venerdì 14 settembre 2012

Distruggitori di capitale?

Paul Krugman, qualche giorno fa.

Broken Windows and the iPhone 5

There’s been some buzz about a report suggesting that the iPhone 5 could, all by itself, give a significant boost to the US economy. I can’t judge how plausible the sales estimates are; but it’s worth pointing out how the economic logic of this suggestion relates to the larger picture.
The key point is that the optimism about the iPhone’s effects has nothing (or at any rate not much) to do with the presumed quality of the phone, and the ways in which it might make us happier or more productive. Instead, the immediate gains would come from the way the new phone would get people to junk their old phones and replace them.
In other words, if you believe that the iPhone really might give the economy a big boost, you have — whether you realize it or not — bought into a version of the “broken windows” theory, in which destroying some capital can actually be a good thing under depression conditions.
Of course, it’s nice that the reason we’re junking old capital is to make room for something better, not just for the hell of it. But you know what would also be nice? Building useful stuff like infrastructure employing labor and cash that would otherwise sit idle.

Ecco, l'economia degli smartphone, dei tablet, ecc. in questo momento mi sembra facciano questo: convincano la gente a buttare via un "vecchio" aggeggio per fare spazio a uno nuovo, dove vecchio spesso vuol dire "con più di un anno di vita".

Ma il miglioramento che si ottiene con il nuovo aggeggio (in termini di utilità effettiva per l'utente) nella maggior parte dei casi non vale il suo costo. A meno che non pensiate sia molto utile scrivere messaggi su twitter, postare foto più o meno carine su Instagram, loggarsi su 4spare, o localizzare il ristorante più vicino. Di sicuro, l'aumento della nostra produttività dovuto a questi aggeggi è risibile. Secondo me, avremmo potuto impiegare meglio i nostri soldi (io, poi, non possiedo nessuno smartphone, né tantomeno tablet, quindi capite bene da che parte sto).

O no? Gli smartphone fanno girare meglio l'economia? Voi che ne dite?

17 commenti:

  1. Alcuni dubbi.
    Perché si pensa che gli acquirenti di iPhone 5 abbiamo tutti un iPhone 4S (o altro smartphone) da meno di sei mesi?
    Perché mettere in termini di produttività – personale e complessiva – e non, ad esempio, di godimento del tempo libero?
    E soprattutto, perché generalizzare?
    Come esperienza personale, da quando ho l'iPhone – ma il discorso si estende a tutti gli smartphone – trascorro meno tempo davanti al computer quando sono a casa, perché molte cose (email e altro) le ho già controllate in treno. Per me è un vantaggio.

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  2. Ciao Ivo, scusa il ritardo nella risposta.

    Non intendevo generalizzare troppo in effetti, né dire che questi "aggeggi" siano totalmente inutili. In realtà, la premessa dell'articolo di Krugman era basata su una ipotesi: che l'iphone 5 (l'ultimo modello) contribuisca sostanzialmente a un balzo in avanti dell'economia americana. Per far fare un balzo in avanti al PIL bisogna che vendano tantissimi iphone 5, e questo vuol dire che servono tantissimi acquirenti, e per forza di cose, questi acquirenti possiedono già un aggeggio simile (apple o samsung). Il numero di quelli che cambiano smartphone ogni 6 mesi è maggiore di quello che io e tu possiamo immaginare! A me personalmente è capitato diverse volte di vedere giovani con 2 o addirittura 3 smartphone. Per non parlare di quelli che hanno sbavato per mesi sui vari social network per l'uscita del Nexus 7.

    Infine, io mi volevo restringere a un discorso di produttività, ma evidentemente mi sono espresso male. Quello che mi sono scordato di scrivere nel post era che qualche giorno fa ho letto un articolo (ma purtroppo non trovo più il riferimento) che sosteneva che l'incremento di produttività (in termini strettamente economici) dalle nuove tecnologie digitali è stata "deludente" (qualunque cosa questo voglia dire).

    Intendevo quindi partire da questo punto. Gli smartphone e i tablet hanno aumentato la tua produttività al lavoro? Se il tuo uso sul treno è di lavoro, allora sì. Se è di piacere, beh, è una cosa diversa (sebbene anche l'industria dell'intrattenimento contribuisca al PIL).

    E quindi son d'accordo, per te è un vantaggio e sono contento di questo! Io sul treno invece leggo il giornale o penso ai miei teoremi, e nei tempi morti a casa guardo la posta. Non è che per questo io ti critichi, tutt'altro!

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  3. Sicuramente c'è del vero: molto spesso una nuova versione di questi aggeggi non introduce reali benefici. Però credo che dovresti provare uno smartphone per capire di cosa stai parlando. Sinceramente io come tanti altri ero scettico rispetto all'utilità, curioso più che altro. Dopo un po' diventano aggeggi inseparabili. L'altro giorno per un incidente ero senza, solo con un vecchio telefono. Alcune commissioni che avrei fatto in molto meno mi hanno richiesto alcune ore. Non trovavo informazioni su internet, la strada su google maps, ad esempio.

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  4. Ciao,
    io sono davvero un appassionato e ormai non vivo senza uno smartphone. Però in effetti avevo capito la tua critica rispetto all'influsso su produttività e sviluppo economico in generale, e la condivido abbastanza.
    Credo soprattutto - senza volermi incensare - che a sfruttare davvero le potenzialità di questi aggeggi siamo ben pochi.
    Aggiungo anche che la maggior parte delle attività che svolgo col mio android più recente (corsa con cardio e musica, navigatore satellitare, gestione e fruizione podcast, radio web, lettura articoli) le facevo già tre anni fa con un Nokia N78.
    Ma io sono un matto (ho letto diversi libri su quel display da 2.4") e in ogni caso molte operazioni - tra cui la gestione del calendario e della reportistica per i clienti o la visione delle carte alpinistiche - sarebbero impensabili sul vecchio telefono.
    Poi anche se mi sono tolto svariate voglie, per me i telefoni sono come le scarpe: non li butto mai via, li riparo, li vendo o li regalo.

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  5. Tra l'altro mi offri una sponda per dire una cosa che sto elaborando da tempo: sebbene ci siano molti risvolti positivi nella rivoluzione degli smartphone, io sono convinto che questa nicchia (e soprattutto la Apple) stia conducendo un gioco a somma zero.
    Sono riusciti a convincere gente che guadagna 1000 euro al mese (o anche meno) a spostare sul telefono una bella fetta di quella spesa che un tempo rivolgevano a comparti quali l'abbigliamento. Evidentemente quest'ultimo ha ceduto una parte del ruolo che aveva nella costruzione dell'accettabilità sociale.

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    1. Probabilmente hai ragione, ed è parte di quello che avrei voluto dire io. La maggior parte di quelli che hanno l'iphone ci giochicchiano, pochi lo usano davvero per lavoro. Alla fine, lo smartphone e la tablet si collocano più nel settore intrattenimento che nel settore professionale, ed è per questo che sono sempre piuttosto scettico quando mi dicono che le tablet rottameranno il PC o il laptop. Mi sa che ce ne vuole ancora.

      Prima o poi faccio un post sul mio rapporto con lo smartphone (non è che a me facciano schifo questi aggeggi, eh, tuttàaltro).

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  6. Ohibo, Paul Krugman che sposa le teorie keynesiane si lamenta della broken window story. ;)

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  7. Ah, se il mio blog è ancora vivo (in un senso opportunamente ampio del termine) è proprio grazie ad uno smartphone!
    Ma a parte questo, con Fabristol, la mia perplessità è un'altra: cosa diavolo sta facendo, Krugman, un'operazione di outing "mal comune mezzo gaudio"? Sta forse dicendo "guardate che non solo l'unico coglione che difende la teoria della finestra rotta, siete coglioni anche voi con me quando dite che un successo dell'iPhone può risollevare l'economia USA!"?
    Scusate i toni, comunque il ragionamento "corretto" va impostato sulla scia di quello di Weissbach: acquisti di massa di iPhone5, di per sé, semplicemente spostano risorse verso il mercato degli smartphone a scapito di altri settori (fosse anche quello del risparmio per un uso futuro di quei soldi). L'aumento di produttività (nel senso più ampio del termine suggerito da Ivo) c'è in generale per ogni acquisto di cui non ci si pente, ma non può essere quantificato nel prezzo finale del prodotto (e.g. smartphone, ma ugualmente un vestito, una macchina, il cibo), ma dal guadagno complessivo netto (if any) fra la spesa per il prodotto e il miglioramento della mia vita (lavorativa e personale, ludica financo). Il fatto che tale guadagno non possa essere quantificato in euro o in dollari non cambia minimamente la questione: quanto vale poter mangiare, qui e ora, un bel dolce? certamente impossibile da quantificare, ma altrettanto certamente più dei soldi che ho speso, qui e ora, per comprarlo.
    Se tanta gente è disposta a pagare per uno smartphone, significa che il bilancio lo considera positivo, evidentemente anche includendo, quando fosse accaduto, il dispositivo "vecchio" dismesso col nuovo acquisto. E alla fine sono le singole persone a decidere per sé: perché dobbiamo pensare di poter pontificare noi sul modo giusto con cui le persone dovrebbero spendere i propri soldi?

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    1. Eh, lo sapevo che questo post sarebbe stato una trappola irresistibile per i libertari (si dice così?) ! :)

      Ma guarda che io mi sono fatto l'idea che i Keynesiani, e Krugman più di tutti, siano persone molto pratiche e poco ideologiche. Mi sembra che la "broken window" per loro un concetto, di più, uno strumento pratico e utile in certe condizioni, ma non un caposaldo a cui impiccarsi. Per cui, Krugman dice che, se proprio dobbiamo distruggere il capitale, possiamo farlo in modo probabilmente più utile. Dovreste leggere Krugman più spesso, di solito supporta i suoi post con molti dati, che sebben possano sempre essere intepretati in molti modi, per lo meno danno da pensare!

      Certo che sono le singole persone a decidere per se, e chi glielo nega? Per quanto mi riguarda, possono buttare dalla finestra un iphone nuovo al giorno, sono i loro soldi, peggio per loro.

      Se però mi dici che fanno questo perché sono esseri razionali che calcolano una loro funzione di utilità prima di decidere come spendere i loro soldi, già qui mi trovi molto più in disaccordo. Se infine mi venite a dire che la produttività di una azienda si aumenta comprando iphone a tutto il personale (o alternativamente, che per migliorare la scuola italiana basti comprare l'ipad a tutti gli studenti) ecco che, se permetti, vorrei dire la mia e protestare vivacemente!

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    2. Ma infatti quello dell'agente razionale (così come il concetto di funzione di utilità, di equilibrio economico di domanda e offerta, etc, etc) è un concetto estraneo alla scuola austriaca (l'economia dei libertari, tanto per intenderci) ed è invece un concetto tipico degli economisti mainstream. I libertari non si sognano di fare i conti in tasca agli altri, di dire cosa un'azienda dovrebbe o non dovrebbe fare per aumentare la sua produttività, di dove lo stato dovrebbe o non dovrebbe spendere i soldi: ognuno faccia per sé!

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  8. Certo, ognuno faccia per se. Al CEO di una azienda interesserà sapere della produttività della stessa, no? E sapere se i suoi clienti sono essere razionali o irrazionali, questo gli interesserà, si o no? :) Quanto alla domanda e all'offerta e all'equilibrio economico, non sono concetti che riguardano il mercato? Forse che i libertari della scuola austrica se ne fregano di come funziona il mercato? :)

    (perché voi libertari siete ossessionati dallo stato?).

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  9. Sì, di solito siamo ossessionati dallo Stato, ma dove ho fatto riferimento allo Stato, questa volta? Il tuo post si concludeva con "avremmo potuto impiegare meglio i nostri soldi", e io chiosavo "che ognuno impieghi i soldi come meglio crede".
    Ognuno, compreso il CEO di un'azienda, che farà le sue valutazioni sulla produttività della stessa, sulla razionalità (presunta) dei suoi clienti e, se in regime di libero mercato, sarà giudicato (la sua azienda per lui) dall'esito dei suoi affari (profit'n'loss).
    Domanda e offerta riguardano il mercato, sì, ed anche il loro l'equilibrio, in un certo senso. Certamente non il senso in cui lo intendono generalmente gli economisti mainstream, che l'equilibrio lo *assumono* nel fare i conti coi loro bei modellini matematici, salvo poi che nel mondo l'equilibrio non esiste e costituisce, al massimo, una direzione verso cui il mercato tende (in questo senso dicevo che l'*equilibrio* di domanda e offerta non è un concetto caro agli austriaci).

    Ma di cosa stavamo parlando, che mi sono perso? :-)

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    1. In italiano, direi, "distruttori"...

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    2. In italiano, direi, "distruttori"...

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    3. "Distruggitori di capitale" voleva essere una battuta, che parafrasava "Spingitori di cavalieri", di Guzzanti/Vulvia. Ma mi è venuta piuttosto male (non sono un granché a fare le battute, scusate).

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    4. Chiedo scusa. L'intenzione ironica mi era sfuggita perché non guardo la televisione. Il mio post era inopportuno, scusate.

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    5. Tranquillo, non mi offendo, e poi come detto la battuta era in effetti incomprensibile (non sei il primo che me l'ha fatto notare!).

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