BS dice di essere un imprenditore prestato alla politica, e di voler condurre l'Italia come un'azienda. Però, secondo me ha fatto qualche erroruccio di gestione. Proverò a dare un parere, che sarà necessariamente basato su impressioni e non su dati reali.
Guardiamo la composizione del governo. Al ministero dellistruzione, dell'università e della ricerca (MIUR) c'è Maria Stella Gelmini. La nostra ministro in realtà ha poca esperienza politica e di gestione, vuoi per la sua giovane età (ha un anno meno del sottoscritto), sia per il curriculum non eccezionale.
Quindi, a capo di un ministero molto delicato viene messa una persona oggettivamente con poca esperienza. Il ministero è delicato perché accorpa due competenze molto diverse: la scuola da una parte, e l'università e la ricerca dall'altra. Due settori che, tra l'altro, sono unanimamente riconosciuti come settori "difficili", che da troppo tempo aspettano riforme strutturali, e che non funzionano affatto bene a guardare quasi tutti gli indicatori internazionali. Anche perché Moratti e Mussi (quindi 7 anni di governo, badate bene) hanno praticamente rimestato le acque senza azzardarsi a riformare un bel niente.
Insomma, arriva Gelmini piena di entusiasmo, e Tremonti le chiede di tagliare. Urgentemente e immediatamente. Entrambi i settori. E Gelmini si butta a fare le "riforme". Peccato che non sappia niente né di Scuola, né tantomeno di Università (*).
Ovvio quindi che il MIUR sia un po' sovraccarico al momento. Lo si capisce dal numero di circolari contradditorie che arrivano sia alle scuole che alle università. E dal numero di dichiarazioni contradditorie che il ministro rilascia periodicamente ai giornali.
Andiamo a vedere un altro ministero: il Welfare. Questo ministero accorpa un bel po' di competenze nelle mani del ministro Sacconi. Qui l'esperienza ci sarebbe, ma le competenze sono davvero tante e enormi (anche tralasciando il piccolo conflitto di interesse tra il ministro e sua moglie), dal lavoro alla sanità. E anche qui, Sacconi alle prese con una riforma del mercato del lavoro molto delicata.
Insomma due super ministeri, a cui se ne aggiunge uno iper, quello dell'economia. Giulio Tremonti tiene i cordoni della borsa talmente stretti e con piglio tanto deciso che è chiaramente lui il vero factotum. Hai voglia, cara ministra, di fare riforme: se Giulio decide che non è cosa, non se ne parla proprio.
Al confronto, abbiamo poi una serie di ministeri - direi - opinabili. Politiche giovanili; Attuazione del programma; Pari opportunità; Semplificazione; Riforme. Che fanno questi qui? Mi spiego meglio: prendiamo Carfagna, Gelmini e Meloni: non ci vuole molto a capire chi delle tre ha il compito più duro e ingrato.
Io non sono tanto sicuro che un bravo imprenditore avrebbe impostato così la gestione della SUA azienda. E voi?
(*) Tra l'altro sembra non sia obbligatorio capire qualcosa di quello di cui ci si occupa per fare il ministro (mi sembra lo abbia detto D'Alema una volta).
Se ci fosse l'umiltà di affidarsi a degli "esperti" per poi trarne le dovute conseguenze (e decisioni) politiche, sarebbe quantomeno apprezzabile e dignitoso per un ministro incompetente.
RispondiEliminaa meno che l'imprenditore non voglia far fallire la baracca per favorire un'altra impresa, che so... privata, magari in mano ai cattolici.
RispondiEliminaE in questo senso, un'incompetente come la Gelmini è perfetta.
@luca:
RispondiEliminaPurtroppo Gelmini si affida agli "esperti" del ministero e a consulenti, e questo è il risultato, come vedi.
@sam:
Data la formazione cattolica della Gelmini, è possibile che sia stata messa lì per far da "guardiana" dei fondi alle scuole cattoliche. Però non credo che i guasti che sta creando siano tutti da imputare a ciò. Diceva un tipo: "Non attribuire a malizia ciò che puoi facilmente spiegare con la stupidità" (http://it.wikipedia.org/wiki/Rasoio_di_Hanlon)! Per esempio, i guasti che sta creando all'università sono sicuramente da imputare all'inettitudine dell'intero gruppo dirigenziale del ministero!