte della stessa barca, e guai a chi si lamentava.
E non crediate che si trovino solo casupole. Sul lungomare si trovano anche immense ville, con splendidi giardini e con prato inglese regolarmente annaffiato tutti i giorni, circondate da imponenti mura, a dieci metri dalla battigia.
Sì, solo dieci metri. Perché il mare si sta riprendendo tutto, e con gli interessi. La spiaggia continua a ridursi per l'inevitabile e prevedibile fenomeno dell'erosione. E ormai d'estate il mare lambisce i muretti e i muraglioni delle case e delle ville. D'inverno invece il mare entra dentro queste disgraziate costruzioni, con la forza dirompente che solo il mare sa esercitare, e infatti ogni anno bisogna fare sempre qualche ulteriore ristrutturazione, ricostruire il muro di tufi, rifare il prospetto mangiato dalla salsedine. E penso di essere facile profeta se vi dico che senza un qualche costosissimo intervento di riqualificazione la spiaggia dei marsalesi, e quindi anche mia, è destinata a sparire per sempre, inghiottita dal mare.
Non è colpa dei politici, no. Non è colpa del governo. Se questo è lo stato delle cose, la colpa è dei siciliani. Punto.
La colpa è dei marsalesi, che non si sono fatti scrupolo di costruire abusivamente su suolo pubblico. Dei marsalesi che non hanno mai pensato alla "res-publica" come qualcosa da rispettare perché di tutti, e quindi anche propria. Dei marsalesi, che costruiscono e costruiscono, e tutto in nero mi raccomando, che tanto poi un condono arriva sempre. Dei marsalesi che non hanno mai pensato che poi sono loro e i loro figli a dover abitare quelle case malferme. Dei marsalesi, che non hanno pensato al loro futuro, e al futuro della propria città, e quindi dei propri figli.
Per questo non riesco a essere solidale con la gente di Giampilieri, e mi dispiace di essere così duro di cuore, davvero. Ma dovevate pensarci prima. Mi dispiace dirlo, ma era inevitabile che succedesse.
Il comandante dei vigili di Messina (credo), aveva chiesto 1.191 demolizioni di abitazioni (o parti di abitazione) abusive. Di cui 200 circa nel comune di Giampilieri. Di queste, nessuna è stata mai eseguita.
In Sicilia la politica ha un volto ben preciso: quello clientelare. Provate ad andare su una qualunque spiaggia della mia splendida isola: non potrete non notare decine, centinaia di costruzioni abusive, fino quasi alla battigia.
A Marsala, l'abusivismo è stato portato avanti in maniera scientifica. Negli anni '70, il benessere improvviso, dovuto soprattutto alla produzione vinicola, spinse i marsalesi a dotarsi della "casa di campagna". Chi si limitava a ristrutturare vecchie masserie, chi a costruire piccoli edifici sulle colline dietro la città. Ma la maggior parte si rivolsero allo splendido litorale sulla costa sud.
Il litorale era splendido, mi raccontava sempre mio padre (perché io non ebbi la fortuna di vederlo in tutto il suo splendore). Chilometri e chilometri (almeno 5!) di spiaggia finissima, un mare trasparente, da caraibi. La spiaggia era profonda anche fino ad un centinaio di metri, piena di dune e di vegetazione. Roba che, se sfruttata turisticamente, avrebbe reso Marsala un vero paese dei bengodi.
Ma i marsalesi, più contadini che gente di mare, non apprezzavano tutta questa sabbia: erano gli anni sessanta, si pensava solo a come guadagnare con il vino. La sabbia fu usata in parte per costruire le nuove case di Marsala; poi si decise di fare una strada litoranea che arrivasse fino a Mazara. La litoranea si mangiò un bel po' di sabbia. Il resto se la mangiarono le costruzioni che avevavo cominciato a spuntare come funghi alla velocità della luce. In pochi anni, il litorale fu completamente occupato. Quando dico completamente, dovete credermi sulla parola. E se non ci credete, guardate pure qua.
Visualizzazione ingrandita della mappa
Ci sono soltanto 3 lidi a Marsala, che si fanno spazio tra le case abusive. Ci sono perché c'erano anche prima dell'assalto (se no, buonanotte); e fino a qualche anno fa, non c'era altro passaggio verso il mare. I marsalesi, infatti, dopo aver costruito selvaggiamente le case, dotarono le strettissime viuzze che erano rimaste tra una casa e l'altra di pesanti cancelli, per evitare furti nei mesi invernali, e per impedire agli altri l'accesso alla spiaggia, che era di fatto diventata quasi privata.
Fatto sta che la situazione era diventata talmente insostenibile che il sindaco Lombardo, ormai più di 10 anni fa, decise di aprire di forza le stradine, numerarle e indicarle con dei cartelli, per permettere alla gente come me che non aveva avuto modo di partecipare all'assalto di godersi un po' di mare. Chissà come, molte di queste strade hanno resistito anche il dopo Lombardo, altre sono state irrimediabilmente richiuse.
Sulla regolarità di tali costruzioni, vi lascio immaginare. Niente scarichi fognari, ma pozzi neri; niente acquedotto, ma enormi taniche piazzate sui tetti, da riempire periodicamente di acqua. Progetti? Tse! Fatti dal muratore. Cemento? A caso, a seconda dei "calcoli" del muratore. Però subito luce e telefono, ci mancherebbe. La babele fu regolarmente condonata con diversi e ripetuti condoni, ora nazionali, ora regionali. I politici si spendevano sempre tutti a difesa del "diritto" dei proprietari ad avere una casa, dimenticando sempre di dire che in realtà si trattava di indecenti seconde case. E d'altronde, anche loro avevano le loro ville sul mare, ci mancherebbe. Tutti parte della stessa barca, e guai a chi si lamentava.
E non crediate che si trovino solo casupole. Sul lungomare si trovano anche immense ville, con splendidi giardini e con prato inglese regolarmente annaffiato tutti i giorni, circondate da imponenti mura, a dieci metri dalla battigia.
Sì, solo dieci metri. Perché il mare si sta riprendendo tutto, e con gli interessi. La spiaggia continua a ridursi per l'inevitabile e prevedibile fenomeno dell'erosione. E ormai d'estate il mare lambisce i muretti e i muraglioni delle case e delle ville. D'inverno invece il mare entra dentro queste disgraziate costruzioni, con la forza dirompente che solo il mare sa esercitare, e infatti ogni anno bisogna fare sempre qualche ulteriore ristrutturazione, ricostruire il muro di tufi, rifare il prospetto mangiato dalla salsedine. E penso di essere facile profeta se vi dico che senza un qualche costosissimo intervento di riqualificazione la spiaggia dei marsalesi, e quindi anche mia, è destinata a sparire per sempre, inghiottita dal mare.
Non è colpa dei politici, no. Non è colpa del governo. Se questo è lo stato delle cose, la colpa è dei siciliani. Punto.
La colpa è dei marsalesi, che non si sono fatti scrupolo di costruire abusivamente su suolo pubblico. Dei marsalesi che non hanno mai pensato alla "res-publica" come qualcosa da rispettare perché di tutti, e quindi anche propria. Dei marsalesi, che costruiscono e costruiscono, e tutto in nero mi raccomando, che tanto poi un condono arriva sempre. Dei marsalesi che non hanno mai pensato che poi sono loro e i loro figli a dover abitare quelle case malferme. Dei marsalesi, che non hanno pensato al loro futuro, e al futuro della propria città, e quindi dei propri figli.
Per questo non riesco a essere solidale con la gente di Giampilieri, e mi dispiace di essere così duro di cuore, davvero. Ma dovevate pensarci prima. Mi dispiace dirlo, ma era inevitabile che succedesse.
lunedì 31 agosto 2009
Il progresso
Stanno per finire le vacanze in Sicilia, e prima della partenza, io e mia moglie passeggiamo per il centro di Marsala per comprare gli ultimi regalini da portare ad amici e parenti toscani. Mi capita di passare davanti a una delle due librerie di Marsala.
Due librerie! A pensarci, ancora non ci si può credere. Marsala ha quasi 80.000 abitanti, ma sparsi in un territorio immenso diviso in più di 100 piccole contrade. Il centro storio è di dimensioni medie, e il livello culturale medio è (o dovrei dire era?) piuttosto bassino. Quando frequentavo il liceo, più di 20 anni fa ormai, non c'era nemmeno una libreria, e non mi sembrava che i marsalesi ne sentissero la mancanza, a parte ovviamente il sottoscritto e pochi altri. C'era solo una cartoleria che in un angolino teneva alcuni libri. Proprietario della cartoleria era il signor Pellegrino, il cui figlio aveva una vera passione per il libri. Quando ereditò l'esercizio, ormai molti anni fa, il figlio decise di trasformarlo nella Libreria Pellegrino. Pochissimi avrebbero scommesso sul successo dell'iniziativa. Una libreria a Marsala? I Marsalesi a leggere libri? Nessuno ce li vedeva.
Negli anni, Pellegrino accumulò una incredibile quantità di libri nel piccolo locale. Entrandoci, bisognava zig-zagare tra le cataste di libri, e sugli scaffali i libri erano disposti su più file. Il proprietario però si ricordava dove fosse ogni singolo volumetto che gli chiedevo, e rimanevo sempre piuttosto sorpreso quando lo vedevo riemergere dietro una catasta con un giallo di Durrenmatt piuttosto che con un saggio di Sciascia, come un bambino davanti all'ennesimo vecchio trucco di un vecchio prestigiatore. Al signor Pellegrino bisogna anche riconoscere un notevole spirito di iniziativa: sempre presente con una bancarella alle notti bianche che le varie amministrazioni hanno organizzato negli ultimi anni, cercava di coniugare l'esigenza di venire incontro al pubblico più "in" esponendo lussuosissime edizioni di storia Marsalese (ne avrà venduti un paio al massimo), con quella del pubblico più terra terra, che prediligeva le ricette di Suor Germana, o con i tascabili dedicati ai turisti per caso.
Poi arrivò la concorrenza, e forse diventò più duro tirare avanti da soli, chissà. Così adesso la Libreria Pellegrino è diventata un "Giunti al Punto". Il negozio ha meno fascino per me, ma non credo di avere il diritto di protestare, non potendo ritenermi più cittadino Marsalese a pieno titolo.
La seconda libreria è Mondadori ed è più recente. Il proprietario è un mio conoscente e coetaneo, Alfredo Bilardello, e devo dire la verità, è l'ultima persona al mondo che avrei immaginato potesse buttarsi in un'iniziativa del genere. Perché, e ormai l'avrete capito, i librai a Marsala hanno avuto vita dura. E se era dura per una libreria, figuratevi per due! La libreria di Alfredo è in posizione centralissima, nella piazza "Matrice" davanti la cattedrale, e sulla stessa via XI Maggio del concorrente Pellegrino. Eppure, sono passati tanti anni e sono sempre lì entrambi.
Qual'è la morale di questa storia? Non so se ci sia una morale, ma alcune cose degne di osservazione sì. Innanzitutto, nonostante tutti i fattacci e le schifezze, e nonostante la naturale propensione a lamentarci di noi italiani, e nonostante la ancora più naturale propensione al "gattopardismo" di noi siciliani, la nostra società si evolve e migliora. E avere dopo 20 anni due librerie in buona salute in una città come Marsala, secondo il mio modesto parere, è un segnale di notevole miglioramento. E poi: se vuoi far leggere la gente, devi dargli l'opportunità di farlo. E infine: chi l'ha detto che non ci sia voglia di rischiare in proprio, iniziativa personale e propensione all'imprenditoria in Sicilia? Basta dargli un minimo di possibilità.
Due librerie! A pensarci, ancora non ci si può credere. Marsala ha quasi 80.000 abitanti, ma sparsi in un territorio immenso diviso in più di 100 piccole contrade. Il centro storio è di dimensioni medie, e il livello culturale medio è (o dovrei dire era?) piuttosto bassino. Quando frequentavo il liceo, più di 20 anni fa ormai, non c'era nemmeno una libreria, e non mi sembrava che i marsalesi ne sentissero la mancanza, a parte ovviamente il sottoscritto e pochi altri. C'era solo una cartoleria che in un angolino teneva alcuni libri. Proprietario della cartoleria era il signor Pellegrino, il cui figlio aveva una vera passione per il libri. Quando ereditò l'esercizio, ormai molti anni fa, il figlio decise di trasformarlo nella Libreria Pellegrino. Pochissimi avrebbero scommesso sul successo dell'iniziativa. Una libreria a Marsala? I Marsalesi a leggere libri? Nessuno ce li vedeva.
Negli anni, Pellegrino accumulò una incredibile quantità di libri nel piccolo locale. Entrandoci, bisognava zig-zagare tra le cataste di libri, e sugli scaffali i libri erano disposti su più file. Il proprietario però si ricordava dove fosse ogni singolo volumetto che gli chiedevo, e rimanevo sempre piuttosto sorpreso quando lo vedevo riemergere dietro una catasta con un giallo di Durrenmatt piuttosto che con un saggio di Sciascia, come un bambino davanti all'ennesimo vecchio trucco di un vecchio prestigiatore. Al signor Pellegrino bisogna anche riconoscere un notevole spirito di iniziativa: sempre presente con una bancarella alle notti bianche che le varie amministrazioni hanno organizzato negli ultimi anni, cercava di coniugare l'esigenza di venire incontro al pubblico più "in" esponendo lussuosissime edizioni di storia Marsalese (ne avrà venduti un paio al massimo), con quella del pubblico più terra terra, che prediligeva le ricette di Suor Germana, o con i tascabili dedicati ai turisti per caso.
Poi arrivò la concorrenza, e forse diventò più duro tirare avanti da soli, chissà. Così adesso la Libreria Pellegrino è diventata un "Giunti al Punto". Il negozio ha meno fascino per me, ma non credo di avere il diritto di protestare, non potendo ritenermi più cittadino Marsalese a pieno titolo.
La seconda libreria è Mondadori ed è più recente. Il proprietario è un mio conoscente e coetaneo, Alfredo Bilardello, e devo dire la verità, è l'ultima persona al mondo che avrei immaginato potesse buttarsi in un'iniziativa del genere. Perché, e ormai l'avrete capito, i librai a Marsala hanno avuto vita dura. E se era dura per una libreria, figuratevi per due! La libreria di Alfredo è in posizione centralissima, nella piazza "Matrice" davanti la cattedrale, e sulla stessa via XI Maggio del concorrente Pellegrino. Eppure, sono passati tanti anni e sono sempre lì entrambi.
Qual'è la morale di questa storia? Non so se ci sia una morale, ma alcune cose degne di osservazione sì. Innanzitutto, nonostante tutti i fattacci e le schifezze, e nonostante la naturale propensione a lamentarci di noi italiani, e nonostante la ancora più naturale propensione al "gattopardismo" di noi siciliani, la nostra società si evolve e migliora. E avere dopo 20 anni due librerie in buona salute in una città come Marsala, secondo il mio modesto parere, è un segnale di notevole miglioramento. E poi: se vuoi far leggere la gente, devi dargli l'opportunità di farlo. E infine: chi l'ha detto che non ci sia voglia di rischiare in proprio, iniziativa personale e propensione all'imprenditoria in Sicilia? Basta dargli un minimo di possibilità.
mercoledì 5 agosto 2009
La Sicilia, terra del sole ...
Non so se vi ricordate, ma ho linkato qualche articolo nel passato riguardante questa nuova e promettente tecnologia (qui e qui). Tecnologia che l'Enea starebbe sperimentando negli impianti di Priolo (toh, in Sicilia). Tecnologia molto promettente, tanto che alcune società europee (soprattutto spagnole e tedesche) hanno deciso di impegnarci molti milioni di euro per lo sviluppo.
E noi italiani, che avremmo finalmente la possibilità di guadagnarci qualcosa sviluppando una tecnologia di punta? "Niente, è troppo costoso, meglio il nucleare (che invece ce lo danno gratis)".
Tra l'altro, il Sen. D'Alì è felice possessore delle "saline di trapani" che se non sbaglio funzionano con il sole, no? Ma chi suggerisce D'Alì? Sarà mica quella volpe di Zichichi?
(Inquietante retroscena: Marsalesi e trapanesi non si sopportano, quasi come pisani e livornesi. Io sono marsalese, D'Alì e Zichichi sono Trapanesi. Noi marsalesi chiamiamo i trapanesi "fangari", perché mancando Trapani delle fogne, e per la particolare conformazione del territorio, quando piove un po' di più la città si "infanga". Soprassiedo sull'ingiuria che i trapanesi affibbiano ai marsalesi).
mercoledì 29 aprile 2009
Aggiornamento sul nuovo ospedale
Sembra che l'ospedale San Biagio di Marsala stia letteralmente cadendo a pezzi, così il sindaco ha ordinato il trasferimento d'urgenza nella nuova struttura che non è ancora stata dichiarata agibile. Ricordate? Ne avevo parlato appena domenica scorsa.
Insomma, Marsala rischia di rimanere SENZA OSPEDALE.
Qui i dettagli.
Insomma, Marsala rischia di rimanere SENZA OSPEDALE.
Qui i dettagli.
domenica 26 aprile 2009
Il nuovo ospedale
L'Ars (assemblea regionale siciliana) ha recentemente varato la legge di riordino della sanità siciliana. L'assessore Russo, che ne è l'artefice, è raggiante. Sostiene che con la sua riforma a regime si potranno risparmiare parecchi milioni di euro (le cifre annunciate variano molto, sembra siano almeno 40), puro ossigeno per la disastrata situazione di bilancio della regione, e si potrà addirittura migliorare la qualità dei servizi.
La legge prevede una riorganizzazione delle strutture ospedaliere e delle Asl, con un taglio complessivo dei posti letto. Le Asl diminuiranno di numero, alcuni ospedali saranno considerati come importanti (ce ne sarà almeno uno per provincia), gli altri saranno considerati "di supporto", oppure declassati a "struttura di primo intervento"
Possiamo considerare l'intento tutto sommato lodevole. Direi che non c'era molto altro che si poteva fare: è finito il tempo delle vacche grasse, che in Sicilia è durato fin troppo, e bisognava stringere la cinghia dopo l'allegra gestione Cuffaro (anche se proprio oggi Stella ci segnala l'ennesima infornata di dirigenti).
Naturalmente, non è stato affatto facile far passare questa legge, e non certo per colpa dell'opposizione. Lombardo ha dovuto "pregare" i suoi deputati di turarsi il naso e di votare la legge, per il bene della Sicilia. Lombardo avrebbe anche promesso di andare in tutti i distretti dove sarebbero stati tagliati o accorpati i servizi per "prendersi tutta la responsabilità". E' abbastanza probabile infatti che più di qualcuno pagherà cara questa riforma alle prossime elezioni.
Tanto di cappello al centrodestra siciliano, quindi. Per una volta, sembra stiano andando verso una riduzione dei costi e degli sprechi. Quanto all'incremento della qualità sono abbastanza scettico. Quando si tagliano i costi e si opera una riorganizzazione strutturale di questa portata, difficilmente la qualità aumenta nell'immediato. Passeranno anni, e ci vorranno parecchi sforzi prima di poter effettivamente migliorare la qualità abbastanza bassa in certe sedi periferiche. Sempre che la nuova struttura organizzativa funzioni a dovere.
Mi preme qui parlare però di una delle vittime di questa riforma. Il "nuovo" ospedale di Marsala.
L'attuale ospedale di Marsala, il San Biagio, è una struttura fatiscente situata nel centro città. Marsala conta almeno 70.000 - 80.000 persone, e gli ospedali di Trapani e Castelvetrano distano almeno 25-30 Km.
Moltissimo tempo fa (non ricordo più: 20 anni? almeno!) si decise di cominciare la costruzione di un nuovo ospedale moderno e funzionale, situato fuori città in contrada Cardilla. L'ospedale fu fortemente sponsorizzato dall'On. Massimo Grillo, che a più riprese si fece garante presso la regione per la realizzazione di quest'opera.
Il resto è una storia già sentita decine e decine di volte: la costruzione non termina mai, i costi lievitano, ad un certo punto interviene la magistratura e blocca tutto, poi si ricomincia. Il passare del tempo, i vandali e i ladri fanno ogni volta dei danni, e ogni volta bisogna rifare o ricomprare qualcos'altro. Nel frattempo, si susseguono le inaugurazioni, più o meno ad ogni elezione. Ed ogni volta Grillo prometteva di battersi, oppure dimostrava di essersi battutto con successo, per la costruzione di questo ospedale.
Fatto sta che ad oggi, dopo non so più quanti soldi spesi (si dice 70-80 milioni di euro), l'ospedale non è ancora funzionante. Solo la farmacia ospedaliera ha potuto trasferirsi, i reparti invece stanno ancora al San Biagio. Sembra anche che per rendere pienamente operativa la nuova struttura servirebbero circa il doppio degli attuali dipendenti del San Biagio.
Oh, guardate bene che qui la mafia c'entra forse solo di striscio. Ci sono e ci sono sempre stati dei problemi politici non indifferenti: ai trapanesi per esempio l'ospedale di Marsala non sta per niente bene. E anche a Castelvetrano l'ospedale nuovo non va giù perché porterebbe via un bel po' di clienti. E quindi, i politici di Trapani e di Mazara hanno sempre remato contro. Tra promesse di apertura, attese spasmodiche, riunioni in prefettura, l'ospedale è ancora inutilizzato.
E, indovinate? L'ospedale di Marsala non fa parte dei piani della regione. Resterà quindi una bella cattedrale nel deserto (letteralmente, dato che intorno c'è molto poco), i marsalesi dovranno ancora a lungo accontentarsi del pessimo San Biagio, magari ulteriormente depotenziato dalla riforma, e armarsi di santa pazienza per andare a fare gli esami medici e i ricoveri nell'odiata Trapani.
Che succederà alle prossime elezioni? Saranno disposti i marsalesi ad andare ancora a votare il trapanese Sen. D'Alì?
La legge prevede una riorganizzazione delle strutture ospedaliere e delle Asl, con un taglio complessivo dei posti letto. Le Asl diminuiranno di numero, alcuni ospedali saranno considerati come importanti (ce ne sarà almeno uno per provincia), gli altri saranno considerati "di supporto", oppure declassati a "struttura di primo intervento"
Possiamo considerare l'intento tutto sommato lodevole. Direi che non c'era molto altro che si poteva fare: è finito il tempo delle vacche grasse, che in Sicilia è durato fin troppo, e bisognava stringere la cinghia dopo l'allegra gestione Cuffaro (anche se proprio oggi Stella ci segnala l'ennesima infornata di dirigenti).
Naturalmente, non è stato affatto facile far passare questa legge, e non certo per colpa dell'opposizione. Lombardo ha dovuto "pregare" i suoi deputati di turarsi il naso e di votare la legge, per il bene della Sicilia. Lombardo avrebbe anche promesso di andare in tutti i distretti dove sarebbero stati tagliati o accorpati i servizi per "prendersi tutta la responsabilità". E' abbastanza probabile infatti che più di qualcuno pagherà cara questa riforma alle prossime elezioni.
Tanto di cappello al centrodestra siciliano, quindi. Per una volta, sembra stiano andando verso una riduzione dei costi e degli sprechi. Quanto all'incremento della qualità sono abbastanza scettico. Quando si tagliano i costi e si opera una riorganizzazione strutturale di questa portata, difficilmente la qualità aumenta nell'immediato. Passeranno anni, e ci vorranno parecchi sforzi prima di poter effettivamente migliorare la qualità abbastanza bassa in certe sedi periferiche. Sempre che la nuova struttura organizzativa funzioni a dovere.
Mi preme qui parlare però di una delle vittime di questa riforma. Il "nuovo" ospedale di Marsala.
Moltissimo tempo fa (non ricordo più: 20 anni? almeno!) si decise di cominciare la costruzione di un nuovo ospedale moderno e funzionale, situato fuori città in contrada Cardilla. L'ospedale fu fortemente sponsorizzato dall'On. Massimo Grillo, che a più riprese si fece garante presso la regione per la realizzazione di quest'opera.
Il resto è una storia già sentita decine e decine di volte: la costruzione non termina mai, i costi lievitano, ad un certo punto interviene la magistratura e blocca tutto, poi si ricomincia. Il passare del tempo, i vandali e i ladri fanno ogni volta dei danni, e ogni volta bisogna rifare o ricomprare qualcos'altro. Nel frattempo, si susseguono le inaugurazioni, più o meno ad ogni elezione. Ed ogni volta Grillo prometteva di battersi, oppure dimostrava di essersi battutto con successo, per la costruzione di questo ospedale.
Fatto sta che ad oggi, dopo non so più quanti soldi spesi (si dice 70-80 milioni di euro), l'ospedale non è ancora funzionante. Solo la farmacia ospedaliera ha potuto trasferirsi, i reparti invece stanno ancora al San Biagio. Sembra anche che per rendere pienamente operativa la nuova struttura servirebbero circa il doppio degli attuali dipendenti del San Biagio.
Oh, guardate bene che qui la mafia c'entra forse solo di striscio. Ci sono e ci sono sempre stati dei problemi politici non indifferenti: ai trapanesi per esempio l'ospedale di Marsala non sta per niente bene. E anche a Castelvetrano l'ospedale nuovo non va giù perché porterebbe via un bel po' di clienti. E quindi, i politici di Trapani e di Mazara hanno sempre remato contro. Tra promesse di apertura, attese spasmodiche, riunioni in prefettura, l'ospedale è ancora inutilizzato.
E, indovinate? L'ospedale di Marsala non fa parte dei piani della regione. Resterà quindi una bella cattedrale nel deserto (letteralmente, dato che intorno c'è molto poco), i marsalesi dovranno ancora a lungo accontentarsi del pessimo San Biagio, magari ulteriormente depotenziato dalla riforma, e armarsi di santa pazienza per andare a fare gli esami medici e i ricoveri nell'odiata Trapani.
Che succederà alle prossime elezioni? Saranno disposti i marsalesi ad andare ancora a votare il trapanese Sen. D'Alì?
lunedì 30 marzo 2009
Cronache Marsalesi - I
Sono in semi-ferie a Marsala. Semi-ferie perché sto chiudendo una proposta di progetto europeo, e quindi non è che possa andare tanto a vacanzeggiare, e poi fa brutto tempo. In compenso, nonostante il colesterolo, non posso proprio sottrarmi al mio dovere di golosone. Qui sotto potete vedere una piccolissima parte delle cose che ho ingurgitato (scusate per la bassa qualità delle mie foto dal telefonino):
Ah, dimenticavo: alla pasticceria stamattina c'erano i numerini, io avevo il 7, e quando sono entrato erano arrivati al 91. Alla faccia della crisi! (però la pasticceria mignon viene solo 12 euro al chilo).
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Cus cus di pesce delle mamma |
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Zuppa di granchio e scampi (finita nel cus cus) |
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Panorama della pasticceria "Savoia", domenica mattina |
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La mitica "setteveli" |
Ah, dimenticavo: alla pasticceria stamattina c'erano i numerini, io avevo il 7, e quando sono entrato erano arrivati al 91. Alla faccia della crisi! (però la pasticceria mignon viene solo 12 euro al chilo).
sabato 2 agosto 2008
In vacanza
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Sono ufficialmente in vacanza da lunedì scorso. Come ogni anno sono tornato nella terra "dei patri" a ristorarmi. Non vi dico cosa mia "matre" mi sta facendo mangiare da 5 giorni a questa parte per non attivare la vostra salivazione. Mi manca ancora il piatto principe, comunque, che è il cous cous di pesce. Se non l'avete mai provato, non sapete cosa vi perdete!
Spero di limitare i "danni" a non più di 3 chili di aumento di peso (che per uno già sovrappeso come me non sono pochi).
A proposito, il posto in cui mi trovo una volta si chiamava Scacciamennule (trad. schiaccia mandorle).
E se mai deciderete di visitare questi posti, potrete godere di questi panorami (cliccate sulla foto per un ingrandimento):
Buone vacanze, dovunque voi siate!
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