giovedì 23 agosto 2012

I francesi ecc.

In Francia non si usano le fotocopie, sappiatelo se vi capita di richiedere un qualche documento in Francia.

Esempietto semplice: vado a chiedere come fare l'abbonamento ai trasporti (metro e bus), il navigò annuale. Mi dicono che serve un documento di identità, l'attestazione di domicilio e gli estremi del conto corrente bancario.

Io, italiano diligente, faccio la fotocopia della mia carta di identità, la fotocopia del contratto di affitto, la fotocopia del foglio con le coordinate bancarie. Mi presento allo sportello.
- L'impiegato mi chiede la carta di identità originale (eccola!), la guarda, inserisce i dati nel terminale e me la restituisce;
- il contratto d'affitto (do la fotocopia), inserisce i dati nel terminale e me lo restituisce (?);
- gli estremi del conto (eccoli qui), inserisce i dati sul terminale, e me li restituisce.

"Le servono questi?", chiedo perplesso fornendo le fotocopie, "No", mi risponde cortese l'impiegato. Dopo 5 minuti avevo in mano il mio pass navigò bello luccicante e immediatamente funzionante.

Sappiate che la scena si è ripetuta più volte. Ad esempio per l'iscrizione dei due figli alla scuola, chiedevano, tra le mille altre cose, i certificati di vaccinazione, che avevo prodotto in originale e fotocopia. L'impiegata si è limitata a dargli uno sguardo, e me li ha restutuiti. E lo stesso per i certificati di nascita, per i documenti di identità, ecc.

Solo una volta ho avuto un'eccezione: la cassa malattie vuole il mio certificato di nascita in originale, e quindi ho dovuto chiedere ai miei parenti il favore di andare in comune a farselo fare.

In molti casi, invece, l'impiegato ha visionato la documentazione, ha preso atto della sua regolarità, ha inserito i dati nel sistema informatico, et voilà, tutto fatto.

Al contrario, in Italia devi dotarti sempre delle fotocopie, che l'impiegato sarà costretto a conservare in polverosi faldoni che presto verrano dimenticati in qualche scantinato.

Perché? Azzardo due spiegazioni. La prima, più semplice, è lo scarso grado di informatizzazione delle amministrazioni italiane. La seconda è più complessa: lo stato italiano non si fida dei suoi impiegati, ha sempre bisogno della prova cartacea per evitare che l'impiegato faccia errori, oppure compia qualche illecito.

Sarebbe lungo stare qui a spiegare perché questa strategia sia fallimentare, e non ha solo a che fare con i computer. Facciamo che ci ragiono la prossima volta.

3 commenti:

  1. propongo una terza: non sarà che in italia nessuno ha voglia di cambiare le abitudini della carta, che è tanto cara, tanto bella, e che permette di non imparare nulla di nuovo e ripetere pedissequamente quello che si faceva l'anno scorso, due anni fa, tre anni fa...

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  2. una terza mi sembra la piu` probabile: l'impiegato non conosce le leggi (italiane; tanto per dire, la vecchia legge sull'autocertificazione) e continua ad applicare quelle dei tempi dei savoia.

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  3. Altra spiegazione: gli impiegati pubblici NON sono affidabili e spesso sanno solo scaldare la poltrona.

    E' capitata un'avventura incredibile a me giusto questa estate. Omologazione dell'impianto GPL presso la motorizzazione. Sul libretto dell'auto l'installatore/collaudatore ha riportat i dati dell'impianto, visionato e certificato dall'ingegnere della MTC in fase di revisione. Vado a ritirare l'adesivo da applicare allo stesso libretto qualche giorno dopo e che noto: l'impiegato è riuscito a sbagliare (credo) la trascrizione sia del modello del vaporizzatore che il numero di serie del serbatorio... roba da matti!!!
    Da noi certi impiegati non sanno neppure usarlo il terminale! :-/
    Per fortuna che ritirano le copie cartacee, almeno puoi evitare di dover rifare, magri a tue spese, la revisione.

    Siamo un paese di vecchi, sempre più vecchio... non resta che abbandonare la nave.

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