Beh, oggi sono tornato un attimo per farvi vedere un tempio a Chennai (ex Madras). Mi scuso per la pessima qualità della foto, ma era il massimo che poteva venir fuori da una usa e getta comprata a Bangalore.
E' un tempio Indù, naturalmente, le scritte sono in Tamil. E' immerso in un quartiere della città, vicino a un mercato. C'era tanta gente che pregava, accendeva candeline, e faceva riti vari. Abbiamo fatto il giro io e Massimo Merlino, guidati da un sedicente studente di MBA (sic!), che alla fine ci ha chiesto un bel po di soldi. Io dal cuore tenero glieli ho dati, Massimo non era tanto d'accordo.
Ma avreste dovuto vedere lo sguardo di quel ragazzo. Non so cosa darei per avere ancora io uno sguardo come il suo (se mai l'ho avuto). Era uno sguardo di uno che voleva conquistare il mondo e ce l'avrebbe fatta, costi quel che costi. Invece io sono diventato un grasso occidentale che non crede più a niente.
Ma quel ragazzo aveva il fuoco negli occhi. Avrebbe fatto qualunque cosa per venir fuori da lì, ve lo giuro, ma allo stesso tempo era orgoglioso di essere un indiano, e avreste dovuto sentire come ci raccontava le cose. Magari penserete che mi sono davvero rammollito e che mi sono fatto fregare dall'indiano di turno. Si sa, gli indiani sono i napoletani dell'asia. Ma vi assicuro che quello sguardo era particolare. L'ho rivisto altre volte in quei giorni, su altri indiani, poveri o ricchi, studenti o semplici inservienti. Uno sguardo un po folle, affamato. Se gli date una leva, quel ragazzo vi solleverà il mondo.
Come dice quel fanfarone di Steve Jobs, "Siate folli e affamati" (vero Mauro?). Beh, quell'indiano non aveva bisogno di sentire alcun discorso sulla volontà di andare avanti e trovare la propria strada.
Continua...
You write very well.
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