Ma poi si è ripreso. Ed ha organizzato un gruppo di protesta. Ecco il blog di riferimento del gruppo. Se volete sapere qualcosa sulle loro rivendicazioni (più meritocrazia, un trattamento economico da paese civile, etc.) andate a leggere. Io vi anticipo un pezzetto.
[...] Potrebbe andare peggio? Certamente. Infatti, a causa dei recenti blocchi salariali imposti dal governo come misura di contenimento della spesa pubblica, la situazione dei neo-ricercatori in Italia promette di peggiorare ulteriormente.
Oltre 1700 neo-Ricercatori sperimenteranno una riduzione dello stipendio atteso di 300 euro netti al mese (pari al 25% dello stipendio) a causa della mancata applicazione della legge Moratti del 2005 che prevede un adeguamento del salario al termine del primo anno di servizio. Complessivamente il contributo richiesto dal Governo Italiano ad un neo-Ricercatore Universitario per il triennio 2011-2014 si aggira sui 12.000 euro! In pratica, si chiede al Ricercatore di lavorare gratis per quasi un anno.
Oltre ad essere miope, questa politica è oggettivamente ingiusta. Se paragonato al “contributo di solidarietà” previsto dalla manovra per i contribuenti che dichiarano al fisco oltre 300.000 euro l’anno, i neo-Ricercatori italiani si troveranno a pagare, per la crisi, quanto chi dichiara oltre mezzo milione di Euro annui, pur percependo uno stipendio di meno di un ventesimo (25.000 Euro lordi).
Grande Marko! :-D
RispondiEliminaDetto questo, "In questi giorni un gruppo di Ricercatori sta cercando di porre questa situazione all’attenzione dei Ministri Gelmini e Tremonti nella speranza che risolvano la grave sperequazione che si sta creando all’interno degli Atenei italiani." La Gelmini sara` difficile da contattare, visto che in questi giorni e` impegnata a supervisionare alcuni lavori di manutenzione al tunnel sotterraneo che va dal CERN al Gran Sasso! :-P