domenica 13 aprile 2008

Finland (Suomi)


Dato che oggi e domani non si può parlare di politica, ne approfitto per raccontare il mio brevissimo viaggio in Finlandia. Ci sono andato per un meeting di un progetto europeo a cui partecipo con la mia università. Eravamo ospiti del prof. José Lastra (spagnolo) della Technical University of Tampere (TUT). Tra i tanti partner, c'è una società finlandese che si chiama Prodatec.

Prima scoperta: i finlandesi (almeno quelli che partecipano al progetto) mi stanno abbastanza simpatici. Alla cena sociale di giovedì sera in un ristorante finlandese in cui mi hanno servito ottimo pesce, eravamo al tavolo: 2 italiani, 2 finlandesi della Prodatec (Otto e Kosti), José, un inglese, 2 tedeschi.

La storia di Prodatec è particolare: inizialmente Otto, Kosti e gli altri facevano parte della Flexlink, una società svedese con una filiale in Finlandia. A fine 2006 la filiale Flexlink chiude, e alcuni dipendenti tra i quali i nostri due decidono di mettersi in proprio e fondano la Prodatec.

Kosti è un ottimo intrattenitore (strano per un finlandese). Ci spiega che conosce il cinese avendo vissuto in Cina per un annetto per scambi di lavoro. Ci parla della difficoltà di imparare il cinese, a suo dire non elevatissima. Il finlandese, invece, è semplice a pronunciarsi (almeno per noi italiani) ma ha una grammatica difficilissima, con più eccezioni che regole (José Lasta, a Tampere da molti anni, annuisce sconsolato: non ha ancora imparato il finlandese). Kosti è del nord (Oulu), d'inverno si arriva a -40. "Quest'anno l'inverno è stato pessimo", ci dice, "si è arrivati solo a -15".
Qui, il cambiamento climatico si è sentito: la neve resta per 3-4 mesi massimo, contro i 5-6 di una decina di anni fa. Si passa a parlare di auto, guidare sul ghiaccio, delle gomme da neve, da ghiaccio, da acqua. In Finlandia ogni anno o poco più rifanno il fondo di molte strade, perchè le ruote chiodate e il ghiaccio le distruggono letteralmente. Si parla di usare un materiale nuovo e diverso dall'asfalto (non mi ricordo il nome...) che non inquina, ma costa un bel po di più.

"Non abbiamo bisogno di leggi speciali sull'immigrazione qui", ci fa notare Kosti, "fa troppo freddo per mendicare, se non hai una qualche forma di sussistenza regolare non passi l'inverno". Ci dice che i finlandesi non amano guardare il proprio interlocutore negli occhi, di solito abbassano lo sguardo. Sono timidi e chiusi (tranne Kosti).

Come nel resto della scandinavia, in finlandia la pressione fiscale è incredibilmente alta (anche oltre il 50% per i redditi alti). Però non si lamenta (quasi) nessuno, perché hanno servizi efficientissimi. Sembra che qualche anno fa abbia vinto le elezioni un partito dallo slogan inconcepibile nel resto del mondo: "più tasse per tutti". I finlandesi sono onesti fino al midollo. Mi racconta una studentessa rumena che uno dei vantaggi di stare in finlandia è che nessuno tocca niente, poui lasciare il laptop incustodito al bar e tornare a prendertelo dopo qualche tempo, e nessuno lo ruba.

Si parla della Nokia, perché è in atto un braccio di ferro con il sindacato per rialzare i salari. Kosti e José concordano che la Nokia non tratta bene i propri dipendenti, e nessuno dei presenti vorrebbe lavorare lì. Ci racconta Kosti una pratica comune: quando la Nokia deve realizzare un progetto, mettono 4-5 team interni in competizione per vedere chi realizza il progetto nel più breve tempo e con la più alta qualità. I poveri ingegneri dipendenti quindi sono costretti a guardarsi in cagnesco tutto il tempo, e lavorano anche il week-end e la notte per superare i propri colleghi. Kosti dice che la Nokia ormai ha il nome, e per questo molti ancora aspirano a un posto di lavoro lì, ma i salari sono inferiori alla media. Uno dei tedeschi racconta di avere lavorato per un po alla Mercedes, ma di essere scappato via perché anche la Mercedes non ci va leggera con i dipendenti.

Poi sul personale. La moglie di Kosti vuole comprarsi la Fiat 500, ma non la commercializzano ancora in Finlandia, le poche che si vedono sono di importazione svedese. Kosti ricorda che suo padre aveva una Fiat 1100 che non si fermava mai e con la quale era andato dovunque.

Ho notato che fuori il lago è ancora parzialmente ghiacciato. Otto mi racconta che si aprirà del tutto a maggio. Gli chiedo se è pericoloso andare sul lago adesso, e lui mi risponde che sì, è pericoloso, ma qualcuno ci va ancora a pescare (con la tecnica del buco nel ghiaccio), e che purtroppo quest'anno ne sono già morti una ventina così.

In tutto questo, pensavo: "Eccomi qua, cittadino d'europa. Che bellezza!". Girando, impari a conoscere il mondo, tanti luoghi comuni si smontano, e capisci di più e meglio le cose. Fino a qualche tempo fa, mi serviva anche per imparare ad apprezzare di più la nostra bistrattata gens italica. In questi progetti e in questi meeting, noi italiani ci facciamo sempre rispettare, e non siamo i più pigri, e spesso neanche i più disorganizzati (in questo progetto, incredibilmente, i peggiori sono senza dubbio i tedeschi). E imparavo anche a mettere nella giusta prospettiva i vantaggi dei cosidetti "paesi civili".

Da qualche tempo però non mi sento più a mio agio. Da alcuni anni il nostro paese è in caduta libera. Me ne accorgo in maniera sempre più dura quando torno in Italia da questi viaggi. Siamo indietro, sempre di più. Gli altri corrono avanti, e noi abbiamo cominciato ad andare come le lumache se non addirittura ad andare indietro. E quel che è peggio, quando torno sento proprio l'aria pesante, oppressiva, della gente stanca e rassegnata che non ha più voglia di pensare al proprio futuro.

Da un anno a questa parte, sto cominciando seriamente a riconsiderare il mio futuro. E se andassi via?

2 commenti:

  1. Io ho appena firmato col sangue.
    Ho venduto (metà di) casa mia, e ne sto ricomprando (metà di) un'altra.
    Ma sempre in Italia.
    Come dice Elio in Heavy Samba...
    ...sono spacciato!

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  2. ecco si vattene, un cretino in meno

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