Mi trovo a Tolosa, per una conferenza.
Non è propriamente il mio campo, ma mi hanno invitato ed è tutta gente
simpatica. Mi hanno aperto un po' la mente, portato nuove idee, fatto
ricordare di vecchie idee lasciate nel dimenticatoio. Insomma mi sto
divertendo.
Questo pomeriggio, il programma prevedeva una visita allo stabilimento dell'Airbus (e che puoi visitare mai a Tolosa?).
Che poi non abbiamo visto tantissimo, a parte filmati della cabina di
telemetria, dei test di certificazione, e il gigantesco capannone dove
assemblano il gigantesco A380. E quindi non è stata una visita molto interessante o ricca di sorprese (e niente foto mie, mi dispiace ma erano vietate).
Non
molto interessante, dicevo, a parte rendersi conto dell'enorme lavoro
che ci sta dietro. Ed infatti, ad un certo punto della visita, mi sono
messo a pensare a tutta la complessità del costruire una macchina come
l'A380, e ai migliaia e migliaia di ingegneri che ci lavorano e che ci
hanno lavorato direttamente e indirettamente e che continueranno a
lavorarci. Ingegneri di tutte le specializzazioni, dai chimici (per le
vernici e i materiali), ai meccanici, agli aeronautici (ovviamente),
agli elettrici e elettronici (per la compatibilità elettromagnetica),
agli informatici, e scusate se ho scordato qualcuno nel frattempo.
E
pensando a tutta questa gente, quasi quasi mi usciva una lacrimuccia.
Perché è incredibile cosa sia riuscito a costruire l'uomo nell'ultimo
secolo, ed è incredibile la complessità dei dispositivi e delle macchine
che ci circondano: dall'Airbus, alle moderne automobili, ai computer,
alla rete internet, ai telefonini, iPhone e iPad vari.
Pensando a tutto questo mi girava la testa, perché nessun
uomo da solo può dominare, o anche solo farsi una vaga idea di tutta
questa complessità. E tutto questo mondo tecnologico moderno è dovuto
all'incessante lavoro di scienziati e tecnici, la maggior parte di loro
sconosciuti, che ogni giorno escono dalle loro case per andare a
progettare e costruire il loro piccolo tassellino da mettere
nell'inconcepibile puzzle della tecnologia di oggi.
Perché
è vero che spesso ci sono dei grandi uomini che producono delle idee
rivoluzionarie: ma è soprattutto grazie al lavoro di tutta questa gente
senza volto e silenziosa se oggi voi potete guardare un film in santa
pace mentre trasvolate l'oceano.
Mentre è facile glorificare i rivoluzionari come Enrico
Fermi, Albert Einstein, ecc., è invece difficile pensare a ringraziare
questa incredibile massa di tecnici e sviluppatori. E mi è venuto da
pensare che il mestiere dell'ingegnere (tecnico) è forse troppo spesso
dimenticato; e a volte, invece, tirato in ballo e portato sotto i
riflettori quando si tratta di puntare il dito per un problema.
Per concludere: sarà che sono laureato in Ingegneria, e quindi me la
suono, me la canto e me la ballo da solo. Però, a me piacerebbe erigere
un monumento all'Ingegnere Ignoto, senza il quale, probabilmente,
non potreste leggere questo stupido post proprio adesso sul vostro
mirabilante dispositivo eletronico all'ultima moda.
Grazie mille ragazzi!
Forse sono OT ma http://www.poesieracconti.it/poesie/a/bertold-brecht/tebe-dalle-sette-porte
RispondiEliminaO sarà che sono ing. anch'io?
Non sei affatto OT! bella poesia, caro collega!
RispondiElimina