giovedì 25 giugno 2009

Con che faccia...

... mi presento io la settimana prossima a Dublino? Mi sfotteranno dalla mattina alla sera sulle note vicende di BS!

Devo prepararmi qualcosa, una battuta che mi faccia evadere e cambiare discorso in pochi secondi senza risultare scortese. Con i cechi sarà facile (Topolanek!). Con gli inglesi, posso deviare su Gordon Brown. Con i francesi me la posso cavare: loro hanno Sarkozy, e nelle università francesi sono in sciopero da 8 mesi (tutti) contro i decreti del governo. Con gli spagnoli... bah, la butto sul calcio, funziona quasi sempre. Con i tedeschi... acc, con i tedeschi è durissima! Non hanno tanto il senso del ridicolo e dell'ironia. Con gli svedesi poi, neanche a parlarne.

Ma il peggio verrà con gli statunitensi. Prima potevo contrattaccare su Bush, ma adesso che hanno Obama che gli dico?

Suggerimenti?

(la vedo molto dura)

2 commenti:

  1. Secondo me la figura dell'esule in patria fa sempre la sua bella figura.
    Non per sminuirne il valore, assolutamente: ma ricordi quando più era considerata e più importante la letteratura e la saggistica dei dissidenti dei paesi Comunisti rispetto a quelli di oggi? In breve: mi sapresti dire (e lo dico con rammarico) il nome di un famoso scrittore russo o ceco o ungherese contemporaneo?

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  2. @luca: per continuare sullo scherzoso, la figura dell'esule in patria l'ho già consumata, da quanto l'ho usata!

    E sugli scrittori dell'est: hai perfettamente ragione. L'esule in effetti ha il grande vantaggio di avere "visibilità" fuori dal suo paese, e il grande svantaggio di non poter rientrare nel suo paese. E, no, non mi viene in mente nessuno (a parte una scrittrice di gialli di cui adesso non mi sovviene il nome...)

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