martedì 21 dicembre 2010

Risposta

In un suo post sul blog di Repubblica, Piergiorgio Odifreddi ha criticato la lettera aperta di Roberto Saviano agli studenti.

Il mio amico Luigi ha commentato sul blog di Odifreddi, riporto qui la sua risposta perché la condivido interamente.
Caro Odifreddi,
mi permetta di dissentire. Seguendo l’approccio a Lei caro analizziamo il testo di Saviano, in particolare nel passaggio che più ha suscitato polemiche: “cinquanta o cento imbecilli, e altrettanti ingenui”. 
1. La prima parte parla di “cinquanta o cento”; escludendo che Saviano sia stato lì a contare il numero, se ne deduce che è una espressione metaforica, da intendersi correlata al numero di partecipanti totali. Il significato è che si trattava comunque di una sparuta minoranza. La questione è: corrisponde al vero?
Se decine di migliaia di studenti (ma anche poche migliaia) avessero effettivamente preso parte ai disordini, chiunque converrebbe che la Polizia non sarebbe stata sufficiente (usando mezzi non letali) a tenere circoscritta la manifestazione con il risultato che alcune delle strade più belle della capitale sarebbero ora in macerie (con buona pace dello shopping natalizio di alto bordo che vi si svolge quotidianamente). Quindi mi viene da dire che il messaggio di Saviano sia sicuramente vero nel suo significato metaforico, mentre la verità è difficile da accertarsi nel senso letterale.

2. “imbecilli”: il significato letterale dell’aggettivo è, credo, “deboli di mente”. Chiunque come me abbia vissuto manifestazioni studentesche sa che queste frange sono caratterizzate da una totale incapacità di effettuare qualsiasi elaborazione politica, e qualsiasi confronto che non sia sulla base di slogan, di stupefacenti o di cazzotti. Le dirò di più. A questa categoria spesso (non sempre) appartengono: 1) figli di papà che a settembre giocano a fare la rivoluzione proletaria e a Luglio vanno in vacanza con lo Yacht di papi, 2) spiantati che pensano che essere anarchici vuol dire fare la pipì ovunque ti scappi o scarabocchiare i muri. Tali persone hanno sempre avuto come principale bersaglio quelli di sinistra “vera”, che provano a ragionare sulle cose (magari leggendosi le leggi contro cui protestano) e che si vedono oggetto dell’invidia di questi “deboli di mente” (quando non del vero e proprio sabotaggio) e delle manganellate della celere che si dedica con piacere a massaggiare i crani a chiunque (senza curarsi del contenuto forte o debole)

3. Ingenuo: dal dizionario “privo di malizia”. In questo contesto malizia è da intendersi come “astuzia, espediente che mira a raggiungere un determinato scopo”. Dal poco che conosco della storia, quando i movimenti sono stati presi in mano da gruppi estremisti e violenti i possibili esiti sono stati due: 1) facile repressione da parte del potere costituito con l’apporto della borghesia ben pensante (e.g., il movimento di Malcom X in america, o le pantere nere) , 2) affermazione degli individui “deboli di mente” ma determinati all'interno del movimento (si pensi al terrore nella Francia post-rivoluzionaria, o alla rivoluzione di ottobre in Russia, con il conseguente sbocco staliniano) o ad Hamas in Palestina. Quindi nulla di più lontano dagli scopi iniziali. Si pensi invece alla straordinaria efficacia della rivoluzione di Ghandi in India che ha prodotto una delle più
straordinarie e dinamiche democrazie al mondo (basta pensare al fatto che in nemmeno settant’anni di storia sono riusciti ad avere presidenti donne, Sikh e ministri mussulmani), a Nelson Mandela in Sudafrica e a MLK negli stati uniti (di cui Obama si dichiara figlio spirituale). Qual’è, caro Odifreddi, la maniera migliore di perseguire il proprio scopo?

1 commento:

  1. Condivido appieno anche io. A parte che Odifreddi mi sta altamente sulle p...

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