Il guaio più grande è che gli
italiani sono totalmente passivi di fronte allo sfacelo della politica. Niente
"Puerta del Sol" per noi; niente "Primavera Araba"; niente
manifestazioni di massa come in Israele. Niente di niente.
In Italia, invece, appena la CGIL ha
detto "sciopero", tutti addosso da destra e da sinistra (vedi post di Leonardo). Ormai
da noi scioperano solo i calciatori, i notai, i farmacisti e gli avvocati, i sindaci, e così via. Ovvero gruppi di pressione e lobby varie che cercano di difendere i propri privilegi e di scaricare il peso su "quegli altri".
Dove sono i precari e i giovani senza futuro? Che fanno? Secondo me stanno tutti su internet a cercare un lavoro all'estero... L'impressione è che quasi più nessuno dei "poveri e disgraziati" abbia voglia di lottare per questa Italia.
Secondo me il paragone non regge.
RispondiEliminaL'n-esimo sciopero generale della CGIL mi pare più vicino alla raccolta firme di Repubblica, quella con la fotografia delle vacanze e la casella di testo "presidente, non sono a sua disposizione" che alle manifestazioni incazzate, genuine, verosimili se non vere, di Spagna e M.O.
Sì, forse hai ragione: lo sciopero è organizzato dall'alto, e politicizzato, etc., e quindi naturalmente non riesce a raccogliere adesioni in questo momento.
RispondiEliminaMa di riffa o di raffa, né proteste organizzate, né spontanee. Niente di niente.
Oggi l'indignazione è uno sterile esercizio sui social network. Di mettere fuori il naso non se ne parla, le sedie davanti ai computer sono troppo comode.
RispondiElimina@Alessandro: c'è anche questo aspetto, certo. Ma facebook ce l'hanno anche in Spagna, ce l'hanno arabi e Israeliani. Eppure loro sono scesi in piazza, noi no. Ci deve essere un altro motivo sociologico più profondo.
RispondiEliminaMi sa che la storia recente ci ha dimostrato che non c'è speranza.
RispondiEliminaPoi ci sono quelli che invece va bene così: i miei concittadini leghisti che hanno Calderoli come modello, per esempio.