martedì 1 giugno 2010

Non capisco

Seguendo il suggerimento di Wittgenstein, mi sono iscritto ai feed di Falafel Cafè, blog di rassegna dei media israeliani.

E' sempre molto difficile e "pericoloso" scrivere post sulla questione mediorentale, si rischia di sollevare polveroni infiniti di accuse reciproche, anche in Italia dove lo scontro si trasferisce immediatamente sulla linea "destra contro sinistra", e "sionisti" contro "anti-semiti".

Io di solito comincio premettendo che considero Hamas e buona parte dei gruppi arabi pro-palestina dei terroristi, molti dei quali fondamentalisti religiosi. Detto questo, a quelli che in queste ore in Italia difendono Israele senza se e senza ma (ad esempio l'ottimo Stefano e Malvino), chiedo: ma se i giornali israeliani possono criticare il loro governo, e lo stesso possono fare gli intellettuali israeliani, perché non possiamo criticare il governo israeliano noi italiani?

Lo so che la situazione si è incancrenita da troppo tempo ormai. E la vicenda di questi giorni è abbastanza poco chiara del resto: probabilmente la "Freedom Flotilla" era un pretesto, una provocazione, ma il governo israeliano ci è caduto in pieno.

La mia domanda è: se l'obiettivo del governo israeliano è di raggiungere la pace (e non posso neanche un minuto dubitare che sia così), siamo sicuri che la politica dell'attuale governo sia la più adeguata a raggiungere l'obiettivo? Da qui la mia critica, e mi sembra di essere in buona compagnia in Israele.

4 commenti:

  1. Io sono un po' scemo e non riesco ad andare oltre al ragionamento "sparare su gente disarmata = male". E "non volevano attraccare nel porto indicato dai militari israealiani" (la giustificazione data da Stefano, per quel poco che posso capire del suo articolo) mi pare l'aggravante dei futili motivi.

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  2. Tra l'altro questo è stato un errore incredibile soprattutto per Israele, e i suoi amici dovrebbero prima di tutto criticare questi atti.

    I soldati avevano altri mezzi per fermare la nave, hanno preferito fare l'assalto, chissà perché. Incredibile poi che si dica "la nave era piena di armi" e allo stesso tempo "i soldati non si aspettavano una reazione da parte dei pacifisti". Delle due l'una: o non sapevano che ci fossero dei "cattivi" sulla nave, e allora perché l'hanno assaltata in quel modo; oppure lo sapevano, e allora come mai non si aspettavano una reazione.

    Secondo me questa vicenda è la spia più evidente ed inquietante che qualcuno in Israele ha perso completamente la testa.

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  3. Oppure intendevano scoraggiare altre iniziative marittime dello stesso tenore. Fatico molto a credere che i soldati professionisti sparino sulla gente disarmata per errore, o che capiscano male gli ordini degli ufficiali, o che i politici non siano capaci di fare capire a questi ultimi cosa vogliono.
    Per dire: se volessi provocare una reazione che ti dia l'occasione di usare le armi, come ti avvicineresti a una nave? Accostandola con le dovute segnalazioni o assaltandola dall'alto con gli elicotteri?

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  4. Mah, non voglio credere che il massacro sia stato voluto dai politici israeliani, perché sapevano benissimo che sarebbe stato un suicidio politico. Sempre a sentire il sito di cui sopra, "pare che la comunità ebraica statunitense si sarebbe mostrata insofferente di fronte all’attuale andazzo politico israeliano."

    L'unica spiegazione plausibile che riesco a darmi, e che non coinvolga complotti all'interno di Tsahal, è che:

    - i politici israeliani volessero dare un segnale forte e hanno chiesto di bloccare la nave

    - i militari hanno pianificato malissimo l'operazione, e pensando che i pacifisti non avrebbero reagito, hanno mandato alcuni soldati più o meno allo sbaraglio

    - quelli appena arrivati hanno subito una reazione da parte di alcuni "pacifisti", e vista la mala parata, hanno aperto il fuoco, provocando il disastro.

    Ora la frittata è fatta, la Turchia ne esce stravicente, e sono c.zzi amarissimi per Obama e per Israele stessa.

    Complimenti alla lungimiranza dell'apparato politico-militare israeliano.

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