lunedì 27 febbraio 2012

La soffocante burocrazia

Phastidio oggi segnala due aneddoti sulla Grecia. Che spiegano in parte (solo in parte) alcuni dei mali del paese.
Cominciamo da questo (preso da qui):
A friend and I met up at a new bookstore and café in the centre of town, which has only been open for a month. The establishment is in the center of an area filled with bars, and the owner decided the neighborhood could use a place for people to convene and talk without having to drink alcohol and listen to loud music. After we sat down, we asked the waitress for a coffee. She thanked us for our order and immediately turned and walked out the front door. My friend explained that the owner of the bookstore/café couldn’t get a license to provide coffee. She had tried to just buy a coffee machine and give the coffee away for free, thinking that lingering patrons would boost book sales.  However, giving away coffee was illegal as well. Instead, the owner had to strike a deal with a bar across the street, whereby they make the coffee and the waitress spends all day shuttling between the bar and the bookstore/café. My friend also explained to me that books could not be purchased at the bookstore, as it was after 18h and it is illegal to sell books in Greece beyond that hour. I was in a bookstore/café that could neither sell books nor make coffee.
E poi ci sarebbe quest'altro:
It took 10 months, a fat bundle of paperwork, countless certificates, long hours of haggling with bureaucrats and overcoming myriad other inconceivable obstacles for one group of young entrepreneurs to open an online store. [...]
Antonopoulos and his partners spent hours collecting papers from tax offices, the Athens Chamber of Commerce and Industry, the municipal service where the company is based, the health inspector’s office, the fire department and banks. At the health department, they were told that all the shareholders of the company would have to provide chest X-rays, and, in the most surreal demand of all, stool samples.
Once they climbed the crazy mountain of Greek bureaucracy and reached the summit, they faced the quagmire of the bank, where the issue of how to confirm the credit card details of customers ended in the bank demanding that the entire website be in Greek only, including the names of the products. [...]
Antonopoulos describes the massive difference between the treatment he and his partners received from the Greek authorities and the American Food and Drug Administration (FDA), whose approval Oliveshop.com needed in order to export its products to the USA.
“I contacted the FDA and they sent us an e-mail with directions immediately. I filled in an online form and was done in five minutes. We received the approval 24 hours after making our application.”
The online store has already been in operation for five months and has received orders from countries as diverse as Denmark, Germany, Norway, Mongolia and the USA. The company is already covering its operational costs and is working on expanding its site with two new versions, in German and Italian. [...]
Io non sono poi così tanto liberista, anzi sarei abbastanza più socialista che liberale. Credo che lo stato, oltre che essere inevitabile, sia a volte addirittura utile (pensa te).

Però i cittadini devono essere liberi di esprimere il proprio potenziale, di poter interagire liberamente, quando e come vogliono. E lo stato non può arrogarsi il diritto di regolare ogni singola attività dell'individuo. Oltre che essere anti-economico, un tale comportamento odioso è anche corrotto, immorale e eticamente inaccettabile.

Lo stato dovrebbe regolare il meno possibile: meno è meglio è. 



3 commenti:

  1. Mi permetto un piccolo intervento, da un punto di vista invece dichiaratamente liberale.

    Non è vero, in principio, che "meno è meglio è". Il "giusto" set di regole è indispensabile per l'efficienza del sistema.

    Mi sovvengono ora gli studi di sistemi in tempo reale, portati a termine con lei e con il prof. Buttazzo.

    Lo Stato è una sorta di sistema operativo e le persone (fisiche, giuridiche) sono programmi applicativi.
    Se il sistema operativo pretende di essere interpellato per ciascuna operazione di minima entità, se il sistema operativo appesantisce eccessivamente ogni operazione per la quale il suo intervento è necessario, se il sistema operativo compete in misura massiccia (e strutturalmente sleale) per le risorse, e se il sistema operativo porta a termine i propri compiti in modo imprevedibile ed inaffidabile, allora l'intero sistema traballa e finisce per crollare.
    Lo Stato deve sforzarsi di essere minimo nella sua utilizzazione delle risorse della società e nel proprio intervento nello svolgimento ordinario delle operazioni, ma deve implementare rigorosamente un giusto sistema di regole precise per sanzionare i comportamenti dannosi per la società prima che ne contagino il funzionamento complessivo.

    La nostra società italiana è caratterizzata da un sistema ipertrofico di regole ed imposizioni implementate da uno Stato debole che non ne garantisce il rispetto. Se lo Stato italiano fosse così straordinariamente potente da imporre ogni sua legge, la società morirebbe immediatamente in quanto la legislazione - e non solo fiscale - è manifestamente insostenibile. Invece le regole sono costantemente disattese e così la società "se la cava". In questo modo, però, si viene a rompere il processo di retroazione democratica tramite il quale la società civile, vessata da regole ingiuste, ne causa la modifica: le regole sono ingiuste e nessuno le rispetta, dunque nessuno le cambia nemmeno.

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    1. Ottima similitudine! Direi che sono completamente d'accordo con te.

      In realtà, la posizione che più mi si addice è il socialismo liberale. E il contrasto che io ho con la tradizione liberale "pura" è sul ruolo dello stato nella regolazione dei mercati. Ma è discorso lungo e non sono sicuro di avere le idee ben chiare (devo studiare di più), e quindi per stasera passo!

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  2. Soffocante è la parola giusta. Quache settimana fa, di ritorno in treno da Bologna per fare dal notaio un'ATS assolutamente superflua, per un grant del Ministero degli Esteri, ho scritto per sfogarmi questo (http://www.iannaccone.org/2012/02/12/un-paese-snello/).

    Da allora, ne ho viste addirittura di ridicole.

    Per esempio, per fare un certificato antimafia CCIAA a Pisa basta come delega la fotocopia della carta d'identita` del rappresentante legale, mentre a Livorno ci vuole la delega in bollo con firma autenticata dal segretario comunale o dal Notaio (come a Milano del resto). Perche' la legge e' legge!

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