martedì 10 maggio 2011

Test Invalsi

Mentre impazza la febbre da test, mi sorprende trovarmi d'accordo con Luca Ricolfi, per una volta:
Quarto. L'introduzione massiccia dei test produce una gravissima distorsione nel comportamento degli insegnanti, nonché differenze ingiustificate fra gli allievi. Alcuni insegnanti rinunciano a importanti contenuti del loro insegnamento per concentrarsi nella preparazione ai test, divenendo allenatori dei propri studenti. Altri insegnanti si rifiutano di fare gli allenatori, ma in questo modo mettono a rischio la prestazione dei loro allievi ai test, con conseguenze paradossali: tendenzialmente un allievo di un insegnante «normale» saprà più matematica e italiano dell'allievo di un insegnante-allenatore, ma in compenso andrà peggio ai test.
Roba che avevo già espresso (meno bene di lui) qui. Sono contento di sapere che qualcuno che è abbastanza ascoltato da quelle parti abbia le mie stesse idee.

(Grazie allo Scorfano per aver segnalato Ricolfi). 

2 commenti:

  1. Alfie Kohn sarebbe assolutamente d'accordo.

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  2. carissimo, grazie per il suggerimento. Sarà bene riportare il suo pensiero qui:
    http://www.alfiekohn.org/stdtest.htm

    "A plague has been sweeping through American schools, wiping out the most innovative instruction and beating down some of the best teachers and administrators. Ironically, that plague has been unleashed in the name of improving schools. Invoking such terms as "tougher standards," "accountability," and "raising the bar," people with little understanding of how children learn have imposed a heavy-handed, top-down, test-driven version of school reform that is lowering the quality of education in this country.

    It has taken some educators and parents a while to realize that the rhetoric of "standards" is turning schools into giant test-prep centers, effectively closing off intellectual inquiry and undermining enthusiasm for learning (and teaching). It has taken even longer to realize that this is not a fact of life, like the weather -- that is, a reality to be coped with -- but rather a political movement that must be opposed. "

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