Un pezzo di civiltà italiana. Un carcere minorile, il Beccaria, costruito negli anni 60 sulla strada per Castelletto di Settimo Milanese, metrò Biscegle, di oltre 2mila metri quadri di estensione. Senza sbarre, paiono uffici Olivetti, due piani, due campi di calcio dentro e tanto spazio piano, e un tetto piatto. Ma in cemento che già mostra crepe, e pezzi di acciaio arrugginiti.
Con i dirigenti del carcere (faccio il giornalista e sono curioso) abbiamo stimato, fumando fuori dalla sala, almeno due megawatt fotovoltaici e termici possibili, su un'estensione così ampia. I 90 ragazzi reclusi, per pene in maggioranza brevi, così possono imparare un mestiere, immediatamente richiesto. Montare pannelli, connettere e testare inverter, capire il fotovoltaico e il sole, gestire l'idraulica dell'acqua calda dal sole, anche se in un posto non ottimale com'è quello lombardo.
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Mi pare quindi ovvio, e di buon senso, che un funzionario sensato di Grazia e Giustizia faccia due parole con uno pari dello Sviluppo Economico. E che i 16 carceri minorili italiani si trasformino in scuole pratiche sulle rinnovabili (senza troppi clamori o annunci, politici astenersi), magari con spese pubbliche zero o negative a cinque anni (dati i ritorni), e magari con l'aiuto dei Salesiani (che già fanno questi corsi per istallatori solari), dell'Assosolare e del Gifi.
Meglio regalare il nostro conto energia al futuro di chi non ha avuto fortuna, che ai soli produttori cinesi o tedeschi.
Non vi pare?
Sì, credo proprio che tu abbia ragione. Vediamo se qualcuno ascolta, prima o poi.
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