martedì 10 luglio 2007

In supraeme dignitatis

Oggi vi riporto 2 notizie che hanno a che fare con il mondo dell'università e della ricerca. Giusto per farvi parte dello stato in cui versa la nostra ricerca italiana.

Progetti Europei

La Comunità Europea, bontà sua, bandisce delle "call" per proposte di progetti di tipo tecnologico, principalmente rivolti alle aziende (in gergo, per lo sviluppo pre-competitivo). Ci sono stati e ci sono vari programmi, con nomi come Eureka, Medea, Itea, Itea 2, etc. Per ulteriori informazioni, visitate pure il sito di Itea 2, e di Eureka.

Non stiamo parlando delle solite seghe mentali accademiche. Stiamo parlando di soldi per finanziare l'industria. Il finanziamento funziona così (almeno per il settimo programma quadro). Il consorzio deve essere paneuropeo (se non sbaglio, i partner devono provenire da almeno 3 paesi membri). Fatto 100 il costo del progetto, la comunità ci mette molto poco (tipo il 10%).

Il resto lo mettono le aziende/istituzioni coinvolte e gli stati membri a cui le aziende appartengono. Per fare un esempio pratico: se c'è una proposta di progetto presentata da una azienda italiana, da una azienda francese e da una spagnola, ogni azienda viene co-finanziata dallo stato membro a cui appartiene.

Il programma ha avuto e continua ad avere un grande successo in Europa. Ma le aziende italiane non partecipano a questi programmi. Indovinate quanto lo stato italiano ha messo a disposizione per questo tipo di progetti negli ultimi, diciamo, 10 anni?

zero.

Ricerca di base

Seconda notizia. In realtà è una voce di corridoio. Partiamo dai fatti. Il Ministero dell'Università e della Ricerca (MUR - prima si chiamava MIUR, ma ogni governo deve cambiare il nome, così almeno fanno vedere che hanno fatto qualcosa, tipo spendere soldi per cambiare l'intestazione alla lettere) ogni anno verso marzo faceva uscire un bando per proposte di progetti nazionali (PRIN).

Le Università italiane dovevano federarsi (almeno in 3), scrivere una proposta (di solito biennale) e concorrere per l'assegnazione dei fondi. Di solito, se uno "vinceva" alla lotteria e il suo progetto veniva approvato, gli tagliavano il budget di almeno il 50% richiedendo le stesse cose promesse nella proposta originale. Ma questo lo sapevano tutti, e quindi tutti a priori chiedevano il doppio ("tanto ce lo tagliano"). L'approvazione del progetto era davvero una lotteria: dati i pochissimi fondi, la probabilità di essere finanziati era molto bassa e non escludo inciuci politici e cordate particolari per favorire certi elementi. Giusto per capire di quanto soldi si sta parlando: nel caso di vincita, si poteva aspirare a 90.000 euro in due anni da cofinanziare al 60%. In pratica, ci si finanzia un assegno di ricerca biennale e un paio di computer.

Tutto questo fino al 2006. A marzo 2007, nessun bando. E niente ad aprile, nè a maggio, nè a giugno. Intanto girano le voci più incontrollate, della serie "stanno aspettando le nuove classi!", "hanno messo tutti i soldi insieme per assumere i ricercatori promessi da Mussi!", e via discorrendo.

Oggi finalmente mi arriva una voce che ritengo la più fondata per motivi che non sto a dirvi. In pratica, sembra che stiano aspettando come va l'operazione con i TFR. Se riescono a beccare un po di quattrini da quella, allora verso la fine dell'anno si avrà il tanto sospirato bando. Se invece l'operazione TFR fosse andata male (o comunque non secondo le aspettative), quei soldi sarebbero utilizzati per coprire il "buco" nel bilancio causato dal mancato introito dell'operazione.

Conclusioni

Ok, adesso vi ho spiattellato le mie notizie. Possiamo tutti andare a dormire sonni più tranquilli, che siamo in buone mani, va. Dal canto mio, preferisco non commentare. Lo farò in un mio prossimo post, sempre che siate interessati al mio parere!

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