Diario poco personale e molto personalizzato delle mie idee e opinioni. Per ricordarmi di come ero.
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giovedì 28 luglio 2011
Lungo o corto
Ma alla fine il processo deve essere breve (e anche qui) o lungo? Risposta alla domanda retorica: tutto va bene purché quelli di SB vadano in prescrizione.
(l'immagine è presa da qui).
domenica 13 marzo 2011
Riforma della giustizia
Io la penso più o meno come lui (1) e (2).
Ovvero: va bene la separazione delle carriere: ma da qui a dire che la riforma è perfetta ce ne corre. In particolare, ho parecchi e fondati dubbi sulla limitazione dell'obbligatorietà dell'azione penale, e sulla responsabilità civile dei giudici. Stralciando queste due cose, per me si potrebbe fare.
Ovvero: va bene la separazione delle carriere: ma da qui a dire che la riforma è perfetta ce ne corre. In particolare, ho parecchi e fondati dubbi sulla limitazione dell'obbligatorietà dell'azione penale, e sulla responsabilità civile dei giudici. Stralciando queste due cose, per me si potrebbe fare.
sabato 21 novembre 2009
Quanti processi?
(hat tip: il laicista)
Quanti sono i processi in cui Berlusconi è stato coinvolto come imputato? Secondo il "cattivissimo" D'Avanzo, sono "solo" 16:
Anche scordandosi di tutto il resto, solo per questa dichiarazione mendace (106!), l'elettore medio dovrebbe aprire una volta per tutte gli occhi davanti al "fenomeno" Berlusconi. Ma l'elettore medio ha la possibilità di informarsi sui dati? Ancora l'altra sera Vespa presentava Silvio Berlusconi a "Otto e mezzo" come un perseguitato dai giudici comunisti. E così tutti i corifei del capo, tutti i suoi giornali, tutti i suoi giornalisti, tutti i cosidetti "terzisti" che ormai hanno abbracciato questa tesi, tutti i suoi elettori appassionati. Berlusconi un perseguitato, anzi il più grande perseguitato della storia. Quindi, anche questa scandalosa proposta di legge sarebbe in realtà colpa dei giudici comunisti, che insistendo nella persecuzione costringono la maggioranza a difendere il capo con questi mezzi estremi. E peggio per noi che questa legge subiremo, come tutte quelle precedenti.
Davvero Berlusconi è un perseguitato? Allora perché mentire così spudoratamente sul numero dei processi subiti? Perché?
Quanti sono i processi in cui Berlusconi è stato coinvolto come imputato? Secondo il "cattivissimo" D'Avanzo, sono "solo" 16:
Il numero dei processi di Berlusconi è un mistero misericordioso se si ascolta il presidente del consiglio. Dice il Cavaliere: "In assoluto [sono] il maggior perseguitato dalla magistratura in tutte le epoche, in tutta la storia degli uomini in tutto il mondo. [Sono stato] sottoposto a 106 processi, tutti finiti con assoluzioni e due prescrizioni" (10 ottobre 2009). Nello stesso giorno, Marina Berlusconi ridimensiona l'iperbole paterna: "Mio padre tra processi e indagini è stato chiamato in causa 26 volte. Ma a suo carico non c'è una sola, dico una sola, condanna. E se, come si dice, bastano tre indizi per fare una prova, non le sembra che 26 accuse cadute nel nulla siano la prova provata di una persecuzione?" (Corriere, 10 ottobre). Qualche giorno dopo, Paolo Bonaiuti, portavoce del premier, pompa il computo ancora più verso l'alto: "I processi contro Berlusconi sono 109" (Porta a porta, 15 ottobre). Lo rintuzza addirittura Bruno Vespa che avalla i numeri di Marina: "Non esageriamo, i processi sono 26".Come si può discutere serenamente in parlamento di una "riforma" della giustizia che mira ad accorciare ulteriormente i tempi di prescrizione, mettendo davanti al pubblico argomenti pretestuosi come "ho subito 106 processi". Da 16 a 106 c'è un ordine di grandezza, uno zero di troppo. Se anche avesse ragione Marina Berlusconi (26), saremmo ancora fuori da ogni ragionevolezza (106!). Possibile che Berlusconi non sappia a quanti processi è stato sottoposto? No, non è possibile. Quindi, Berlusconi mente. Come sempre.
Ventisei, centosei o centonove, e quante assoluzioni? In realtà, i processi affrontati dal Cavaliere come imputato sono sedici. Quattro sono ancora in corso: corruzione in atti giudiziari per l'affare Mills; istigazione alla corruzione di un paio di senatori (la procura di Roma ha chiesto l'archiviazione); fondi neri per i diritti tv Mediaset (in dibattimento a Milano); appropriazione indebita nell'affare Mediatrade (il pm si prepara a chiudere le indagini).
Nei dodici processi già conclusi, in soltanto tre casi le sentenze sono state di assoluzione. In un'occasione con formula piena per l'affare "Sme-Ariosto/1" (la corruzione dei giudici di Roma). Due volte con la formula dubitativa del comma 2 dell'art. 530 del Codice di procedura penale che assorbe la vecchia insufficienza di prove: i fondi neri "Medusa" e le tangenti alla Guardia di Finanza, dove il Cavaliere è stato condannato in primo grado per corruzione; dichiarato colpevole ma prescritto in appello grazie alle attenuanti generiche; assolto in Cassazione per "insufficienza probatoria". Riformato e depenalizzato il falso in bilancio dal governo Berlusconi, l'imputato Berlusconi viene assolto in due processi (All Iberian/2 e Sme-Ariosto/2) perché "il fatto non è più previsto dalla legge come reato". Due amnistie estinguono il reato e cancellano la condanna inflittagli per falsa testimonianza (aveva truccato le date della sua iscrizione alla P2) e per falso in bilancio (i terreni di Macherio). Per cinque volte è salvo con le "attenuanti generiche" che (attenzione) si assegnano a chi è ritenuto responsabile del reato. Per di più le "attenuanti generiche" gli consentono di beneficiare, in tre casi, della prescrizione dimezzata che si era fabbricato come capo del governo: "All Iberian/1" (finanziamento illecito a Craxi); "caso Lentini"; "bilanci Fininvest 1988-'92"; "fondi neri nel consolidato Fininvest" (1500 miliardi); Mondadori (l'avvocato di Berlusconi, Cesare Previti, "compra" il giudice Metta, entrambi sono condannati).
È vero, l'inventario annoia ma qualcosa ci racconta. Ci spiega che senza amnistie, riforme del codice (falso in bilancio) e della procedura (prescrizione) affatturate dal suo governo, Berlusconi sarebbe considerato un "delinquente abituale". Anche perché, se non avesse corrotto un testimone (David Mills, già condannato in appello, lo protegge dalla condanna in due processi), non avrebbe potuto godere delle "attenuanti generiche" che lo hanno reso "meritevole" della prescrizione che egli stesso, da presidente del consiglio, s'è riscritto e accorciato.
Anche scordandosi di tutto il resto, solo per questa dichiarazione mendace (106!), l'elettore medio dovrebbe aprire una volta per tutte gli occhi davanti al "fenomeno" Berlusconi. Ma l'elettore medio ha la possibilità di informarsi sui dati? Ancora l'altra sera Vespa presentava Silvio Berlusconi a "Otto e mezzo" come un perseguitato dai giudici comunisti. E così tutti i corifei del capo, tutti i suoi giornali, tutti i suoi giornalisti, tutti i cosidetti "terzisti" che ormai hanno abbracciato questa tesi, tutti i suoi elettori appassionati. Berlusconi un perseguitato, anzi il più grande perseguitato della storia. Quindi, anche questa scandalosa proposta di legge sarebbe in realtà colpa dei giudici comunisti, che insistendo nella persecuzione costringono la maggioranza a difendere il capo con questi mezzi estremi. E peggio per noi che questa legge subiremo, come tutte quelle precedenti.
Davvero Berlusconi è un perseguitato? Allora perché mentire così spudoratamente sul numero dei processi subiti? Perché?
martedì 28 aprile 2009
La riforma della giustizia
Un autorevole parere sullo stato della riforma della giustizia (quella che doveva essere pronta a dicembre 2008?) su un sito notoriamente liberal-comunista.
sabato 26 aprile 2008
Le basi della sicurezza
Mi arriva a casa "Il Vomere", un giornale di Marsala, la città dove sono nato. Tra le tante notizie e notiziole, leggo sempre i commenti di "Bertoldo". Eccone uno apparso sull'ultimo numero:
Lanfranco Pace, ex sessantottino, giornalista della rete televisiva La7 e collaboratore di "8.30", il talk show di Giuliano Ferrara, ha detto che "è meglio un politico disonesto ma capace che uno onesto ma incapace". (Perché non vi sono più politici onesti e capaci?)
Non credo che i sessantottini (oggi in maggioranza uomini di successo nei giornali, nelle televisioni, nei partiti del centrodestra nostrano) praticassero "questa" morale. Si vede che è sempre valida la massima, mi pare di Benedetto Croce, "da giovani rivoluzionari e da vecchi reazionari."
Partendo da questo commento, mi è venuta naturale fare una riflessione sul tema di questi giorni, la "sicurezza" dei cittadini.
La sicurezza è un tema sempre molto delicato e fonte di antica polemica tra "destra" e sinistra, che si rinnova ad ogni episodio di cronaca considerato particolarmente efferato. Molti commentatori hanno considerato il tema della sicurezza come centrale nella scora campagna elettorale per il rinnovo del parlamento. L'opinione diffusa è che la Lega Nord abbia conquistato tanti consensi perché la sinistra in questi anni non ha saputo dare "risposte convincenti" alla gente sul tema della sicurezza. Nessuno dei commentatori ha posto però l'accento su altri temi che sono strettamente legati alla sicurezza: il tema della "legalità" e della "giustizia".
E' inutile spendere più parole di tanto sullo stato della nostra giustizia: alla cronica mancanza di risorse e mezzi, si aggiungono procedure farraginose, leggi contraddittorie, conflitti di competenze, magistrati politicizzati, magistrati incompetenti, conflitto permanente fra politica e magistratura, carceri decrepite a cui si risponde con improvvisati e inutili indulti, ecc. Il nostro sistema giudiziario è dunque un inefficiente carrozzone, come denunciato da tante inchieste giornalistiche, e ad ogni apertura di anno giudiziario dalle principali autorità. Alcuni dati sulla situazione drammatica sono reperibili qui.
Se a questo si aggiunge la sistematica depenalizzazione di molti reati da "colletti bianchi" portata avanti dal precedente governo Berlusconi, ci troviamo di fronte un un panorama desolante di "ingiustizia" effettiva.
Pochi si rendono conto della miscela esplosiva che questa situazione rappresenta per il nostro paese e dei danni che arreca al sistema democratico. La democrazia è strettamente legata al concetto di "giustizia". Una società "ingiusta", dove il più forte e disonesto la fa franca e il più debole e onesto ne paga le conseguenze, non può definirsi una società completamente democratica.
E' indubbio che lo Stato, in quanto fondamento della società, del vivere insieme, delle innumerevoli interazioni e interdipendenze che legano i cittadini, deve farsi garante della legalità e della giustizia. Se lo stato democratico viene meno a questo compito, volontariamente o involontariamente, le sue stesse fondamenta sono in pericolo. Gli uomini non possono reggere l'ingiustizia a lungo. Se non ci pensa lo Stato, che cosa impedirà ai cittadini di farsi giustizia da soli? Che cosa impedirà al più forte e spregiudicato di prendere il potere e usarlo per il proprio interesse?
In mancanza di giustizia e legalità diffusa nel paese, le leggi "speciali" proposte per aumentare la sicurezza (reale o percepita, non importa) rischiano di rischiano di risultare inutili, o peggio, di aumentare l'ingiustizia, o ancora peggio, di rompere definitivamente il tessuto democratico del paese.
Eppure, nessuno oggi in Italia, a parte pochi gruppi isolati e il solito Di Pietro, sembra avere a cuore questo problema. Anzi, ha vinto le elezioni una persona che propone vendette nei confronti dell'intera categoria dei magistrati, considerati come "malati di mente". Il nostro prossimo presidente del consiglio si avvale della collaborazione di Marcello Dell'Utri, pluricondannato, che candidamente definisce un acclarato mafioso come "eroe". Accoglie nel suo partito diverse persone condannate in via definitiva. Non si vergogna di definire "morale" evadere le tasse. E potremmo continuare a lungo.
Eppure questa persona ha stravinto le elezioni. Non posso che concludere che la maggioranza degli italiani non è interessata alla questione della legalità. E purtroppo, non credo che la situazione migliorerà molto nel futuro.
E quindi: selezionate persone oneste e capaci tra le nuove leve del PD. Lasciate perdere i giochetti politici. Lasciate perdere i raccomandati, i figli di. Cercate persone intelligenti, oneste e capaci. E non solo fra i "capoccia", ma anche nelle seconde file. Ce ne sono tantissime di persone così tra la gente comune che vi vota. Selezionatele bene. Chiedetegli il curriculum, fategli il test di ingresso, come nelle aziende. E poi, fatele crescere per proporle alle prossime elezioni. Di tempo ne avete. E se perderemo ancora, per lo meno non ci sarà rimasto questo sapore amaro in bocca di identità perduta.
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