Sull'argomento, mi è piaciuto molto anche l'articolo di Giorgio Bocca che suppongo abbia fatto uno sforzo enorme per contenere la sua vis polemica entro i limiti di una dialettica decente. Ne riporto un pezzo:
È vero, come dice Alemanno, che il fascismo nel corso della sua storia breve ma intensa è stato anche altro dalla politica razziale, anzi, spesso il suo contrario, dallo schieramento militare contro l'occupazione nazista dell'Austria, alla protezione che l'esercito italiano assicurò ai perseguitati ebrei in tutti i territori occupati, come ben sanno i piemontesi che dopo l'armistizio videro arrivare dalla Francia migliaia di ebrei al seguito della IV armata. La storia è già di per sé un via vai confuso che si presta alle più varie revisioni e confutazioni, ma non rendiamola più complicata di quanto già sia.
Dividere il fascismo tra imperialismo normale, accettabile storicamente, e regime del male assoluto da rifiutare in toto, andando in visita con lo zucchetto ebraico in testa al sacrario di Gerusalemme, è un'operazione politica anguillesca, che solo dei politici di normale cinismo possono praticare. Non sappiamo che cosa si riprometta di ricavarne il sindaco neofascista di Roma. Forse di far credere ai suoi elettori l'impossibile, cioè di separare il fascismo dal suo Duce. Ma si tratta di un'operazione, non solo storicamente infondata, ma politicamente rischiosa, si tratta di far passare a un tempo la tesi di un Mussolini antisemita favorevole alla Soluzione Finale, ma di mascherare la cosa certamente peggiore del suo opportunismo, del fatto cioè che era disposto ad avallare la strage degli innocenti per stare dalla parte del più forte. Un opportunismo confermato dai documenti storici che non giova certo al neofascismo.
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