Per esempio, hanno questa pretesa di saper spiegare bene le cose. Ed è vero, gli articoli sono fatti molto bene. E loro se ne vantano, facendo titoli come ad esempio: "Il fenomeno dello spread spiegato bene" (è un esempio, eh non hanno mai fatto esattamente questo titolo, però hanno fatto titoli di questo tenore). Della serie "gli altri giornali fanno confusione, solo noi spieghiamo le cose per bene". Un titolo così è anche carino. Due titoli ribadiscono il concetto. Tre titoli sono autopromozione. Al quarto titolo mi sono un po' rotto. Al quinto, secondo me ve la tirate.
Sempre sulla stessa scia, hanno inaugurato la rubrica "I 10 twitter trends adesso, spiegati". Cioè, si mettono periodicamente a spiegare i Twitter Trends. Roba al limite dell'onanismo mentale, secondo me, ma va beh. Ma poi, il direttore ci fa anche un post in cui scrive:
Che però ci sia un problema di invasione di irrilevanza e perdita di senso, lo notano in tutto il mondo. Il sito dell’Atlantic ha contestato infatti lo “spam via hashtag”, ovvero l’abuso di determinati hashtag più popolari per usi altri: quello dei “bot” automatici che fanno circolare pubblicità (porno compreso) usando gli hashtag più diffusi; quello di chi fa lo spiritoso su un determinato hashtag nato con intenzioni serie e scatena una reazione di mattacchioni che colonizza quello hashtag; quello di chi decide di twittare dal suo account successioni intensissime di citazioni da un evento che interessa a pochi; quelli che usano lo hashtag (confesso di essere tra questi, e Massimo Mantellini mi sgrida) fuori dalla sua funzione, come sorta di commento o corollario al tweet. Dice l’Atlantic: così una funzione utile ed efficace è resa inutilizzabile. Ok, cercherò di moderarmi. Ma ai ragazzini e ai simpaticoni chi glielo spiega?Ma no, c'è lo spam su twitter? Ma chi lo avrebbe mai detto (porno compreso! noaoaoao...), meno male che Sofri ce lo spiega ("non usare l'hashtag fuori dalla sua funzione," ok, me lo sono segnato). Insomma, con questa faccenda che le cose vanno spiegate, vi siete spinti un po' troppo oltre, sapete?
Poi c'è il Francesco Costa che merita una nota a parte. Ecco uno dei suoi ultimi twit:
Ed ecco il caso Edwards spiegato dalla concorrenza.E la mia risposta a Costa è: ma che vuoi che potesse succedere? davvero, che doveva succedere di peggio di quello che è successo? Cioè, poteva essere peggiore di Dan Quayle? (però, preferisco non mandargliela su Twitter, che tanto non mi risponde nessuno lì, è come parlare al vento).
Insomma ragazzi, ve lo dico con benevolenza, perché non siete affatto malaccio: scendete un pochino dal piedistallo, ok? Più umiltà ci vuole. E non re-twittate i complimenti, come questi:
che non sta bene, l'ego si ingigantisce un po' troppo.
Uh! adesso ti twitto
RispondiEliminaEh già, eh già...
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