mercoledì 10 febbraio 2010

Italia in fast rewind

Rubo l'espressione al mio amico Weissbach per rappresentarvi lo stato del mercato dell'informatica in Italia.

Supponiamo che un'azienda informatica X medio grande ottenga una commessa per realizzare un'applicazione informatica, e che non abbia abbastanza personale (risorse) o competenze (*) per portare a termine il lavoro. Allora, ci sono 2 strade possibili.

A) Si rivolge a un'altra ditta Y per sub-appaltare una parte del lavoro.
B) Si rivolge a un'altra ditta Z per ottenere del personale "in prestito".

Il caso B in gergo viene chiamato "consulenza".

Perché prendere a prestito personale invece di assumerlo? In teoria, si fa perché l'azienda X non vuole assumersi l'onere di assumere altro personale. Magari pensano che la commessa non faccia parte del core business, oppure si aspettano che non venga rinnovata. Oppure, semplicemente non c'è tempo per cercare personale adeguato, e bisogna avere qualcuno già formato ed esperto in fretta. Oppure, ed è il caso più frequente, non era possibile stimare la quantità di personale necessaria, e quindi, a progetto in corso, si prendono consulenti per pochi mesi.

Insomma, (in teoria) può essere conveniente chiedere consulenti per affrontare emergenze, o per tappare buchi (di competenze e/o di risorse), ma (sempre in teoria) è bene che una azienda sia strutturalmente solida, e che la maggior parte dei lavori, che rappresentano il know-how dell'azienda e quindi il bene più prezioso, vengano portati avanti da personale assunto dell'azienda stessa.

Fatto sta che, in Italia, il mercato dei consulenti sia spaventosamente grande. Esistono centinaia di società che operano nel settore della consulenza, cioè il cui unico scopo sia di forniscono personale "specializzato" (per modo di dire) a richiesta. Ne potrei citare moltissime, e non lo farò per evitare problemi personali. Niente di male in teoria, queste aziende rispondono ad un'esigenza di mercato: qualcuno chiede consulenti, loro sono lì per fornirle.

Ma perché il mercato è così grande? Eccocci al dunque. Un consulente informatico in Italia costa mediamente da 26 a 35 euro l'ora. Cioè, la società X paga alla società Z 26 euro per ogni ora di lavoro del consulente. Con questi 26 euro, la società Z deve pagare il dipendente, pagare le tasse e fare utile. Quindi, potete farvi un'idea di quanto resti in tasca al consulente alla fine del mese. Un muratore non specializzato è pagato meglio. No, non sto scherzando. La mia statistica è personale, certo, ma lavoro nel settore e mi sono fatto un'idea abbastanza precisa. Capite bene che un lavoro da ricercatore precario è un'alternativa concorrenziale.

Con questi prezzi, l'azienda X ha tutto l'interesse a prendere consulenti invece di assumere dipendenti: zero rischio, e anche un costo più basso! Perché 26 euro l'ora è una tariffa inferiore al costo medio di un dipendente esperto.

Di solito, per rientrarci meglio, la società Z gonfia un po' i costi, per esempio cercando di caricare qualche ora di lavoro in più. Inoltre, spesso l'azienda Z si guarda bene dall'assumere personale esperto e qualificato: assume invece neo-laureati inesperti da usare come carne da cannone, perché può pagarli meno. Anche perché, altrimenti non ci sarebbe utile per Z. Con l'effetto spiacevole che il personale tecnico dell'azienda X deve sputare sangue per fare fruttare il neolaureato inesperto, con effetti spiacevoli sulla qualità finale del codice.

Direte: "allora la prossima volta, invece di rivolgersi a Z, l'azienda X si rivolgerà a un'altra azienda che è in grado di fornire un servizio migliore". Beh, se ragionate così avete letto troppi libri di economia liberista, oppure pensate di vivere in USA. Quello che accade in pratica in Italia è che, quando bisogna scegliere l'azienda a cui rivolgersi, il management di X guarda solo a 2 cose: il costo orario, e la conoscenza diretta con il management di Z. Quindi, al management di X interessa poco che Z fornisca neo-laureati inesperti: che siano i tecnici di X a farli lavorare come si deve! (**) Sempre la solità storia: invece di puntare sulla qualità, si punta a ridurre il costo il più possibile e a incrementare la capacità di marketing dei prodotti.

Di solito, dopo un paio di anni di lavoro sottopagato in qualche sperduto buco dell'hinterland milanese, il consulente si licenzia spontaneamente da Z, e 9 su 10 va a lavorare per l'azienda X con uno stipendio decente. Il know-how che ha acquisito è prezioso per X, non se lo lasceranno sfuggire per andare alla concorrenza. Di solito finisce a gestire consulenti, magari che provengono proprio da Z. La quale ha avuto comunque il suo tornaconto: può assumere un'altro neo-laureato e ricominciare da capo. In pratica, Z è una specie di società di intermediazione.

Per concludere, facciamo una panoramica di quando guadagna un'analoga figura in un altro paese europeo, uno con il quale magari vorremmo competere:
  • in Germania, un consulente viene pagato in media 60-100 euro l'ora (a seconda del tipo di lavoro), mentre un dipendente programmatore neolaureato prende un minimo di 3500 euro netti in busta.
  • In Inghilterra, un consulente free-lance può arrivare a prendere 8000 sterline il mese, il dipendente non lo so, ma potete immaginarlo da soli.
Sempre statistiche personali, eh. Se qualcuno ha statistiche ufficiali, me lo faccia sapere che l'argomento mi interessa.

Ma come fanno le nostre aziende a competere con il resto del mondo? e infatti di solito soccombono, guarda un po'.



(*) Ma se non ha le competenze, come fa a ottenere la commessa? eh, qui entriamo in un discorso lungo e complicato che non ho voglia di fare, quindi fatevi pure un'idea da voi.

(**) Frase tipica da manager: "che ci vuole a scrivere 4 linee di codice? potrebbe farlo mio nipote diplomato all'ITI, mica mi serve un laureato per questo!"

6 commenti:

  1. "Se qualcuno ha statistiche ufficiali, me lo faccia sapere che l'argomento mi interessa"

    UK: gli stipendi in uk hanno una variabilità molto alta, dipendono dalla posizione geografica (fuori/dentro londra), dall'area (web development, embedded, finanza, etc.), dalla carriera accademica (BS, BS+MS, BS+PhD, etc).

    le cifre esatte non le so, non sono un SW developer, ma a spanne direi che: un neo laureato (con buoni voti) in informatica puo' partire da 25K circa. Se hai il PhD puoi riuscire a trovare intorno ai 30K (se gli interessa l'area del PhD).

    Un SW developer con BS+MS (in pratica i nostri laureati) con 2-3 anni di esperienza (in sw development, naturalmente) supera i 35K, con 5-6 anni di esperienza io credo riesca a trovare almeno 45-50K.

    ah, naturalmente, 6 anni di esperienza nella stessa azienda valgono meno di, ad esempio, 1+2+3.

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  2. ps: naturalmente parlo di lordo annuo.

    per avere il netto bisogna togliere (più o meno):
    - 25% fino a 37K
    - 40% dai 37K in poi

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  3. immagino tu intenda sterline, vero? e il cambio attuale è di 1.4 circa?

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  4. Ruba pure, tanto sono solo spezie amare.

    C'è poco da commentare, in generale basta comparare le retribuzioni medie italiane in qualsiasi settore con quelle dei tedeschi (per dire).
    E sto parlando di quelle LORDE, per evitare di deragliare su discorsi su pressione contributiva e fiscale, che possono fungere da ALIBI.

    Non sono contrario a uno stato leggero, voglio solo che ognuno si prenda le proprie responsabilità: in Italia, in quasi tutti gli ambiti, abbiamo da sempre fatto scelte di sottoqualifica, povera cultura, bassa produttività.
    I risultati si vedono; nel tempo, il conto da pagare - in termini di collocazione sul mercato, competitività, margini, PROSPETTIVE - è salatissimo.

    PS: a proposito di Italia e peer-review, l'avevi visto questo?

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  5. @weissbach:
    sì, l'avevo visto, e naturalmente sono d'accordo. La soluzione però non è di avere regole e barriere più o meno assurde e complicate all'assunzione. Lo stesso Marco lo dice chiaramente in uno dei suoi precedenti post: bisogna dare responsabilità. Liberissimi di prendere uno che non ha titoli: poi però se questo non è in grado di pubblicare, portare progetti, etc., il ranking del dipartimento scende e becca meno soldi alla fine. A mio parere non c'è altro modo per responsabilizzare.

    Ma non credo che in Italia si andrà mai in questa direzione. Se tu sapessi chi è stato finanziato nell'ultima tornata di PRIN (progetti di rilevante interesse nazionale).

    Ma tornando a bomba: come ci si fa a lamentare del calo delle immatricolazioni, e allo stesso tempo pretendere di pagare un ingegnere laureato meno di un idraulico non diplomato? I diciottenni non sono tutti stupidi.

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  6. sì, sono sterline. il cambio attuale è 1£=1.13/1.14€

    ...mannaggia la crisi... :)

    a essere precisi, però, uno dovrebbe sempre fare il confronto 1£=1€ perché la vita in uk è un po' più cara.

    in ogni caso, la differenza che noto (anzi, che mi sembra di notare parlando con la gente) Italia/uk è che meriti e esperienza sono riconosciuti nello stipendio. quindi non è quanto uno guadagna da neolaureato, ma quanto puo' guadagnare dopo qualche anno se è in gamba. non è il bengodi, ma il semplice (giusto, secondo me) riconoscimento di capacità ed esperienza.

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