La necessità di un colpo d’ala
Parlare di crisi finale di Berlusconi e del berlusconismo è senz’altro azzardato. Niente lascia credere, infatti, che se tra sei mesi ci fossero le elezioni politiche il Cavaliere non riuscirebbe per l’ennesima volta a riportare la vittoria. In un modo quale che sia, ricorrendo alle offerte elettorali più irreali, radunando le forze più diverse, gli uomini (e le donne) più improbabili, ma chi può dire che non ci riuscirebbe?
Se però il futuro appare incerto, il presente invece non lo è per nulla. Dopo due anni alla testa di un’enorme maggioranza parlamentare il governo Berlusconi può vantare, al di là della gestione positiva della crisi economica, un elenco di risultati che dire insoddisfacente è dire poco.
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Anziché governare le decisioni, il presidente del Consiglio sembra galleggiare sul mare senza fine delle diatribe interne al suo schieramento. E nel frattempo dalla cerchia dei fedelissimi, dove pure qualche intelligenza e qualche personalità autonoma esiste, continua a non venire mai alcun discorso d’ordine generale, continua a non venire mai nulla che abbia il tono alto e forte della politica vera. Il silenzio del Pdl che non si riconosce in Fini è impressionante. Ad occupare il proscenio rimangono così, oltre l’eterno conflitto d’interessi del premier, solo i ministri ridicoli (Scajola) o impresentabili (Brancher), il giro degli avidi vegliardi delle Authority, le inutili intolleranze verso gli avversari. Dov’è finita la rivoluzione liberale di cui il Paese ha bisogno?
Non ci va per il sottile, eh?
Che succede? Com'è che a destra cominciano a criticare il "capo", il "punto di riferimento della rivoluzione liberale"? Forse si sono stancati di criticare sempre la sinistra (in effetti non c'è sugo a criticare Bersani).
Oppure il caso Brancher è la classica goccia che fa traboccare il vaso? A leggere Polito ieri e oggi, sembra di sì.
E poi c'è pure Marcello Pera, il trombato. Non sarà che ce l'ha un po' con il suo (ex) capo?
Insomma, qualcosa si (s)muove, sembra che infine anche gli "intellettuali" di destra si siano "scassati i cabbasisi". Attenti, ragazzi, quello è un caimano, quello vi stacca la mano a morsi, non vorrei vi ritrovaste senza più la possibilità di scrivere.
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