Quel grande economista che aspirava al premio Nobel, ha rilasciato un'intervista davvero incredibile, al limite dell'inverosimile. Per capire quanto il nostro governo sia ormai formato da personalità dissociate, riporto alcuni link di blog non propriamente di sinistra.
Cominciamo da Jimmomo. Che vi aspettate da lui? Ossequio al governo! Ed eccolo qui a dare ragione a Brunetta. Nella migliore tradizione, tralascia tutte le assurdità, per concentrarsi sull'unica parte dell'articolo su cui valga la pena di discutere (per Jimmomo): il commento di Brunetta alla proposta del PD. Davvero vomitevole.
Poi, passiamo a NoiseFromAmerika. Nei commenti a un post sulle liberarizzazioni bancarie del centrosinistra, rimaste momche, e a cui il nuovo governo non ha voluto dare seguito, ecco che si commenta la sparata di Brunetta. Corbezzoli, quelli del "Manifesto" ci vanno più leggeri. Ragazzi, siete pericolosamente sul crinale: ancora un po' e vi bolleranno come staliniani.
Infine, Phastidio.net, affronta la discussione nell'ottica più corretta: quella economica. Sostenere che l'Italia ha il miglior sistema di ammortizzatori sociali del mondo perché c'è il sommerso è davvero troppo grossa. Inoltre, nessuno ha detto che l'assegno di disoccupazione debba essere fisso, pari a un a certa percentuale dell'ultimo stipendio, e immutabile. Anzi, è sicuramente possibile riformare l'intero mercato del lavoro e pensare a un sistema di ammortizzatori sociali degno di un paese civile, allo stesso tempo combattendo il sommerso. Ci sono mille modi, e un quasi-premio Nobel come Brunetta saprebbe sicuramente trovare il bando della matassa. Se volesse. Bravo Phastidio, sarai ancora una volta iscritto d'ufficio nelle fila dei comunisti criticoni.
Infine, ricordo a tutti che la "legge Biagi" fu voluta da queste stesse persone che siedono oggi al governo. Sacconi era sottosegretario, e uno dei più strenui difensori del provvedimento. Maroni era ministro del lavoro. Brunetta era sottosegretario. Il provvedimento avrebbe finalmente liberalizzato e messo in regola il mercato del lavoro. E infatti.
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