In tanti hanno scritto e pontificato su come Berlusconi abbia cambiato il paese negli ultimi 15 anni. Ma la maggior parte degli Italiani non ha ancora capito bene come funziona.
Mi ha dato particolarmente fastidio, ad esempio, l'alzata di scudi contro l'uscita sul controllo di Internet. La mia interpretazione dei fatti è la seguente: Berlusconi passava in visita in uno dei centri informatizzati delle Poste; non essendo pratico di informatica e nuove tecnologie (si vanta di prendere ancora appunti con la penna stilografica e lascia l'uso della tecnologia ai giovani), appena vede qualche server si lancia con "siamo all'avanguardia nel mondo"; quindi "farò una proposta per il controllo di internet", e altre spacconate a ruota libera, come con gli amici al bar. D'altronde il personaggio è questo. Chiaramente alla sera aveva già scordato tutto.
Una persona sana di mente non avrebbe dato alcun peso a queste fregnacce. Ma gli italiani da tempo hanno perso il lume del giudizio. Persone serie e rispettabili, blogger e politici, commentatori e professori si affrettano ad "esprimere preoccupazione". Politici della sua parte, presi completamente alla sprovvista, cercano di far capire che hanno la soluzione pronta nel cassetto: Maroni per esempio si sente in obbligo di far intravvedere "un numero identificativo, una targa" per chi naviga in internet (suggerimento: l'indirizzo IP?). Parte un giro di "interpretazioni" delle parole del premier, un processo alle intenzioni lungo così. Difesa e attacco, gli schieramenti prendono posizione. Una cosa che si poteva sgonfiare in 30 secondi, dura 3-4 giorni. Tutto tempo perso, fogli di giornale stampati inutilmente, litigi, casino.
Ma si può andare dietro a tutto quello che dice Berlusconi? No, non si dovrebbe. Ma il paese è ormai completamente in paranoia, pende dalle labbra del suo angelo/demone: da destra lo vedono come l'invincibile salvatore, l'uomo da adorare; da sinistra come il diavolo in terra, l'invincibile satanasso. Qualunque cosa dica, reazioni isteriche da destra e da sinistra.
Immagino lui come se la ride:
"Il Paradiso - replica Berlusconi sorridendo- sarebbe il governo attuale che promette all'Italia quel cambiamento che è davvero necessario". E, sull'ampio consenso del suo governo, il premier ricorda: "Gli italiani vogliono che io vada avanti. Ho il 68% della loro fiducia secondo gli ultimi sondaggi".Fantastico, chi sta meglio di lui? Ora poi comincia uno dei suoi giochetti preferiti: la riforma della giustizia. E' fin dalla bicamerale che ci si diverte da matti. Peccato per noi che, ad oggi, dopo 15 anni di questi balletti, non si sia vista alcuna riforma significativa ed efficace della macchina giudiziaria. E la colpa è sempre dell'opposizione illiberale.
A proposito, e l'opposizione? il compito dell'opposizione non dovrebbe essere di replicare a tutte le dichiarazioni di Berlusconi e della maggioranza, innescando ogni ora inutili guerre di portavoce (e che portavoce!). Cari amici della sinistra, ignoriamo per un po' di tempo quest'uomo. Recuperate tranquillità. Come si fa? facciamo un esempio pratico. Un giornalista incontra un politico dell'opposizione in transatlantico:
"Onorevole, che ne pensa delle dichiarazioni di Berlusconi sul controllo di Internet?"
"Non so, non ho letto le dichiarazione di oggi di Berlusconi."
"Ha detto che proporrà al prossimo G8 un regolamento per il controllo di Internet, utilizzando l'avanzatissima tecnologia delle Poste Italiane!"
"Guardi, non mi esprimo. Quando arriverà una proposta in parlamento, la esamineremo e la giudicheremo".
"Allora lei non è contrario?"
"No comment".
Oppure:
"Che ne pensa delle dichiarazioni di Berlusconi sull'impossibilità di coinvolgere l'opposizione nella riforma?"
"Quale riforma?"
"Quella sulla giustizia!"
"Io non ho visto alcuna proposta di riforma. Ne riparliamo quando arriverà qualcosa in parlamento, d'accordo?"
"Ma voi non volete essere coinvolti nel processo..."
"Guardi, l'onere di fare la proposta tocca alla maggioranza. Il nostro compito è discutere la loro proposta. Non c'è ancora una proposta messa nero su bianco, non vedo quindi cosa ci sia da commentare".
Ecco, ci vuole tanto?
E invece? da giorni si tira avanti con "riforme condivise", "riforme da soli", "no a riforme costituzionali", "no a inciuci", "no a pregiudiziali", "no con Berlusconi", "non con questa sinistra", e vari discorsi a vanvera sul nulla assoluto.
Poveri noi.
"È IL NULLA. No, non c'è un buco.
RispondiEliminaUn buco sarebbe già qualcosa."
(cit.)
spiacente, mi sfugge la citazione! (sarà che ho un buco in testa in questo momento...)
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