domenica 18 luglio 2010

Quest'uomo è matto

Tremonti a Repubblica:

D'accordo, allora, partiamo pure dalla "democrazia dei contemporanei". Cosa intende dire?
"La democrazia dei contemporanei è diversa da quella "classica", e questa a sua volta era diversa dalla democrazia della agorà. E pure sempre è necessaria, la democrazia. Ed è ancora senza alternative - la democrazia - pur dentro la intensissima "mutatio rerum" che viviamo e vediamo. Intensa nel presente come mai nel passato, dalla tecnologia alla geografia. La scienza muta l'esistenza. La "medicina", la "ars longa" sempre più estende il suo campo, non più solo sulla conoscenza del corpo umano, ma essa stessa ormai capace di ricrearlo per parti. L'iPad muta le facoltà mentali, crea nuovi palinsesti, produce in un istante qualcosa di simile a quello che per farsi ci ha messo tre secoli, nel passaggio dal libro a stampa alla luce elettrica. Per suo conto, Google vale e conta strategicamente ormai come e forse più di uno Stato G7. E poi è cambiata di colpo la geografia economica e politica. Di colpo, perché i venti anni che passano dalla caduta del muro di Berlino ad oggi sono un tempo minimo, un tempo non sviluppato sull'asse della lunga durata tipica delle altre rivoluzioni della storia".

Dove porta questo ragionamento sul cambiamento della democrazia?
"Se cambia la geografia, la politica non può restare uguale. La politica come è stata finora è stata costruita sulla base territoriale chiusa tipica dello Stato-nazione, su confini impermeabili che concentravano nello Stato il monopolio della forza. E la politica era la forma di esercizio e di controllo della forza. La stessa democrazia era rapporto tra rappresentanza e potere. Ora non è più così. L'asse si sta inclinando, la rappresentanza cresce, il potere decresce, eroso e diluito dallo spazio globale. E la crisi radicalizza questa asimmetria. La crisi genera domande crescenti d'intervento. I popoli chiedono interventi sempre più forti, a governi sempre più deboli".


Ora immaginatelo pronunciare questo discorso con la sua "erre moscia". La domocrazia è pur sempre necessaria? L'iPad muta le facoltà mentali? Quest'uomo è matto, e dei peggiori, i matti finto-visionari.

Al sottoscritto si stanno "arrizzando le carni". In che mani siamo? Chi è il timoniere in questo momento?

5 commenti:

  1. Quest'uomo ha sempre fatto così: chiacchiere finto-filosofiche e pratica di bassa lega (Lega). I pisani capiscono "arrizzare"?

    RispondiElimina
  2. @peppe:
    Pisa è strapiena di meridionali. Dove ti giri e ti volti, al supermercato per esempio, senti accenti molto poco toscani...

    RispondiElimina
  3. a me non sembra così matto, a parte il fastidio per l'erre moscia e per il latinorum.
    Non è forse vero che i governi hanno sempre meno potere sui meccanismi economici?
    non è vero che google ha un potere economico enorme?
    non è forse vero che le regole della democrazia sono state codificate in un'epoca ormai tecnologicamente e mediaticamente lontana (uno o due secoli fa?)

    RispondiElimina
  4. @Dr. Tenebre. Non so, rileggendolo in effetti posso vederci quello che vedi tu. Però mi sembrano frasi buttate così, tipo "non ci sono più le mezze stagioni", o "sean connery è più affascinante adesso da vecchio". Google ha un potere economico enorme, certo, e influenza il potere politico, come è successo tante volte nella storia. E la democrazia è stata codificata tanto tempo fa, certo. E allora? Tremonti è ministro dell'economia, non sociologo ne studioso di scienze politiche. Per conto mio, sarebbe meglio che pensasse a immaginare un futuro per questo paese invece di fare il filosofo. Per questo dico che questo paese è in questo momento senza timoniere. Poi, possiamo anche metterci a parlare delle radici e del futuro della democrazia, certo, tanto di tempo ne abbiamo.

    RispondiElimina
  5. CErto, ma proprio perché Tremonti è il timoniere (berlusconi ormai non fa nemmeno politica, a parte pro domo sua) sarebbe giusto capire qual è la sua visione del mondo, per quanto non sia un sociologo o un politologo. Anzi, il punto sarebbe capire quanto la sua visione del mondo influenzi la sua politica economica, o se tremonti faccia una cosa e ne dica un'altra. Qui starebbe anche all'intervistatore riportare la discussione su un piano più concreto...

    RispondiElimina

Attenzione: I commenti a vecchi post potrebbero essere moderati