lunedì 10 settembre 2012

Bernard Arnauld e la fila

Ieri, domenica, abbiamo portato i bimbi al Luxembourg, che è un parco molto bello dove si trova il senato francese. All'interno del parco, immenso, c'è una piccola zona recintata e data in gestione a dei privati, con dentro dei giochini molto carini. Si paga (poco) per entrare, ma i bimbi si divertono un mucchio, e ci sono delle comode panchine per i genitori, e dei bagni tutto sommato piuttosto puliti.


C'è un gioco in particolare che è molto carino: ci sono delle corde appese a delle carrucole che scorrono su un binario, e così i bimbi possono fare un po' come tarzan. E' talmente popolare che ieri c'era la fila, bisognava aspettare almeno 3-4 minuti il proprio turno. Naturalmente, i francesi fanno la coda alla francese, ovvero tutti in fila indiana perfettamente ordinata.

A un certo punto un bimbo ha cercato di fare il furbo e di infilarsi nel mezzo della fila: ma la madre lo ha visto e gli ha urlato

"On ne passe pas par icitu doit faire la queue comme tout le monde!"

con un piglio così cattivo che il figliolo ha pensato bene di obbedire immediatamente. Come già detto (1 e 2), l'educazione sociale e civica dei francesi è molto forte e questo ne è solo uno degli esempi. Oggi ne ho avuto conferma sul giornale leggendo del caso Arnauld.

Arnauld è il più ricco uomo di francia, detto il magnate del lusso perché proprietario dei marchi Louis Vitton, Bulgari, Moet et Chandon, etc. Qualche giorno fa è trapelata la notizia che Monsier Arnauld abbia chiesto la cittadinanza belga. Probabilmente, il motivo sono le tasse che l'esecutivo socialista sta per votare; come promesso da Hollande, ci sarà un mega aliquota al 75% per coloro che guadagnano più di 1 milione di euro l'anno. Il tutto è descritto abbastanza bene qui e qui. Aveva ià fatto una mossa del genere nel 1981, ai tempi dell'elezione di Mitterrand, ed era andato negli stati uniti. Adesso, sembra che il suo piano sia di prendere la residenza nel principato Monaco; se lo facesse come francese, non ci guadagnerebbe niente, in quanto il principato e lo stato francese hanno un accordo di ferro sull'esazione delle tasse per i cittadini francesi. Ma se lo facesse in quanto cittadino belga, potrebbe agevolmente evitare di pagare un bel po' di tasse.

Naturalmente, le forze politiche di sinistra non l'hanno presa bene. E "Liberation" ci ha fatto una prima pagina piuttosto "forte", diciamo così. Prima pagina che stasera al notiziario del TF1 è stata abbondantemente commentata come "il caso delle offese a Arnauld".

Io, in quanto italiano, mi aspettavo che l'UMP (il partito di Sarkozy) prendesse la palla al balzo e ne approfittasse per attaccare la politica socialista del governo. Invece, un deputato dell'UMP ha parlato di decisione "inadmissible et honteuse", mentre Marie Le Pen ha detto che si tratta di un "tres mauvais exemple".

Insomma, la destra, invece di sfruttare il caso per attaccare Hollande, accusa anch'essa Arnauld di tradimento dei valori francesi. La Francia sopra tutto, certamente. Ma se queste dichiarazioni vengono da dei politici di professione, vuol dire che interpretano (credo correttamente) il sentimento degli elettori, che di destra o di sinistra, vedono il miliardario Arnauld come uno che vuole saltare la fila e allora si arrabbiano, e gli urlano "vai anche tu a fare la fila comme tout le monde!".


2 commenti:

  1. Solo una chiosa al post, che abbraccio in toto. Se in Italia dovessero mettere una maxi aliquota del 75% sui redditi superiori al milione di euro, gli unici o quasi a venir colpiti sarebbero i grandi burocrati di stato.

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  2. In Italia Segolene Royal non avrebbe mai perso il suo seggio in parlamento. In Francia ti candidi in un (solo) collegio, e sei perdi sei fuori.

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