martedì 1 marzo 2011

Snob a chi?

Sono chiaramente definibile come un "intellettuale". Faccio il professore, e per giunta all'Università, più intellettuale di così come potrei essere? Sarei anche di sinistra, pendente verso un socialismo liberale, ma comunque sinistrorso. Infine, do' un giudizio morale molto negativo sull'operato del nostro premier, e non da ora (cioè non solo da quando è uscito il caso "Ruby").

Quindi, secondo certi liberali destra io sarei classificabile come:
1) snob,
2) uno che vuole lo stato etico,
3) uno che odia l'uomo comune (in primis chi vota Berlusconi) dichiarandolo "stupido", o addirittura "fascista",
4) uno che si vanta della sua superiorità intellettuale e morale.

Il liberale di cui sopra, naturalmente, si dichiara erede di Karl Popper, e di tanti altri, tanto che mi intimorisco (e chi li ha letti tutti questi filosofi? forse non sono poi così tanto intellettuale dopo tutto). Quindi anche lui è un intellettuale, ma liberale, e quindi buono per definizione, mentre noi saremmo cattivi. Perché noi vogliamo lo stato etico, e loro no. E quindi, il liberale si permette di affibbiarci una specie di insulto, dicendo che abbiamo una "sindrome totalitaria". E certo, siamo di sinistra, quindi comunisti, nipotini di Stalin dopotutto. Noi quindi non siamo democratici, solo loro lo sono. Va beh.

Poi leggo da Malvino che un liberale amico di quello sopra citato vorrebbe l'oligarchia. Perché è forse l'unica democrazia possibile. Noto una piccola contraddizione tra i due articoli: il primo liberale dice che siamo noi intellettuali di sinistra a volere la polis greca, quella dove governavano in pochi:
Se certi valori e certi interessi fossero, in sé, più nobili che senso avrebbe ancora contare le teste, votare? La partecipazione alla vita pubblica - secondo un altro mantra della minoranza integralista - sarebbe la più alta espressione della dignità del cittadino. Era la «libertà degli antichi» nella Polis dove contavano i pochi. Per l'altra minoranza, quella liberale, il cittadino ha il diritto di farsi gli affari suoi - non votare è una manifestazione di libertà - senza per questo essere un nemico dello «Spirito del Progresso». È la «libertà dei moderni» (Benjamin Constant)
Ecco, e chi l'ha letto Constant? Boh, avrà ragione lui. O forse quell'altro:
un’oligarchia ben organizzata assomiglia molto a una democrazia possibile
E chi sono io per contraddirvi? In effetti vi contraddite da soli.

Ma in realtà, io in questo post volevo dirvi un'altra cosa.

MI SONO ROTTO DI QUESTA FACCENDA DELLO SNOBISMO DELLA SINISTRA che vi siete inventati voi bei tomi senza un cavolo di idea condivisa. Vedete di darci un taglio perché io non mi sento affatto snob.

Non nego che alcuni intellettuali di sinistra siano snob. Ma anche alcuni intellettuali di destra, per quanto ne so. Non ci vedo tutta questa differenza antropologica o culturale. Il fatto che gli intellettuali di sinistra fossero in grande maggioranza fino ad oggi, e che quindi molti intellettuali snob se ne siano approfittati, non è una scusa plausibile per tirare fuori la faccenda dello snobismo ad ogni piè sospinto.

Per quanto mi riguarda, io non mi sento affatto snob, come dicevo. Non guardo il Grande Fratello perché non mi piace, non certo perché sono snob. Leggo fumetti, da Topolino ai manga. Leggo romanzi di fantascienza e gialli che un intellettuale definirebbe di infima qualità. Guardo serie televisive americane di serie B e non me ne vergogno.

Certo, se qualcuno cerca di darmi lezioni di Sistemi Operativi e Sistemi in Tempo Reale, allora se permettete non mi sento inferiore a nessuno, e credo di potermelo permettere. E ci mancherebbe che qualcuno me lo venisse a contestare.

Ma, ad esempio, se si parla di lavori manuali sono l'ultima persona al mondo che può permettersi di dire qualcosa. In effetti, sono talmente imbranato che mi sento in soggezione con l'idraulico e perfino con l'imbianchino che viene a dipingermi casa (e spesso mi faccio fregare, infatti). Non c'è niente da fare: quelle cose non le so fare, e quindi sono inferiore, lo ammetto. Se mi confronto con, mettiamo, un muratore, non mi sento affatto un essere superiore. Cioè, se parliamo di matematica allora sì, fino a prova contraria. Ma su tutto il resto, probabilmente no: dal parlare di calcio al crescere i figli alla critica cinematografica, e via così.

Sulle cose in cui nessuno dei due è esperto vale la regola della razionalità. Cioè, se vuoi dimostrarmi il tuo punto di vista, devi essere in grado di spiegarmelo in maniera semplice e razionale. E se mi convinci, hai vinto. Tutto qui, altro che snobismo.

Facciamo un altro esempio: da qualche giorno sono a Roma, ospite in un albergo sulla Tiburtina, che per coincidenza si trova proprio davanti agli studi Mediaset. La sera vado a mangiare al ristorante vicino, dove si trovano soprattutto lavoratori in trasferta come me, e comparse Mediaset. Ero seduto al mio tavolo aspettando una bella pizza napoletana (chiaramente una cena da snob), e non posso fare a meno di notare un gruppo di operai che mangia al tavolo vicino. Un paio sono italiani, gli altri probabilmente extra-comunitari che parlano italiano molto bene. Uno dei due italiani ha una faccia simpatica e un accento del nord, direi a metà fra l'emiliano e il lombardo (piacentino forse): ride spesso, chiaccherando con i colleghi. La televisione è accesa sul Tg5.

A un certo punto, l'italiano simpatico fa un discorso del tipo: "ma dai, ma ti pare che uno come lui si metterebbe nei casini, e per cosa poi? Per una minorenne? Ma dai, è impossibile, uno come lui, con la sua intelligenza! Non è mica Marrazzo, lui, è chiaro che vogliono incastrarlo".

Mi è dispiaciuto un po': era un tipo simpatico, dicevo. Ma permettetemi di fare l'analisi logico-razionale del discorso di cui sopra:
1) Premessa A: Berlusconi è intelligente (furbo? no dai, ha detto intelligente, non mettiamogli in bocca parole che non ha detto)
2) Conclusione A: Berlusconi non può essersi messo nei casini da solo, ergo cercano di incastrarlo
3) Premessa B: Marrazzo si è messo nei casini, da solo probabilmente, se l'è cercata
4) Conclusione B: Marazzo è stupido.

Interessante l'inversione tra Premessa e Conclusione tra i due casi. Evidentemente, la logica proposizionale non ha ancora trovato spazio adeguato nella scuola dell'obbligo. Ecco, per una osservazione così, io sarei "uno snob di sinistra". Ma, io non accetto, né accetterò mai questo insulto alla mia e alla vostra intelligenza. Il ragionamento del simpaticone (senza ironia) non sta in piedi: lasciatemi almeno il diritto di lamentare la mancanza di coerenza nel discorso. Fa di lui un uomo stupido? Non saprei, non posso giudicare. Se è un mutatore, scommetto che tira su una casa da solo senza neanche l'aiuto di un geometra, chi sono io per dire che è stupido?

Discorsi da bar, direte. Certo, discorsi da bar. Il simpaticone (senza alcuna ironia, sia chiaro) ha il mio stesso diritto a votare, e io ho il suo stesso diritto ad esprimere un'opinione. Anzi: lasciatemi dire che ravviso nel liberale di cui sopra lo stesso atteggiamento del simpaticone, però più tendenzioso. E almeno il simpaticone non citava Popper e compagnia bella.

A ripensarci bene, tra il passare una bella serata in pizzeria con il simpaticone e una serata in compagnia del liberale dell'articolo, preferisco di gran lunga la prima opzione.

Potete chiamarmi pure snob, ora, se vi pare.

(grazie a Lucas per l'ispirazione)

7 commenti:

  1. Le alici della napoletana sono snob.
    ;·)

    RispondiElimina
  2. Infatti! E poi anche la pizza napoletana ordinata a Roma ;-)
    Bel post. Condivido tutto. Neppure io mi sento snob, ma neppure intellettuale d'altra parte. Di sinistra sì però.
    Bella l'analisi del sillogismo.

    Saluti

    RispondiElimina
  3. @luca e dionisio:
    a mia parziale discolpa posso dire che il ristorante è gestito da napoletani, e la pasta della pizza è all'altezza di una pizza napoletana di qualità "media".
    Questo detto da uno che la pizza napoletana a Pisa se la sogna di notte! (a Pisa ce solo una pizzeria napoletana, ma con solo 6 tavoli è sempre strapiena)

    RispondiElimina
  4. Scusa, Giuseppe. Non voglio difendere Ostellino, che mi sta pure notevolmente antipatico. Tuttavia, nel parlato comune, lo snobismo che si imputa a certi intellettuali (sedicenti di sinistra, quasi certamente per convenienza, più che per convinzione) è quello ascrivibile a personaggi come Milva che, pubblicamente, "cantano Brecht" e simulano un atteggiamento aperto e progressista; privatamente, nascondono sette milioni di Euro in una banca del Liechtenstein, dimostrando di non essere affatto migliori di coloro che criticano. Credo sia necessario, se non addirittura indispensabile, imparare a riconoscere questi impostori.

    RispondiElimina
  5. @lector: può darsi che mi sbagli io, e che Ostellino si riferisse a quelli come Milva, e non chiedo di meglio che smarcherare questi impostori. Per carità.
    Ma tra l'altro già Fantozzi con la famosa scena della Corazzata Potemkin gli aveva dato una bella ripassata a quella gente lì. Sono passati parecchi anni da allora, a me sembra che la situazione sia parecchio cambiata, ma forse sono io che non vedo. Mi sembra che la superiorità culturale della sinistra semplicemente non esista più, ci sarà rimasto Nanni Moretti e il circoletto di MicroMega (forse, non tutti).

    Però a leggere l'articolo mi sono sentito chiamato in causa io, soprattutto quando dice dello stato etico. Stato etico a chi? (va beh, non ricomincio).

    RispondiElimina
  6. E infatti ti devi sentire chiamato in causa.
    @Lector: ok, hai ragione, ma quelli come Ostellino non vogliono certo far progredire il dibattito; usano "certi intellettuali" marci per sfondare sul sano.
    Questi qui sono attacchi in pieno, e in mala fede, secondo un classico straw man argument.

    RispondiElimina
  7. @-->Weissbach
    Secondo la mia modestissima opinione, un intellettuale autentico non dovrebbe avere alcuna connotazione preconcetta(destra, sinistra, verde, gialla, blu) ma essere un "esprit libre", privo d'indulgenza verso se stesso e capace in ogni momento di sottoporre a revisione critica le proprie scelte. In assenza di tale dimensione equidistante dal tutto, si tratterà sempre o d'un mero "prezzolato" in vendita al miglior offerente, alla Giuliano Ferrara, ovvero di qualcuno la cui ragione è purtroppo sottomessa alla passione.
    Non sono molti, in Italia - riferendomi, naturalmente, a coloro in grado di "fare opinione" - che possono dirsi vergini di servo encomio.
    Si tratta solo di un'altra forma di prostituzione, rispetto a quella consueta, dove in luogo d'un corpo avvenente si fa mercimonio d'una mente brillante, sacrificando le proprie convinzioni più profonde e le proprie idee alle bramosie d'un "utilizzatore finale".

    RispondiElimina

Attenzione: I commenti a vecchi post potrebbero essere moderati