martedì 30 marzo 2010

Centro e periferia

Nelle ultime elezioni regionali, un dato statistico mi è saltato all'occhio. Sia in Piemonte che nel Lazio che in Veneto, il candidato di centro sinistra vince nei capoluoghi e perde nelle province. Ad esempio, se si fosse votato nella sola provincia di Torino, la Bresso sarebbe governatore; nella provincia di Roma non c'è storia (forse anche per la mancanza della lista del PdL?); persino nella provincia di Venezia Bortolussi ha stracciato Zaia.

Voglio evitare commenti da "intellettuale-di-sinistra-con-la-puzza-sotto-il-naso", tipo "i campagnoli senza cultura votano per la destra, i cittadini acculturati per la sinistra", perché secondo me è un ragionamento troppo stupido, oltre che troppo semplicistico.

Però una ragione ci deve essere, e d'altronde dati simili si ripetono quasi ad ogni elezione. Sicuramente, al nord la Lega ha più presa nei piccoli centri che nelle grandi città. Ma a parte questa piccola considerazione, non riesco ad andare oltre. Che abbia a che fare con la presenza dello stato e dei servizi (maggiore nei grandi centri) rispetto alle tasse pagate?

Qualcuno ha qualche idea in proposito?

6 commenti:

  1. Io sonomolto stupido e semplicistico:

    "i campagnoli senza cultura votano per la destra, i cittadini acculturati per la sinistra"

    Questa è la mia risposta e penso che sia sempre stato così. Niente di nuovo sotto il sole.

    :D

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  2. :) ah, alla volte è bello lasciarsi andare!

    Ad esempio, in Sicilia negli anni '50, ai tempi del bandito Giuliano, i contadini ignoranti erano quasi tutti comunisti, e i cittadini quasi tutti pseudo-nobili e proprietari terrieri che votavano per la destra. Poco a che fare con la cultura, decisamente. I contadini però persero perché dall'altra parte ci stava la mafia. Adesso, votano tutti per la destra, e stop.

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  3. OK mettiamola così: un ignorante vota Berlusconi e Lega. Punto. Non può fare altro perché le proposte degli altri partiti sono troppo complicate e non arrivano a segno: cioè l'immediato vantaggio economico.
    Ciò non significa che tutte le persone che votano B e Lega siano ignoranti. Non è un caso che Berlusconi conti sulla massa per i voti e non sulle elite intellettuali. Sono partiti che parlano al popolo. Così come faceva il partito comunista o la DC.
    Lasciamo perdere sinistra e destra, concentriamoci sui partiti e sulle loro idee.
    Secondo te una casalinga con la quinta elementare che non è mai uscita dal proprio paese di provincia, che non ha accesso a itnerent, che non legge giornali ecc. chi voterà tra questi due:
    1) un partito che chiede il registro delle coppie di fatto; il matrimonio gay, la legalizzazione delle droghe leggere, meno stato nell'amministrazione ecc.
    oppure
    2) fanculo i froci, a calci in culo gli immigrati che ci prendono il lavoro, viva la Madonna e il papa.

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  4. Guarda, su certe cose il tuo ragionamento non fa una grinza, sfondi una porta aperta. Io per esempio i leghisti non li posso sopportare, e non sai quanto mi girano in questo momento.

    E può darsi che statisticamente parlando tu abbia ragione: sui grandi numeri, il ragionamento giusto è quello lì, e allora possiamo anche abbandonare ogni speranza di rinnovamento, non ce la faremo mai a convincere la casalinga ignorante.

    Ma pensandoci bene, forse il problema non è la cultura o l'ignoranza, ma è come hai scritto tu nel tuo post: è che la provincia italiana dorme della grossa, e soprattutto non vuole essere svegliata. Il leghista è rassicurante, perché respinge il nuovo che avanza. "Chi lascia la via vecchia per la nuova, sa quel che lascia ma non quello che trova." Quegli altri dicono cose troppo innovative, il leghista dice cose vecchie e scontate, e fasciste, ma che la gente capisce senza sforzo.

    Si sono addormentati e non vogliono essere svegliati perché hanno paura di perdere tutto. Questo atteggiamento dipende dal livello culturale? Si, probabilmente sì: a sinistra (almeno gli elettori) sono in questo momento più progressisti, più propensi al nuovo. Ma forse non è solo un problema di cultura.

    Purtroppo, il nuovo avanzerà comunque, Lega o no, e il risveglio alla fine sarà una doccia gelata. Per tutti, cittadini o campagnoli.

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  5. Sì ma ci si sveglia solo grazie alla cultura. E la cultura si ha con l'università e internet. Due cose che non esistono in campagna.

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  6. Concordo completamente con Fabristol. Io vivo in provincia di Torino ma tra contadini che si sentono affini ai cuneesi. Odiano Torino che rappresenta l'Italia, l'Europa, lo stato. Se possono usano servizi non torinesi (commercialista di Bra, acquisti macchine agricole a Carmagnola (ancora provincia di Torino) e Fossano (Cuneo). Non leggono giornali, internet non esiste. L'informazione è solo RaiUno e Italia Uno per i giovani. Credono solo ai preti e ai geometri. E Silvio è la quintessenza del geometra: riesce a fare tutto quello che non si può fare. E fregare lo stato e l'Europa, piena di extracomunitari che parlano arabo e inglese. L'inglese lo stato vorrebbe insegnarlo anche a scuola ma si sa che uno più studia più diventa scemo. Chi è che è a contatto con la gente, che parla dialetto con te la sera in piola (bar)? E dice le cose come sono, o come dovrebbero essere. Ah dimenticavo: nella lega non ci sono meridionali (napuli) che sono qui da una vita ma non sono come noi.

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