Marco Delmastro ha vinto un concorso al CNRS: ecco un altra eccellenza italiana che va in Francia (anche se praticamente ci stava ormai da tempo). Ormai la Francia non ha neppure più bisogno di formare buoni ricercatori: ci pensa l'Italia a prepararli per bene e a mandarglieli in regalo. Nell'ormai lontano 2007 Marco Cirelli e colleghi scrivevano questa lettera al ministro Mussi, paventando un sistema italiano della ricerca ormai quasi al collasso: dei posti messi a conorso al CNRS, ben 35% erano stati vinti da Italiani, e la percentuale è rimasta più o meno la stessa negli anni a seguire.
E a me sembra che il sistema universitario italiano sia ormai avviato verso la definitiva autodistruzione: non credo che ci riprenderemo facilmente da anni e anni di sfacelo.
Giusto per aggiungere un pizzico di esperienza personale: nella mia ricerca di lavoro, a inizio 2011 mi sono anche iscritto a un concorso universitario da ricercatore FIS/01 a Torino, giusto per non lasciare nulla di intentato, e consapevole che si trattava di un concorso abbastanza "aperto", e in linea di principio solo per titoli e colloquio. A oggi, a più di 7 mesi dalla scadenza del bando, la commissione del concorso non è stata ancora nominata. Per me non si trattava di una opportunità seria - come dici bene, dall'Italia me ne sono andato per scelta ormai tempo fa, consapevole che non sarei tornato - ma per quelli per cui quel posto rappresenta l'unica possibilità? Mah.
RispondiEliminaLa mancanza di prospettive, ecco il problema in assoluto più grave dell'università italiana in tutti questi anni. All'estero si programma: in Italia si va allo sbaraglio.
RispondiEliminaOrmai tutti i miei ex colleghi stanno andando in Francia dove, secondo le stime fornitemi da un prof francese rappresentato i 2/3 dei ricercatori del CNRS. Perfino gli inglesi stanno emigrando lì!
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