Sono tornato dopo un po' di tempo a parlare con gli amici e con me stesso del papa, delle gerarchie cattoliche, e di tutto il polverone che sollevano ogni giorno questi sfaccendati. Per un po' di tempo ho preferito ignorare le vicende che riguardavano quella parte della nostra società. Mi sono sforzato di ignorare le notizie, i servizi ai TG, le dichiarazioni ai giornali, le interviste, e tutto il "circo mediatico" (scusate il termine) intorno alla chiesa cattolica che va in scena ogni giorno. "Ignorali" mi sono detto. E' l'unico modo per non rovinarti troppo quel poco di fegato buono che ti è rimasto.
Però, dopo questa buffonata della Sapienza, essendo il sottoscritto indegnamente parte del variegato mondo universitario (o dovrei dire "circo universitario"? no meglio baraccone, rende meglio l'idea) - dicevo, essendo un collega dei firmatari dell'appello contro la visita del papa, mi sorge l'urgenza di esprimere un semplicissimo concetto, che tra l'altro non mi sembra di aver visto elaborato in alcuno dei blog laici (o laicisti che dir si voglia) che leggo di solito.
E' pacifico ed assodato che le gerarchie ecclesiastiche facciano politica. Nonostante le dichiarazioni di facciata fatte ogni tanto, i cardinali, i vescovi e tutto l'apparato intervengono continuamente e a gamba tesa nell'agone politico. Faccio degli esempi recenti per spiegarmi: qualche giorno fa, Bertone dichiara che erano meglio Berlinguer e Togliatti degli attuali politici di sinistra. Secondo voi, si tratta di una dichiarazione politica, o di un alto richiamo pastorale? Ruini appoggia la moratoria contro l'aborto di Ferrara (per inciso, un'iniziativa che solo Ferrara poteva lanciare), e propone di rivedere la 190 per accorciare i termini entro cui sia legalmente accettato l'aborto. Secondo voi si tratta di una mossa di tattica politica, o di un alto richiamo pastorale a valori non negoziabili?
(Se avete risposto come me, potete continuare a leggere, se no è meglio sospendiate per non rimanerci male).
La Chiesa Cattolica ha sempre fatto politica in Italia. Ma, mentre fino a qualche tempo fa lo faceva per interposta persona, cioè delegava ai politici democristiani, adesso ha deciso di scendere in campo direttamente e personalmente. Il precedente segretario di stato vaticano, card. Angelo Sodano, prima e dopo le elezioni avviava le "consultazioni" tra tutte le forze del panorama politico, che neanche il Presidente della Repubblica arriva a tanto. Vorrei ricordare qui, perché nessuno se lo dimentichi mai, che questa gente non viene eletta da nessuno: si nomina a vicenda secondo oscure e segrete regole medioevali.
La CEI è praticamente un partito. Non c'è da stupirsi, quindi, se i rappresentanti della Chiesa Cattolica vengono percepiti dall'opinione pubblica alla stregua di capi di partiti politici. Non c'è da stupirsi se il papa viene trattato come un Bertinotti qualsiasi. Da tempo, ogni volta che Bertinotti si presenta presso qualche università, viene fischiato e contestato. Non parliamo di seconde file, come Mussi. Il capo, poi, è quello più bersagliato di tutti, per definizione. Il povero Prodi viene apostrofato per strada persino da signore impellicciate.
E allora perché il papa non può andare a prendersi qualche fischio o qualche contestazione alla Sapienza? That's life. Hai voluto la bicicletta? Ora pedala. Vuoi fare politica? Accettane le conseguenze. Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare. Secondo me Wojtyla "Woobinda" ci sarebbe andato, e avrebbe pure risposto ai fischi da par suo. Evidentemente, questo Ratzinger è tutto tranne che un duro. Ci vuole il fisico per fare il papa, altro che cappellini alla moda. Scappare via a nascondersi offeso perché non lo fanno giocare a fare il politico, non è dignitoso. Neanche mio figlio di 4 anni si comporta più così all'asilo. Ha imparato le regole del gioco, lui.
Però, dopo questa buffonata della Sapienza, essendo il sottoscritto indegnamente parte del variegato mondo universitario (o dovrei dire "circo universitario"? no meglio baraccone, rende meglio l'idea) - dicevo, essendo un collega dei firmatari dell'appello contro la visita del papa, mi sorge l'urgenza di esprimere un semplicissimo concetto, che tra l'altro non mi sembra di aver visto elaborato in alcuno dei blog laici (o laicisti che dir si voglia) che leggo di solito.
E' pacifico ed assodato che le gerarchie ecclesiastiche facciano politica. Nonostante le dichiarazioni di facciata fatte ogni tanto, i cardinali, i vescovi e tutto l'apparato intervengono continuamente e a gamba tesa nell'agone politico. Faccio degli esempi recenti per spiegarmi: qualche giorno fa, Bertone dichiara che erano meglio Berlinguer e Togliatti degli attuali politici di sinistra. Secondo voi, si tratta di una dichiarazione politica, o di un alto richiamo pastorale? Ruini appoggia la moratoria contro l'aborto di Ferrara (per inciso, un'iniziativa che solo Ferrara poteva lanciare), e propone di rivedere la 190 per accorciare i termini entro cui sia legalmente accettato l'aborto. Secondo voi si tratta di una mossa di tattica politica, o di un alto richiamo pastorale a valori non negoziabili?
(Se avete risposto come me, potete continuare a leggere, se no è meglio sospendiate per non rimanerci male).
La Chiesa Cattolica ha sempre fatto politica in Italia. Ma, mentre fino a qualche tempo fa lo faceva per interposta persona, cioè delegava ai politici democristiani, adesso ha deciso di scendere in campo direttamente e personalmente. Il precedente segretario di stato vaticano, card. Angelo Sodano, prima e dopo le elezioni avviava le "consultazioni" tra tutte le forze del panorama politico, che neanche il Presidente della Repubblica arriva a tanto. Vorrei ricordare qui, perché nessuno se lo dimentichi mai, che questa gente non viene eletta da nessuno: si nomina a vicenda secondo oscure e segrete regole medioevali.
La CEI è praticamente un partito. Non c'è da stupirsi, quindi, se i rappresentanti della Chiesa Cattolica vengono percepiti dall'opinione pubblica alla stregua di capi di partiti politici. Non c'è da stupirsi se il papa viene trattato come un Bertinotti qualsiasi. Da tempo, ogni volta che Bertinotti si presenta presso qualche università, viene fischiato e contestato. Non parliamo di seconde file, come Mussi. Il capo, poi, è quello più bersagliato di tutti, per definizione. Il povero Prodi viene apostrofato per strada persino da signore impellicciate.
E allora perché il papa non può andare a prendersi qualche fischio o qualche contestazione alla Sapienza? That's life. Hai voluto la bicicletta? Ora pedala. Vuoi fare politica? Accettane le conseguenze. Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare. Secondo me Wojtyla "Woobinda" ci sarebbe andato, e avrebbe pure risposto ai fischi da par suo. Evidentemente, questo Ratzinger è tutto tranne che un duro. Ci vuole il fisico per fare il papa, altro che cappellini alla moda. Scappare via a nascondersi offeso perché non lo fanno giocare a fare il politico, non è dignitoso. Neanche mio figlio di 4 anni si comporta più così all'asilo. Ha imparato le regole del gioco, lui.
certo è un Papa che non ammette il confronto. Fare la vittima è stata la cosa più astuta che abbia pensato. E ora tutti lì a dire che GLI E' STATO IMPEDITO di andare. Incredibile.
RispondiEliminaTutti continuano a dire che è stato molto astuto. Secondo me è stato irrilevante.
RispondiEliminaCioè, a parte il solito "circo mediatico", la gente comune non ha capito molto dell'accaduto. All'estero, non se lo sono filato. Cerchiamo di dargli meno importanza anche noi. Concordi?
E' assurdo.
RispondiEliminaSi becca sia la solidarietà che si esprime a una vittima che i complimenti per la fine strategia.
Quia ego sum leo
(giusto perché gli piace il latino)