Scacciamennule è un posto nelle campagne di Marsala, la città dove sono nato e cresciuto. E' un mandorleto con una piccola casa, da sempre di proprietà della mia famiglia. Quando ero piccolo, mio padre decise di ristrutturare la vecchia casetta e di usarla come casa di villeggiatura per l'estate. Ci ho passato molte estati, sia da adolescente negli anni del liceo (la mattina andavo al mare in bicicletta, poi in motorino), sia quando ormai studiavo all'università. E poi c'era la campagna: l'aria buona, le antiche perriere (cave di tufo) trasformate in giardini di agrumi, l'orto, le mandorle, le olive. A un certo momento, i miei genitori ormai in pensione decisero di abitarci tutto l'anno. Mio padre aveva preso come hobby principale quello di fare il contadino.
Da qualche anno d'estate la casa si riempiva (letteralmente) di persone in vacanza. Io ci venivo con tutta la famiglia, mia sorella con suo marito, e poi mio fratello. Mio padre amava ripetere "a casa capi quantu voli u padruni" (la casa è tanto capiente quanto desidera il padrone), e c'erano letti improvvisati dappertutto, e ogni giorno era una festa.
Scacciamennule è un luogo dell'anima: al sentire il suono della parola mi tornano in mente ricordi dolcissimi. E' stata la culla della mia giovinezza, il posto in cui ritornare sempre per ristorarsi e per guarire dalle asprezze della vita.
Ho cominciato a scrivere questo blog per vari motivi, e non tutti mi erano chiari fin dall'inizio. Per scrivere una sorta di diario pubblico; per una mia esigenza di ritornare alla scrittura dopo anni di "aride" letture tecniche; come sfogo e distrazione. Anche, come mezzo di comunicazione con le persone amate, lontane da me. Mi è sembrato ovvio chiamarlo Scacciamennule.
Mio padre ogni tanto leggeva il mio blog. Discutevamo sempre di tutto, soprattutto di politica, e lui si appassionava più di me. Da giovane era socialista, poi naturalmente di centro sinistra. Il blog è stato anche il mio modo di comunicare con lui, di discutere, di volerci bene.
Da qualche giorno mio padre non c'è più. Non me l'aspettavo. Non che non ci avessi già pensato: prima o poi sarebbe successo e qualche volta avevo provato a immaginare come sarebbe stato perdere il padre. Ma l'idea astratta di un dolore ha molto poco a che fare con la realtà del dolore vero. Scacciamennule è adesso un luogo molto più triste.
Mio padre mi ha lasciato tante cose: un po' nell'aspetto, qualcosa nel carattere. Da qualche anno, quando mi guardo allo specchio, quando sorprendo la mia figura nelle vetrine con la coda dell'occhio, vedo qualcosa di lui. Non è sparito del tutto: qualcosa è rimasto nei suoi figli e nei suoi amatissimi nipotini.
Soprattutto, ha fatto quello che tutti i padri dovrebbero fare: mi ha dato il buon esempio. E' stato un uomo semplice; ha sempre messo l'onestà davanti a tutto; non ha mai cercato la gloria, ma con umiltà si è sempre accontentato di essere semplicemente un uomo per bene. Spero di aver imparato la sua lezione, e spero di trasmetterla ai miei figli.
Ecco, l'ho fatto. Scrivere questo post è stato un bello sfogo. Una volta, tanti anni fa, mi sarei tenuto dentro tutto il dolore, senza parlarne con nessuno. Oggi sono tanto cambiato e ho capito che scrivere, ancora più che parlare, serve ad elaborare meglio, a chiarirsi le idee. La scrittura
come terapia, perché no?
Ricomincio da oggi a scrivere su questo blog. Penso di doverlo anche a lui.
Da qualche anno d'estate la casa si riempiva (letteralmente) di persone in vacanza. Io ci venivo con tutta la famiglia, mia sorella con suo marito, e poi mio fratello. Mio padre amava ripetere "a casa capi quantu voli u padruni" (la casa è tanto capiente quanto desidera il padrone), e c'erano letti improvvisati dappertutto, e ogni giorno era una festa.
Scacciamennule è un luogo dell'anima: al sentire il suono della parola mi tornano in mente ricordi dolcissimi. E' stata la culla della mia giovinezza, il posto in cui ritornare sempre per ristorarsi e per guarire dalle asprezze della vita.
Ho cominciato a scrivere questo blog per vari motivi, e non tutti mi erano chiari fin dall'inizio. Per scrivere una sorta di diario pubblico; per una mia esigenza di ritornare alla scrittura dopo anni di "aride" letture tecniche; come sfogo e distrazione. Anche, come mezzo di comunicazione con le persone amate, lontane da me. Mi è sembrato ovvio chiamarlo Scacciamennule.
Mio padre ogni tanto leggeva il mio blog. Discutevamo sempre di tutto, soprattutto di politica, e lui si appassionava più di me. Da giovane era socialista, poi naturalmente di centro sinistra. Il blog è stato anche il mio modo di comunicare con lui, di discutere, di volerci bene.
Da qualche giorno mio padre non c'è più. Non me l'aspettavo. Non che non ci avessi già pensato: prima o poi sarebbe successo e qualche volta avevo provato a immaginare come sarebbe stato perdere il padre. Ma l'idea astratta di un dolore ha molto poco a che fare con la realtà del dolore vero. Scacciamennule è adesso un luogo molto più triste.
Mio padre mi ha lasciato tante cose: un po' nell'aspetto, qualcosa nel carattere. Da qualche anno, quando mi guardo allo specchio, quando sorprendo la mia figura nelle vetrine con la coda dell'occhio, vedo qualcosa di lui. Non è sparito del tutto: qualcosa è rimasto nei suoi figli e nei suoi amatissimi nipotini.
Soprattutto, ha fatto quello che tutti i padri dovrebbero fare: mi ha dato il buon esempio. E' stato un uomo semplice; ha sempre messo l'onestà davanti a tutto; non ha mai cercato la gloria, ma con umiltà si è sempre accontentato di essere semplicemente un uomo per bene. Spero di aver imparato la sua lezione, e spero di trasmetterla ai miei figli.
Ecco, l'ho fatto. Scrivere questo post è stato un bello sfogo. Una volta, tanti anni fa, mi sarei tenuto dentro tutto il dolore, senza parlarne con nessuno. Oggi sono tanto cambiato e ho capito che scrivere, ancora più che parlare, serve ad elaborare meglio, a chiarirsi le idee. La scrittura
come terapia, perché no?
Ricomincio da oggi a scrivere su questo blog. Penso di doverlo anche a lui.
Bentornato
RispondiEliminaCarissimo,
RispondiEliminaintanto ti faccio le mie condoglianze, anche se la nostra conoscenza è solo virtuale. Che poi non vuol dir nulla "solo virtuale", perché attraverso il blog si valorizzano inevitailemente le parole e il loro senso più profondo, il pensiero e l'emozione un po' come avviene con la radio. Quindi, "virtuale" per modo di dire.
Sono comunque felice per te, che ti puoi permettere di dire quelle belle parole nei confronti di tuo padre che non c'è più, in fondo sei quasi un privilegiato, non sono in moltissimi, infatti, a poter scrivere parole vere sul proprio genitore.
Sono contento anche del fatto che tu abbia deciso di tornate, davvero una bella notizia.
Un caro saluto.
una pacca sulla spalla, e un sincero augurio per la blogterapia (che serve, eccome.)
RispondiEliminaBentornato
RispondiEliminaTi sono vicino nel tuo dolore. Ma sono felice che tu sia tornato.
RispondiEliminaGrazie
Proprio un bel pezzo. Non conoscevo tuo padre ma sei riuscito a trasmettermelo in queste poche frasi.
RispondiEliminaLo vedi che non sei solo bravo a scrivere articoli "tecnici"?
Un abbraccio
Ragazzi, che dire, grazie mille.
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