lunedì 16 settembre 2013

Farli crescere



Una delle cose più belle dell'essere genitori è osservare i propri figli crescere e imparare cose nuove. Hanno una velocità di apprendimento meravigliosa, resa più acuta dalla curiosità e dalla sete di conoscenza. A noi adulti fanno anche un po' invidia, diciamocelo: fossimo ancora così pronti e ingenuamente disposti a capire e apprendere tutto della vita...

Ci sentiamo anche un po' responsabili perché loro hanno molti talenti, e non è chiaro come aiutarli, come indirizzarli verso il loro futuro. Sono come un alberello che stanno crescendo: vorremmo che crescesse dritto e robusto, e vorremmo dargli sostegno, potare i rametti che porteranno a niente, e irrobustire i rami che poi svilupperanno maggiormente nella forma migliore, ma non è chiarissimo come crescerà quest'albero. Quale ramo potare? E' davvero arrivato il momento di intervenire o è meglio aspettare un altro poco? 

Una bella responsabilità. Da un lato c'è la paura di condizionare le loro scelte verso quello che piace a noi. Dall'altro c'è la paura di caricarli troppo di cose da fare.

Da una settimana qui a Parigi è ricominciata la scuola, e con essa è venuto il momento di scegliere quale attività extra scolastica fargli fare. Io sono sempre stato un pochino contrario alle attività extra scolastiche, vorrei che si svagassero per conto loro, ma in realtà il rischio concreto è che si annoino a morte dopo un po', o che finiscano a passare interi pomeriggi davanti alla Wii. Quindi, ben venga qualche attività non troppo pesante da fare il pomeriggio. Ma cosa?

I miei due ragazzini hanno adesso 9 e 7 anni, e non sono certamente dei bambini prodigio, ma potrebbero davvero fare un po' di tutto: gli piace disegnare, e sono anche piuttosto bravini; mi sembra che siano portati per le lingue, e dato che nella scuola francese non fanno abbastanza inglese, si potrebbero mandare a qualche scuola di lingua. Qualche tempo fa gli abbiamo regalato degli strumenti musicali giocattolo, una chitarra e una pianola, e ci sembra che si siano interessati alla musica; e poi lo sport, gli piace fare calcio, basket, ma anche tennis e pallavolo. Insomma, non è semplice, e non possono mica fare tutto (per ragioni di tempo ma anche, diciamo così, di portafoglio).

Che, poi, pensandoci bene, i bimbi, come gli alberelli, fanno un po' quello che si sentono di fare. Hai voglia di mettere tutori, e potare, e indirizzare: se l'albero tende a rimanere basso e fare i rami orizzontali, puoi mettere tutte le stecche di sostegno che vuoi, ma lui tenderà a rimanere basso, e anzi rischi di rovinare tutto. Insomma, noi genitori abbiamo la responsabilità di indirizzarli fino ad un certo punto: bisognerebbe lasciarli completamente liberi e limitarci a dargli delle opportunità e consigliarli quando necessario.

"Ma tu che vuoi fare quest'anno come sport? basket come l'anno scorso?"

"Boh. Non so"

"Oppure vuoi provare un altro sport? Calcio? Tennis? Pattini a rotelle?"

"Non mi piace fare le partite, come l'anno scorso con il basket, perché quando perdiamo ci resto troppo male."

"Va beh, non è un problema. Puoi continuare il basket senza fare le partite; potresti fare solo gli allenamenti. Ti divertivi agli allenamenti?"

"Si."

" ... "

" ... "

"E allora, cosa? Per caso non vuoi più fare sport? Vuoi fare musica?"

"Boh"

"Ma ti piace fare sport, no? Sulla scheda che ti hanno dato a scuola hai segnato che fare sport ti piace tantissimo."

"Si che mi piace fare sport! Mi piace correre!"

"Ecco, allora potresti provare l'atletica allo stadio qui vicino. Che ne dici?"

"Mah."

" ... "

" ... "

"Bisogna pur decidere qualcosa. Che ti piace fare?"

"Mi piace giocare!"

" ... "

"Andiamo a giocare al parco, papa?"

Sorrido.

"Ok, prendi le racchette da ping pong, il badmington, e il pallone. Poi quando siamo li vediamo cosa ci piace di più"

Sorride.

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